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Sciopero dei medici: ecco perché il 2018 sarà un «anno di protesta»

12/12/2017

Sciopero dei medici: ecco perché il 2018 sarà un «anno di protesta»

Adesione  al 70% per una giornata di protesta che promette di essere solo la prima, in rappresentanza di uno stato di agitazione mai taciuto e finalmente reso così manifesto.

Mentre la politica discute e si affanna per definire la ormai prossima Legge di Bilancio 2018, ovvero quello strumento indispensabile a pianificare gli interventi finanziari sulle varie materie, i medici italiani hanno deciso di alzare la voce e farla sentire forte al Paese intero.

I temi sui quali la classe medica chiede attenzione sono diversi: il contratto, su cui ormai da tempo si chiede un rinnovo; il riconoscimento dei diritti, da quello negato agli ex specializzandi che non hanno ricevuto a tempo debito la borsa di studio, a quello dei giovani medici che ormai ogni anno denunciano la poca programmazione e le difficoltà di accesso alle scuole di specializzazione post laurea.

E in capo a tutto rimane l’ormai annoso dibattito intorno allo sblocco del turn over. Serve insomma una programmazione accurata e lo stanziamento delle giuste risorse da mettere sul piatto per intervenire sui vari aspetti. Evitare quindi che i professionisti, specie se di una certa età, vengano sottoposti a turni massacranti di lavoro, laddove non venga garantito un adeguato numero di ore di riposo tra un turno e l’altro, per una professione che può annoverarsi oggi tra i cosiddetti lavori usuranti. Serve maggiore programmazione per rendere meno stretto possibile l’imbuto formativo che ci costringerà nei prossimi anni a fare a meno di tantissimi giovani di ottime prospettive, la cui carriera risulterà bloccata e compromessa fin dall’inizio, e che finiranno per cercare all’estero il proprio futuro. Per non parlare di quegli aspiranti camici bianchi o freschi specializzati costretti spesso a vedersi ricompensati per il lavoro svolto con poco più di una pacca sulla spalla. Insomma tutti nodi che, in questa fine d’anno, sono venuti al pettine; e che uniscono in una sola voce le diverse sigle sindacali nel sostenere che il 12 dicembre non sarà una giornata isolata.


«Il 2018 sarà anno di protesta», gridano con una sola voce, vedendo dalla loro parte anche il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha dichiarato: «Sono assolutamente a fianco dei medici italiani», i quali hanno sospeso oltre 40mila interventi per manifestare il proprio disagio. Disagio nei confronti di una pianificazione della sanità italiana non efficace e pesantemente rivedibile da parte delle istituzioni che, almeno dal punto di vista degli Ordini provinciali, stanno completando il rinnovo dei propri direttivi per i prossimi tre anni. Il 2018 sarà dunque un anno fondamentale per il futuro del nostro Servizio sanitario nazionale. La volontà è quella di rivedere (per migliorarla) la pianificazione delle politiche sanitarie e della redistribuzione delle risorse. Risorse che però, al momento, questa Legge di Bilancio sembra non prevedere.

 

Marco Blefari
Responsabile Relazioni Istituzionali