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L’80% dei pazienti non è sincero con il proprio medico. Come rimediare?

29/01/2019

L’80% dei pazienti non è sincero con il proprio medico. Come rimediare?

Alcune delle bugie più frequenti mettono a rischio la salute più seriamente di quanto si pensi: “Seguo la dieta alla lettera”; “Sto prendendo le medicine regolarmente”; “Quello di mio figlio è solo grasso infantile”, sono solo alcune delle bugie più frequenti raccontate ai medici.

“Non mi chiedo perché i pazienti mentono, do per scontato che lo facciano”. Le parole del dottor House, protagonista di un’indimenticabile serie televisiva, sembrano riassumere alla perfezione una situazione in cui, secondo dati dell’Università dello Utah Health, addirittura l’80% dei pazienti non è sincero con il proprio medico.

Per fare chiarezza su una situazione che, tra reticenza e pudori, rischia di comportare seri rischi per la salute, abbiamo condotto un sondaggio online raccogliendo le risposte di 2.809 specialisti provenienti da tutta Italia.

Tra gli specialisti più soggetti alle menzogne o, nella migliore delle ipotesi, alle mezze verità da parte dei pazienti risultano i dietologi (31%), gli endocrinologi (18%) e i pediatri (12%).

Ma quali sono le bugie che i pazienti dicono più spesso? L’argomento dieta suscita le versioni più fantasiose: si spazia dall’intramontabile “la sto seguendo lettera, non capisco perché non dimagrisco” fino agli spergiuri sull’attività fisica effettivamente praticata (“faccio sport almeno un’ora al giorno”). Se mentire al dietologo può persino suscitare un sorriso, molto seria è la situazione di chi, soggetto a terapia farmacologica, decide di non essere sincero sulla sua assiduità nel curarsi: “prendo le medicine regolarmente” è un’altra frase che i medici sentono ripetersi spesso, ma che non sempre corrisponde alla verità.

Anche gli ambulatori dei pediatri sono luoghi in cui la fantasia dei genitori dei piccoli pazienti prende il sopravvento: in particolare, si tende a chiudere un occhio (talvolta entrambi) sul sovrappeso dei bambini: “quello di mio figlio è solo grasso infantile”, giurano mamma e papà. Tra le altre bugie riportate dai medici spicca sicuramente la pericolosissima “uso sempre le precauzioni”, nonché l’eterna promessa “smetterò di fumare”.

Ma come possono i medici recuperare un rapporto di trasparenze e sincerità con i loro pazienti? La risposta sembra essere proprio nella formazione.

Tra i corsi proposti nel catalogo di Consulcesi, citiamo “Abilità di Counseling in Ambito Sanitario“, tenuto dalla Dottoressa Lucilla Ricottini. Il corso di formazione a distanza da 10 ECM mira a sensibilizzare il medico e tutto il personale sanitario sulle tematiche relazionali, per accrescere la capacità di sviluppare un rapporto empatico con il paziente in modo reciproco. Questa filosofia si presenta in risposta ad un’esigenza della medicina moderna, quella di promuovere il benessere dell’individuo, inteso sia come medico che come paziente, e di favorire al contempo la sostenibilità economica del sistema sanitario.

In quest’ottica l’accoglienza empatica e la comunicazione efficace sono momenti terapeutici fondamentali, alla base della costruzione dell’alleanza terapeutica che è precondizione per l’adesione alle cure e al loro buon esito. L’obiettivo del counseling è quello di formare medici con buone capacità relazionali che rendano i pazienti responsabili, proattivi e partecipi nel percorso terapeutico.

Quali sono gli strumenti pratici che il medico può utilizzare per porre le basi di una relazione efficace e proficua con il paziente?

  • Ascolto Attivo
  • Assertività
  • Gestione della complessità
  • Assenza di Giudizio

Quando la relazione viene impostata e condotta seguendo questi fondamentali accorgimenti, volti a favorire la partecipazione attiva del paziente, i benefici saranno non solo terapeutici, ma anche psicofisici, con l’attivazione delle risorse interne per affrontare la malattia e la riduzione dell’ansia e l’adesione alla terapia.

L’indebolimento dell’attenzione che si pone verso l’alleanza terapeutica ha portato, specialmente negli ultimi anni a fronte di un peggioramento costante delle condizioni lavorative dei medici, a un aumento dell’insoddisfazione dei pazienti che spesso sfocia di episodi di odio e violenza contro i medici. La pratica della medicina difensiva, gli eccessivi contenziosi a carico dei professionisti, sono fattori che minano profondamente il rapporto medico paziente e la serenità degli operatori sanitari.
Per tutti questi motivi stiamo promuovendo presso le Istituzioni la creazione di un organismo neutro di conciliazione delle dispute tra medici e pazienti.