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Mancanza di organico e discriminazioni salariali: i MMG ancora una categoria di serie B

07/07/2020

Mancanza di organico e discriminazioni salariali: i MMG ancora una categoria di serie B

L’emergenza Coronavirus ha nuovamente portato all’attenzione collettiva la questione della carenza dei medici di medicina generale nel nostro paese, che sono stati in questi mesi  una prima linea importantissima per la prevenzione della diffusione dell’epidemia.

L’allarme già da tempo era stato lanciato non solo dai rappresentati delle associazioni di categoria, ma anche dal Presidente della Fnomceo Filippo Anelli che a febbraio del 2019 aveva sottolineato come fosse importante non scendere sotto le duemila borse di studio annuali almeno per i prossimi dieci anni, per evitare che la carenza portasse gravi conseguenze per i pazienti.

Al momento però, la questione non sembra essere stata valutata con la giusta preoccupazione e razionalizzazione da parte delle Istituzioni. Aldilà di alcuni aumenti dei fondi (una tantum) per le borse di studio, non risultano essere state prese misure per il lungo termine funzionali al contenimento delle conseguenze che la carenza di questi professionisti determinerà nei prossimi anni.

Va precisato che, non vi è una mancanza di consapevolezza da parte della classe politica e, lo dimostra il fatto che nei giorni scorsi con alcuni emendamenti nel Decreto Rilancio sono state inserite delle proposte funzionali ad una semplificazione all’accesso alla professione di medico di famiglia, che di fatto però sono solo alternative al corso di formazione in medicina generale. Soluzioni dunque, che sviliscono la professionalità di questa categoria di medici e vanno ad aggiungersi alle disparità di trattamento che già da anni subiscono.

I medici di medicina generale, infatti, non sono mai stati equiparati agli specialisti: nonostante svolgano un corso per accedere alla medicina generale, con un monte ore da rispettare e la frequenza obbligatoria, ricevono una borsa di studio (tassata come un reddito vero e proprio) che risulta essere meno della metà dell’importo percepito dagli specializzandi.

Una situazione a dir poco paradossale, da un lato si riconosce l’indubbio contributo della categoria dall’altro non solo non si prevede per essa un’adeguata remunerazione, ma anzi per ovviare alla carenza dei medici di medicina generale, si svilisce un sistema formativo nato per dare maggiore dignità a questa professione, senza peraltro avviare una seria e utile panificazione per ridurre le problematiche future.

Consulcesi ha avviato una battaglia nei Tribunali per l’equiparazione di questi medici agli specialisti, anche se come sempre una soluzione legislativa, che prenda realmente in considerazione  almeno la questione della carenza di MMG sarebbe auspicabile sia per questi professionisti che per i cittadini che potrebbero avere nei prossimi anni difficoltà a rivolgersi al proprio medico di base e questo peraltro come sempre determinerebbe gravi conseguenze per i cittadini più deboli dal punto di vista economico, una disparità di trattamento per i medici dunque, che si traduce in un danno per tutta la collettività.