Psicologia, Gen Z: ecco come approcciarsi ai pazienti "nativi digitali"

Cosa devo sapere sulla Gen Z prima che un paziente nato tra la fine degli anni ’90 e il primo decennio del 2000 varchi la soglia del mio studio? Cristian Pagliariccio, psicologo dell’educazione offre alcuni consigli pratici per riuscire a comprendere meglio il mondo dei “nativi digitali”.

“Generazione Z” o “iGeneration” o “Homeland Generation”: è così che vengono definiti i nati tra la fine degli anni ’90 e il primo decennio del 2000, ovvero bambini e ragazzi tra i 10 ed i 25 anni. Sono considerati anche “nativi digitali”, in quanto rappresentanti della prima generazione interamente digitale: a differenza di chi li ha preceduti, infatti, gli appartenenti alla “Generazione Z” non hanno mai conosciuto un mondo senza Internet, né smartphone , né social. Ma non è tutto: hanno attraversato emergenze passate alla storia, dalle catastrofi naturali, come gli tsunami, a quelle sanitarie, come la pandemia da Covid-19, tutti eventi che hanno influenzato il loro modo di essere e di relazionarsi al mondo. Cristian Pagliariccio, psicologo dell’educazione (Ordine Psicologi Lazio), in una video intervista, offre consigli utili a tutti i colleghi per approcciarsi al meglio alla “Generazione Z”. 

Di: Isabella Faggiano, giornalista professionista

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