Medici tra tutela e responsabilità: lo scudo penale e il ruolo delle assicurazioni

La protezione dai rischi penali si rafforza, ma non cancella i procedimenti civili e disciplinari: per i professionisti sanitari resta decisivo affidarsi a polizze adeguate.

Sommario

  1. Lo scudo penale Covid
  2. Il nuovo scudo penale condizionato
  3. Tra tutela e assicurazioni

Con la legge Gelli-Bianco è stato introdotto l’articolo 590-sexies del Codice Penale, che limita la punibilità dei medici nei casi di colpa per imperizia, a condizione che si siano attenuti alle linee guida o, in assenza, alle buone pratiche cliniche.

Una garanzia importante, certo, ma parziale: la norma non copre infatti situazioni di negligenza o imprudenza, lasciando aperto un margine significativo di rischio penale. Negli anni, la giurisprudenza ha mostrato incertezze interpretative, segno che il confine tra tutela e responsabilità resta tutt’altro che netto.

Lo scudo penale Covid

Con l’arrivo della pandemia, il legislatore ha compreso che serviva uno strumento eccezionale. Nel 2021 è nato così lo “scudo penale Covid”, che limitava la punibilità dei sanitari ai soli casi di colpa grave per i reati di omicidio colposo e lesioni personali colpose. I giudici erano chiamati a valutare la scarsità di risorse, la pressione clinica e l’incertezza scientifica. Una misura emergenziale, prorogata più volte, che resterà in vigore fino al 31 dicembre 2025.

Il nuovo scudo penale condizionato

Il Consiglio dei Ministri, il 4 settembre 2025, ha scelto di trasformare questa esperienza in una riforma organica, introducendo lo “scudo penale condizionato”. La novità più rilevante è che il medico non sarà più perseguibile per colpa lieve, purché rispetti le linee guida e sappia adattarle al caso concreto.

Inoltre, il giudice dovrà considerare elementi specifici: la scarsità di risorse umane e materiali, le eventuali carenze organizzative della struttura sanitaria e la complessità clinica affrontata. In sostanza, il comportamento del professionista non verrà valutato in astratto ma contestualizzato in base alle reali condizioni operative. Una prospettiva che segna un passo avanti nel riconoscimento delle difficoltà concrete della professione sanitaria.

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Tra tutela e assicurazioni

Lo scudo penale non è però un lasciapassare assoluto. Le responsabilità civili, disciplinari e amministrative restano tutte sul tavolo. Ciò significa che i medici potranno ancora essere chiamati a risarcire i pazienti e a rispondere davanti agli ordini professionali.

Per questo motivo, le coperture assicurative continuano a essere indispensabili, non solo per fronteggiare richieste di danni ma anche per garantire un’adeguata difesa legale. In altre parole, il nuovo scudo riduce il rischio penale, ma non sostituisce il ruolo di garanzia svolto dalle assicurazioni: solo l’equilibrio tra norme, polizze e responsabilità può offrire una tutela completa a professionisti e cittadini.

Di: Redazione

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