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Tutela della reputazione online, un nuovo servizio per i professionisti della sanità

24/05/2021

Tutela della reputazione online, un nuovo servizio per i professionisti della sanità

Sempre più spesso si sente parlare del diritto alla riservatezza dei pazienti, dell’importanza che i loro dati siano trattati in maniera corretta e comunicati solo a coloro che sono autorizzati a gestirli.

Per questo strutture sanitarie e studi medici, già da prima dell’entrata in vigore delle più stringenti normative europee in materia di privacy, si sono dovuti organizzare per tutelare correttamente i pazienti anche in questo ambito.

Ma esiste anche l’altra metà della relazione, quella dei professionisti della sanità che sono esposti alle opinioni dei pazienti e alla diffusione di informazioni sul loro conto di cui non hanno controllo.

Da tempo riceviamo segnalazioni di operatori sanitari che vengono messi alla gogna sul web da pazienti poco soddisfatti e non sempre obbiettivi o, da giornalisti che si affrettano a comunicare una notizia di malpractice con nomi e cognomi, senza il dovuto approfondimento e ovviamente senza rettifica e integrazione quando i sanitari coinvolti nei casi vengono assolti.  In particolare, sono molti i medici che si sono trovati ad avere delle recensioni negative sul web, riportano i nostri legali.

È proprio in virtù della difficoltà di mantenere un equilibrio tra privacy e diritto all’informazione che Consulcesi ha istituito il servizio legale “Diritto all’Oblio per la rimozione di contenuti critici, falsi o scorretti che possano compromettere la professionalità dei camici bianchi.

La riservatezza dei medici è tutelata?

Le statistiche ad oggi indicano che solo il 10% dei medici ha una reputazione online che non presenta criticità, e probabilmente la stragrande maggioranza dei medici non è nemmeno a conoscenza del problema. La causa è dovuta al meccanismo stesso che regola il web, “un’enorme mole di informazioni immagazzinate su un determinato professionista, nutrite da recensioni degli utenti, da acquisizione di registri pubblici e dati inseriti in maniera più o meno consapevole dai medici stessi”. Internet comunica, ma non cancella. Ecco perché, molte volte, le informazioni vengono diffuse senza prima essere verificate.

Che diritti ha un operatore sanitario rispetto ai contenuti illegittimi sul web?

Il diritto all’oblio è previsto dall’articolo 17 del Regolamento UE 679/2016 (Gdpr) e nasce come evoluzione del principio sancito dalla sentenza della Corte di Giustizia europea del 13 maggio 2014.

Il diritto all’oblio è il diritto di una persona fisica, non giuridica, ad ottenere la deindicizzazione o la cancellazione di un link relativo alla notizia che la riguarda quando questa non riveste più interesse pubblico, soprattutto a causa del trascorrere del tempo.

L’art. 17 del GDPR elenca una serie di motivi in presenza dei quali l’interessato ha il diritto di ottenere la cancellazione dei dati personali. È possibile chiedere la cancellazione quando i dati personali non sono più necessari rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti o trattati, quando abbia revocato il consenso al trattamento o i dati siano stati trattati illecitamente. Il diritto alla Cancellazione non sussiste quando il trattamento dei dati è necessario per soddisfare alcune esigenze; fra queste: l’esercizio del diritto alla libertà di espressione e di informazione oppure a fini di archiviazione nel pubblico interesse, di ricerca scientifica o storica. Il diritto all’oblio non è un diritto assoluto, ma deve essere bilanciato con altri interessi in gioco, in particolare con il diritto all’informazione.

Come ci si può difendere?

Dopo un accurata verifica di tutti contenuti presenti sul web e della loro effettiva criticità è possibile richiedere la cancellazione dei contenuti illegittimi con una diffida indirizzata al soggetto responsabile della permanenza dei contenuti sul web (proprietario del dominio, motore di ricerca…). Nella maggior parte dei casi la richiesta viene accolta in tempi piuttosto rapidi e senza particolari criticità essendo sostenuta da normative interne e comunitarie, nonché da una copiosa e consolidata giurisprudenza. Nei casi più critici si può effettuare anche un reclamo al Garante per la privacy ex art. 77 GDPR e un’azione legale per richiedere il risarcimento derivante dal danno all’immagine, qualora questo si sia verificato.

Il servizio di “Diritto all’Oblio” di Consulcesi nasce per rispondere alla crescente esigenza di tutela della privacy e della reputazione richiesta per svolgere in serenità la professione da parte di medici e operatori sanitari. Dopo un’analisi gratuita dei contenuti, ed una attenta valutazione legale, il nostro team di esperti elimina le notizie false, i commenti ingiuriosi, le informazioni lesive per l’immagine e i dati trattati illecitamente secondo la normativa vigente e il diritto all’oblio riconosciuto dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea.

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