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Al rientro delle vacanze si verifica quasi un “jet lag”: come superarlo?

03/09/2018

Al rientro delle vacanze si verifica quasi un “jet lag”: come superarlo?

Bambini e adolescenti a rischio: sconsigliato l’utilizzo di tablet e smartphone, sì, invece, all’attività fisica e a ritmi regolari anche nel weekend: 10 consigli del medico ai genitori per superarlo.

Le vacanze estive possono destabilizzare il ritmo sonno-veglia di una intera famiglia, determinando, al ritorno dalle ferie, seri problemi nella ripresa delle abitudini quotidiane. Ciò colpisce in particolar modo bambini e adolescenti, che anche durante l’anno scolastico vanno a letto troppo tardi. Per aiutare i genitori a far tornare a scuola i loro figli nel pieno delle forze, in collaborazione con il professor Lino Di Rienzo Businco, Specialista in Otorinolaringoiatria e in Audiologia e Presidente di SIDERO onlus, rendiamo noti i 10 consigli per gestire al meglio il “jet lag” da ritorno in aula dopo le vacanze.

  1.  Concedete ai vostri figli una “Giornata Cuscinetto”
    Una sorta di ammortizzatore da porre tra la fine delle ferie e il ritorno a scuola. È meglio trascorrere un giorno a casa prima di tornare alle incombenze quotidiane, scongiurando l’allarme legato alla percezione dell’incombere del lunedì, il giorno della settimana che spesso coincide con la ripresa di tutte le attività. Un giorno che rischia di avere alle spalle una domenica notte di ansia per il ritorno a scuola, e che può causare una seria insonnia.
  2. Una settimana per pianificare il giusto sonno notturno
    È opportuno iniziare l’anno scolastico dopo aver disciplinato il sonno dei ragazzi, anche se ci si trova ancora nel luogo di vacanza, almeno una settimana prima del ritorno sui banchi: aspettare l’ultima notte per farlo sarebbe del tutto inutile.
  3. No alle ore piccole durante il fine settimana
    Durante il fine settimana sia i genitori che i ragazzi sono tentati di far molto tardi la sera per poi illudersi di recuperare tutto il mattino successivo, cosa che non potrà avvenire il lunedì. Al mattino è prezioso alzarsi sempre all’ora prevista, resistendo alla tentazione di dormire un po’ di più, indugiando sotto le coperte. Non è al mattino, infatti, che si recupera la stanchezza, ma coricandosi ad un orario corretto la sera.
  4. Cercate l’aiuto della luce del mattino
    Perché una più vantaggiosa produzione di melatonina e cortisolo aiuta a resettare l’orologio interno (ritmo giorno-notte) segnalando alla corteccia cerebrale che è il momento di essere svegli, regolando anche meglio l’assunzione di cibo.
  5. Tornate rapidamente ai pasti regolari
    Questo influenza positivamente l’orologio interno e migliora la gestione delle variazioni di fuso orario.
  6. Sì all’attività fisica durante il giorno 
    Per giungere stanchi la sera al momento di addormentarsi. È un documentato meccanismo fisiologico che ci porta ad assopirci più facilmente.
  7. Vietate le bevande che contengono caffeina
    Non bisogna permettere che i bambini assumano bevande contenenti caffeina, soprattutto oltre un certo orario. La caffeina stimola il sistema nervoso centrale, rendendo sì un po’ più attenti ma quasi sicuramente insonni ed iperattivi.
  8. Attenzione a smartphone e tablet
    La tecnologia non è un tabù, ma troppa luce da schermi retro-illuminati (tv, computer, tablet, telefonini) incrementa l’attività elettrica del cervello di un giovane, l’esatto opposto di quello che dovrebbe accadere prima di andare a dormire. La luce può inoltre “confondere” la naturale produzione di melatonina. La quantità smisurata e veloce delle informazioni fornite da questi dispositivi rendono inoltre iper-eccitabili e ansiosi i bambini, allontanando il sonno.
  9. No ai farmaci
    Non impiegare rimedi farmacologici per aiutare i ragazzi a dormire. È invece importante parlare con il proprio medico quando gli sforzi per ottenere un buon sonno sembrano fallire. Sono in linea generale da preferire alimenti o sostanze naturali, che aiutano anche nell’indurre una abitudine e una ritualità del mettersi a dormire.
  10. Non sottovalutate il pericolo apnee notturne
    Bambini che faticano ad addormentarsi, con respirazione rumorosa nel sonno fino al russamento, agitati nel sonno e tendenti ad assumere posizioni anomale, spesso affetti da eccessiva sudorazione ed episodi di enuresi notturna (la pipì a letto). Sono i segnali della Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), che colpisce circa 2 bambini su 100 in età prescolare e scolare ed è caratterizzata da eventi ricorrenti di parziale o completa ostruzione delle vie aeree durante il sonno, con conseguente interruzione della normale ventilazione, frammentazione del sonno stesso, deficit neuro-cognitivi e dell’apprendimento, disturbi comportamentali, fino a patologia cardiovascolare anche in tenera età. Fattori di rischio da trattare per tempo, con le soluzioni mininvasive di soft surgery per prevenire sul nascere l’evoluzione verso l’OSAS, sono l’ingrossamento dei turbinati, le sinusiti, l’infiammazione di adenoidi e tonsille e le malattie allergiche respiratorie, condizioni cliniche che interessano circa il 30% dei bambini. Le radiofrequenze di terza generazione, erogate secondo i protocolli ratificati da SIDERO onlus, rappresentano la scelta ideale in questi casi, in quanto sono in grado di sgonfiare i tessuti patologici rimodellando esclusivamente la loro porzione ammalata senza sacrificare tutto l’organo come avveniva in passato con le asportazioni complete, soluzioni radicali che privavano i bambini di preziose funzioni protettive le loro vie aeree.

Il professor Lino Di Rienzo Businco è responsabile scientifico del corso FAD “Disturbi respiratori e del sonno e prevenzione dei danni cardiovascolari. Diagnosi e terapia dell’ipo ossigenazione”, realizzato in partnership con Consulcesi Club e on line gratuitamente sul sito www.corsi-ecm-fad.it. Il corso si aggiunge al catalogo di oltre 150 corsi FAD offerti dal provider ECM 2506 Sanità in-Formazione.