Burnout e stress da lavoro notturno: cosa sapere e come intervenire

l burnout e lo stress da lavoro correlato sono distress tipici delle professioni sanitarie. Ad essi può aggiungersi la sindrome del turnista se il lavoratore fa un lavoro notturno. I consigli per intervenire e migliorare il benessere psico fisico.

Sommario

  1. Comprendere il burnout: lo stress che logora
  2. Come distinguere tra stress e distress
  3. Burnout e sindrome del turnista: quando il corpo perde il ritmo
  4. Riconoscere i segnali del burnout
  5. Come gestire il burnout e la sindrome del turnista: consigli pratici
  6. Prevenzione, consapevolezza e supporto in caso di burnout

Il burnout e lo stress da lavoro correlato rappresentano oggi condizioni comuni e rilevanti per i professionisti sanitari, aggravate da ritmi intensi, turnazioni notturne e una continua pressione emotiva. In particolare, nelle strutture sanitarie operative 24 ore su 24, queste condizioni rischiano di cronicizzarsi, incidendo negativamente sia sulla qualità della vita del personale che sull’efficacia dell’assistenza ai pazienti.

Per rispondere a questa criticità crescente, è fondamentale dotarsi di strumenti pratici per comprendere, riconoscere, prevenire e gestire il burnout e la cosiddetta "sindrome del turnista". Approfondiamo le cause, le manifestazioni e le conseguenze del fenomeno, analizzando anche il ruolo che il contesto organizzativo e la cultura del lavoro possono avere nel favorire — o, al contrario, nel prevenire — questa emergenza silenziosa.

Comprendere il burnout: lo stress che logora

Il burnout è definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una sindrome derivante da stress cronico legato al contesto lavorativo, che non riesce ad essere ben gestito. È stato inserito nell’11esima revisione dell’International Classification of Disease (ICD) nel 2019 ed è particolarmente diffuso nelle professioni sanitarie e sociosanitarie. 

Come spiega Marco Vitiello, psicologo del lavoro e psicoterapeuta, il burnout “in particolare è associato alle professioni di aiuto, tra le quali rientrano tutte le professioni sanitarie e socio-sanitarie”. Chi lavora in questi settori, infatti, è sottoposto a un elevato carico emotivo, richiesto dall’interazione empatica continua con i pazienti. 

Come distinguere tra stress e distress

Per affrontare il burnout è essenziale riconoscere la differenza tra stress e distress. Lo stress è una risposta normale dell’organismo a stimoli intensi, ma può diventare patologico se non viene gestito.Laddove lo stress assuma accezioni negative andrebbe definito ‘distress’”, chiarisce Vitiello. “Per provvedere a questa risposta l’individuo attiva una curva energetica che, proprio in quanto ‘curva’, dopo aver contribuito all’assoluzione di un determinato compito, cala”. Il problema nasce quando la curva non cala più in modo fisiologico, impedendo il recupero delle energie. “Non è un caso che fino a qualche tempo fa il distress venisse definito ‘esaurimento nervoso’, aggiunge lo psicoterapeuta. 

Burnout e sindrome del turnista: quando il corpo perde il ritmo

Oltre al burnout, chi lavora su turni, soprattutto notturni, può sviluppare un disturbo noto come sindrome del turnista. Questa condizione si manifesta con affaticamento, delusione e logoramento, che possono evolvere in prostrazione e disinteresse per l’attività lavorativa. Per descrivere le potenziali conseguenze negative sulla salute di chi lavora in modo variabile, sia di giorno che di notte, è stato coniato un termine ad hoc: la sindrome del turnista”, afferma Vitiello. “In questi soggetti il rischio di burnout è aggravato da alcuni fattori che scaturiscono proprio dall’alterazione dei ritmi circadiani”. 

Riconoscere i segnali del burnout

Il burnout si manifesta attraverso un insieme di sintomi emotivicognitivi e fisici che compromettono il benessere e l’efficacia professionale. Questa sindrome, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-11), è particolarmente diffusa tra i professionisti che operano in contesti ad alto carico emotivo, come il settore sanitario.

Uno degli strumenti più utilizzati per valutare il burnout è il Maslach Burnout Inventory (MBI), che prende in esame tre dimensioni fondamentali:

  • Esaurimento emotivo: sensazione di essere svuotati emotivamente e psicologicamente
  • Depersonalizzazione: atteggiamento cinico o distaccato nei confronti dei pazienti e dei colleghi
  • Ridotta realizzazione personale: percezione di non essere efficaci nel proprio ruolo professionale

Secondo il dott. Vitiello, è fondamentale prestare attenzione ad alcuni campanelli d’allarme, che possono comparire anche in forma lieve ma progressiva:

Sintomi cognitivi ed emotivi del burnout

  • Difficoltà di concentrazione
  • Sensazione di abbattimento e/o fallimento
  • Irascibilità o scatti d’ira
  • Sonno irrequieto o irregolare
  • Indifferenza verso la sofferenza altrui (perdita di empatia)
  • Demotivazione costante
  • Distanziamento emotivo dai colleghi o dai pazienti

Sintomi fisici più comuni del burnout

  • Emicrania ricorrente
  • Perdita di appetito o alimentazione disordinata
  • Disturbi gastrointestinali
  • Eruzioni cutanee, eczemi, psoriasi
  • Alterazioni della pressione arteriosa (ipertensione)
  • Palpitazioni, tachicardia
  • Stanchezza cronica o spossatezza continua
  • Rischio aumentato di eventi cardiovascolari gravi come ischemia e ictus.

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Come gestire il burnout e la sindrome del turnista: consigli pratici

Combattere il burnout e la sindrome del turnista richiede azioni concrete a livello individuale e organizzativo.

Curare alimentazione e riposo

Secondo Vitiello, “chi lavora di notte tende ad assumere molti più zuccheri nel tentativo di rimanere sveglio e, alternando riposo diurno a riposo notturno, finirà per alterare i suoi ritmi circadiani”. Per contrastare questi effetti, è importante:

  • Evitare di mangiare subito dopo il turno, per non coricarsi a stomaco pieno
  • Assumere caffeina solo nella prima metà del turno, per non compromettere il sonno successivo
  • Fare un pisolino di 30-40 minuti prima del turno notturno

Mantenere uno stile di vita sano

Adottare abitudini sane è possibile anche lavorando su turni. È fondamentale:

  • Ritagliarsi momenti di relax e recupero
  • Fare attività fisica moderata
  • Dormire in ambienti bui e silenziosi
  • Evitare l’uso di dispositivi elettronici prima del riposo.

Strategie organizzative a livello aziendale

Le aziende sanitarie possono adottare buone pratiche per tutelare i lavoratori:

  • Limitare il numero di turni consecutivi
  • Offrire più weekend liberi a chi lavora spesso di notte
  • Pianificare i turni con largo anticipo, per facilitare l’organizzazione personale
  • Preferire meno turni ma di durata maggiore.

Prevenzione, consapevolezza e supporto in caso di burnout

Il burnout e la sindrome del turnista non sono inevitabili. Con una buona dose di consapevolezza, supporto psicologico, corretta igiene del sonno e scelte organizzative consapevoli, è possibile prevenire il logoramento psico-fisico dei professionisti sanitari. Come ricorda Vitiello, “è possibile seguire degli stili di vita corretti pur lavorando di notte, controllando l’alimentazione e regolando le ore di riposo”. La prevenzione parte dalla conoscenza e si traduce in azioni concrete per tutelare la salute di chi si prende cura degli altri. 

 

Di: Viviana Franzellitti, giornalista

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