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Health Literacy: comunicare la salute per curarsi meglio

27/06/2017

Health Literacy: comunicare la salute per curarsi meglio

Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse generale verso i temi che riguardano ciò che ci è più caro: la nostra salute.

Insieme all’interesse è aumentata anche la richiesta di informazioni e la ricerca di fonti attendibili per procurarsele.
La popolazione tende ad essere sempre più informata e “letterata”, creando quel fenomeno che si chiama “health literacy”. La conoscenza e l’approccio verso temi medico – sanitari fa sempre più parte del bagaglio culturale di ognuno di noi.

Secondo il recente studio  condotto dall’Agenas, in collaborazione con il Censis e il Ministero della Salute, circa il 37% degli italiani intervistati dichiara di essere interessato ad informarsi sui temi che riguardano la sua salute.
C’è una questione da controllare: il rischio che i cittadini si sentano sufficientemente informati semplicemente cercando informazioni “fai da te”. Il 62% degli intervistati infatti si reputa abbastanza preparato sui temi sanitari.

Ma da dove prende le informazioni?

La maggior parte delle persone (72,3%) dichiarano di avere una fonte affidabile di informazioni: il medico di medicina generale.
Seguono i parenti, gli amici, i colleghi, la televisione e il medico specialista (tra il 20 ed il 30%).
In ultimo troviamo i siti web, le riviste, il farmacista e i social media (tra il 20 e il 3%).

Se guardiamo agli under 45, la percentuale di chi chiede anche al “dottor Google” sale al 25%, contro il 9% circa degli over 45.
Complessivamente, internet viene utilizzato da un terzo del campione analizzato per avere informazioni su questioni relative alla salute. Le principali fonti di informazione sono i siti specializzati o scientifici, quelli istituzionali, i social network e quotidiani o riviste.

I servizi più richiesti online, al di là delle informazioni su patologie e su temi di attualità medica, riguardano la ricerca di strutture sanitarie e medici a cui rivolgersi, la possibilità di prenotare visite online e, marginalmente, quella di scambiare informazioni su community o social network.

Il dato in questi casi ci dice che ad affidarsi al “passaparola” online è principalmente la fascia di popolazione meno istruita, che ha meno facilità a reperire attivamente, e a comprendere, le informazioni sul web, e quella più giovane dei nativi digitali, che sono più avvezzi al mezzo.

Mettendo da parte la tecnologia, il dato forte è che in larga parte, e ancora di più con l’aumentare dell’età, le persone tendono a rivolgersi principalmente ai medici e ai loro conoscenti.

Il medico di medicina generale è in prima linea per fornire informazioni e acculturare la platea dei suoi pazienti.
Invece gli strumenti informativi del SSN, rappresentati in prima istanza dalla figura del medico, non soddisfano circa 1/4 degli intervistati.
Anche chi esprime soddisfazione individua alcune aree di miglioramento, e indica a quali informazioni vorrebbe maggiore accesso.
Le difficoltà maggiori si incontrano nel reperire informazioni pratiche, di accesso ai servizi e scelta del professionista a cui affidarsi.

Spicca in questo scenario la possibilità di stilare una classifica delle strutture, dei medici e dei servizi reputati più affidabili, accolta positivamente dall’81% del campione.

Il criterio alla base?
Lasciar giudicare al paziente la qualità delle informazioni ricevute e quella del trattamento fruito in struttura o dal medico.
Permettere quindi ai pazienti di “recensire” il servizio, creando una graduatoria dal basso, certificata dal Ministero o da un’agenzia qualificata.

Una parola su tutte sembra emergere: empowerment dei cittadini, a mezzo di un’informazione sanitaria chiara, multicanale e capillare.
Informazione aggiornata, che favorisca l’accesso ai servizi e la possibilità di scegliere, consapevolmente, come e dove curarsi.

Resta fondamentale l’indirizzo del medico di medicina generale, interprete e gestore dei risultati espressi da una classifica di questo genere.
Alla sua figura è richiesto di essere maggiormente in-formata per “dirigere” le esigenze dei pazienti.
Anche attraverso i moderni strumenti di aggiornamento professionale messi a disposizione dalla tecnologia.