Per i medici “blue monday” tutti i giorni, camici bianchi a rischio burnout
Oggi è il blue monday, il giorno più triste dell’anno. Ma da quando è iniziata la pandemia per i medici, e in generale per tutti gli operatori sanitari, il blue monday è praticamente tutti i giorni.
Tra turni massacranti, cambi di mansioni, a cui si unisce il trauma delle numerose morti per Covid, la paura per i propri cari e spesso attacchi gratuiti su social o addirittura denunce in tribunale, per i nostri camici bianchi sarebbe più corretto parlare di “blue year”.
“Immaginate di provare quasi ogni giorno tristezza, solitudine, frustrazione, sfiducia, cioè tutti i sintomi tipici del giorno più triste dell’anno, per mesi e mesi. È così che oggi si sentono molti operatori sanitari”, dice Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi. “Il rischio di un diffuso burnout nella classe medica è molto elevato con conseguenze anche devastanti per il nostro sistema sanitario”, aggiunge.
Il burnout è definibile come l’esito patologico di un processo stressogeno ai danni di un professionista della salute che non risponde in maniera adeguata ai carichi eccessivi di stress che il lavoro lo porta a dover sostenere. È un fenomeno preoccupate soprattutto negli Stati Uniti dove colpisce il 50% dei medici. Ma lo sta diventando anche in Italia: i medici, molti dei quali con oltre 20 anni di lavoro alle spalle, sono allo stremo delle forze. Sono stati già evidenziati i principali fattori di rischio che potete trovare a questo link.
Anche la giurisprudenza viene in soccorso degli operatori sanitari sottoposti a stress eccessivo, per citare due tra le sentenze più importanti, la n. 1452/2018 e n- 597/2019, in cui lavoratori hanno ottenuto il riconoscimento del danno per le conseguenze dello stress lavoro-correlato e la responsabilità del datore di lavoro in tal senso. Turni massacranti, eccessivo carico di lavoro, carenza di personale sono tra i fattori principali del burnout, sindrome che in alcuni casi ha condotto a problemi di alcolismo, depressione e anche al suicidio.
Consulcesi ha attivato uno sportello di consulenza legale gratuita e di valutazione medico-legale per rispondere ai dubbi e alle richieste degli operatori sanitari chi ritengono di essere colpiti da burnout e vuole far valere i propri diritti al numero verde 800.122.777 o direttamente sul sito www.consulcesi.it.
“A pagare il prezzo potrebbero essere anche i cittadini stessi che rischiano così di ricevere assistenza e cure inadeguate”, sottolinea Tortorella. Il malcontento tra i cittadini è già evidente. Un medico su 4 ammette di aver subito aggressioni online. Si registra inoltre un aumento delle denunce a carico dei medici e delle strutture sanitarie, che vanno ad aggiungersi alle oltre 300mila cause già pendenti. Ben 35mila nuove azioni legali ogni anno, la stragrande maggioranza delle quali finiscono in un nulla di fatto. “Oltre il 70% delle denunce contro sanitari infatti vengono archiviate e nel frattempo i tribunali si intasano, i medici si stressano e i cittadini si illudono”, dice Tortorella.
“Bisogna intervenire prima che la situazione precipiti irrimediabilmente: da un lato ci vogliono forze nuove, dall’altro abbiamo bisogno di tutelare la categoria. In questo modo potremo garantire ai cittadini standard sempre elevati di cura e assistenza. Consulcesi ha ideato una collana di corsi di formazione ECM contro lo stress rivolto ai medici che si avvale di professionisti del calibro dello psicoterapeuta Giorgio Nardone e altri. Trasformiamo questo ‘blue monday’ in ‘positive monday’”, conclude Tortorella.
Ecco i corsi dedicati all’argomento disponibili nel catalogo di Consulcesi: