Premio Nobel per la Medicina, vincono sviluppatori dei vaccini a mRna. Le notizie della settimana

Aumentano i casi Covid in tutta Europa (ma rallentano in Italia). Il dibattito si accende intorno ai tagli alla Sanità contenuti nel Nadef ma la Fondazione Gimbe lancia l’allarme: “Sanità pubblica verso il baratro”

I vincitori del Premio Nobel per la Medicina 2023 sono l'ungherese Katalin Karikó, 68 anni, e l'americano Drew Weissman, 64, riconosciuti per lo sviluppo del metodo dell'mRNA nei vaccini anti-Covid. Le recenti statistiche mostrano un aumento del 19% dei casi di SARS-CoV-2 in Europa, mentre la situazione globale presenta andamenti diversi nelle diverse regioni, con una minor quantità di dati che rende difficile interpretare le tendenze generali. In Italia, la crescita dei casi di Covid continua, ma il ritmo sta rallentando dopo sei settimane consecutive di incremento. Il Ssn è al centro del dibattito dopo l’annuncio dei tagli contenuti nel Nadef. Infine, un monitoraggio atmosferico ha rivelato che il 73% della popolazione italiana vive in aree inquinate, con Cremona identificata come la provincia messa peggio. La Pianura Padana si conferma una delle zone più inquinate d'Europa.

Il premio Nobel per la Medicina a Karikó e Weissman per i vaccini a mRNA contro il Covid

I vincitori del Premio Nobel per la Medicina 2023 sono l'ungherese Katalin Karikó, 68 anni, e l'americano Drew Weissman, 64, per aver sviluppato il metodo dell'mRNA utilizzato nei vaccini contro il Covid.

La motivazione dell'Assemblea Nobel spiega che grazie a loro, milioni di vite sono state salvate e il mondo è tornato a riaprirsi, in quanto il lavoro ha permesso di superare una delle peggiori minacce alla salute umana dei tempi moderni.

Nel vaccino contro il SARS-CoV-2, è stata utilizzata la sequenza di RNA corrispondente a una parte del virus riconosciuta dal sistema immunitario umano, ovvero la proteina Spike. Dopo l'iniezione del vaccino, l'RNA penetra nelle cellule e fornisce loro le istruzioni per assemblare la proteina spike. Una volta presente nel nostro organismo, questa viene riconosciuta dal sistema immunitario, in modo tale da sviluppare anticorpi e la memoria immunitaria necessaria per contrastare la diffusione del virus

La caratteristica peculiare dei vaccini a mRNA è che possono essere sviluppati molto più rapidamente rispetto ai metodi tradizionali. Dopo i risultati ottenuti nel combattere la pandemia, i vaccini a base di RNA sono oggetto di studio per molte altre patologie, tra cui i tumori.

 

La situazione Covid in Europa e in Italia

In merito alla situazione legata al Covid, i contagi da Covid in Europa stanno aumentando nuovamente, con un incremento del 19% su base mensile. Nel frattempo, nel mondo, si è entrati in una nuova fase in cui le curve dei contagi seguono andamenti diversi nelle varie regioni. Questi sono i principali risultati emersi dall'ultimo bollettino dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che sottolinea la necessità di prendere le statistiche con grande cautela.

Il bollettino riporta che, nell'ultimo mese, sono stati segnalati 685mila nuovi casi e circa 1.900 decessi. Nella regione del Pacifico Occidentale dell'OMS, i casi di contagio sono in netta diminuzione (-65%) rispetto ai mesi precedenti, quando si era verificata una grave recrudescenza dell'epidemia.

In Europa si osserva un aumento della curva dei contagi, con 177mila casi al mese, con un aumento del 19% rispetto al mese precedente. L'Italia è il Paese con il più alto numero di contagi, con quasi 61mila casi (+84% in un mese).

Passando dunque al nostro Paese, nonostante continui ad aumentare il numero di nuovi casi di Covid, la crescita sta rallentando dopo sei settimane consecutive di incremento. Questi dati emergono dall'ultimo monitoraggio settimanale condotto dall'Istituto Superiore di Sanità, che ha pubblicato il bollettino con i dati relativi all'infezione nella settimana compresa tra il 21 e il 27 settembre. Invariati anche i ricoveri in area medica e terapia intensiva. Durante gli ultimi sette giorni, sono stati registrati 38.775 nuovi casi, con un aumento del numero di tamponi effettuati, che sono stati 51.160.

Tagli alla sanità, Schillaci: “I soldi vanno spesi meglio”

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha dichiarato che il Servizio sanitario nazionale rappresenta un patrimonio che va preservato nell'interesse di tutti. Queste affermazioni sono giunte in seguito al monito pronunciato da Sergio Mattarella al Festival delle Regioni a Torino, durante il quale il ministro del governo Meloni ha ripreso il tema. Le sue parole sono state pronunciate davanti ai governatori italiani, riuniti sotto la Mole, nel teatro Carignano.

Il tema principale affrontato è stato quello dei tagli, in seguito all'annuncio di una riduzione della spesa sanitaria da 134,7 a 132,9 miliardi di euro nell'anno successivo, come indicato nella Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Nadef). Il ministro ha sottolineato che, oltre a ottenere maggiori fondi, è necessario cambiare il paradigma riguardante la spesa in sanità, considerandola un investimento anziché una semplice spesa, con l'ulteriore necessità di utilizzare i finanziamenti in modo più efficiente.

Il principale obiettivo indicato dal ministro è l'abbattimento delle liste d'attesa, insieme alla valorizzazione del personale. A tale proposito, ha ricordato che sono stati stanziati 380 milioni di euro per affrontare questo problema.

Schillaci ha espresso preoccupazione per la questione dei "gettonisti", cioè i medici a partita Iva chiamati a integrare il personale delle aziende pubbliche. Ha sottolineato la necessità di porre fine a questa pratica, definendola assurda, e ha auspicato che, una volta risolta questa situazione, i medici tornino a lavorare nel sistema pubblico, rendendo il settore sanitario più attrattivo per loro. Ha anche espresso la speranza di poter contare sull'appoggio delle Regioni per portare avanti questi cambiamenti.

Meloni: “Sanità è priorità ma margini sono limitati”

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha dichiarato che il governo sta lavorando per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini. Ha sottolineato che sono aperti e pronti a partecipare a qualsiasi tavolo di confronto per esaminare le modalità migliori per raggiungere questo obiettivo, considerando la complessità della situazione. Ha riconosciuto che la sostenibilità del Sistema sanitario è l'obiettivo principale, ma ha notato che il contesto in cui operano è molto complicato. Questo contesto è caratterizzato da elementi come il progressivo aumento della popolazione, la riduzione della popolazione attiva, l'incremento delle patologie legate all'invecchiamento, l'aumento delle malattie croniche invalidanti e l'introduzione di tecnologie mediche sempre più avanzate ma anche costose, così come lo sono i farmaci innovativi. Pertanto, ha sottolineato che la situazione richiede attenzione e la capacità di lavorare in modo coeso.

Gimbe: “Sanità pubblica verso baratro”

Secondo un'analisi indipendente Nadef condotta dalla Fondazione Gimbe sulla spesa sanitaria, è emerso che la sanità pubblica italiana sta affrontando una situazione critica. Il rapporto tra la spesa sanitaria e il PIL sta diminuendo drasticamente, con una proiezione dal 6,7% al 6,6% per quest'anno, scendendo al 6,2% entro il 2024 e ulteriormente al 6,1% nel 2026.

Nel dettaglio, mentre la spesa sanitaria è aumentata del 2,8% in termini assoluti di 3.631 milioni di euro nel 2023 rispetto al 2022, nel 2024 è scesa a 132.946 milioni di euro (-1,3%). Successivamente, si prevede un aumento nel 2025 a 136.701 milioni (+2,8%) e nel 2026 a 138.972 milioni (+1,7%).

Il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta ha spiegato che l'obiettivo di questo documento è sia verificare la coerenza tra dichiarazioni programmatiche e stime tendenziali, sia informare il confronto politico e il dibattito pubblico in vista della discussione sulla Manovra.

Inoltre, ha commentato che l'incremento della spesa sanitaria di soli 4.238 milioni di euro (+1,1%) nel triennio 2024-2026 non sarà sufficiente nemmeno a coprire l'aumento dei prezzi, a causa dell'erosione dovuta all'inflazione e del fatto che l'indice dei prezzi nel settore sanitario è superiore a quello dell'indice generale dei prezzi al consumo. Queste previsioni non lasciano sperare in investimenti significativi da destinare al personale sanitario e indicano piuttosto una netta tendenza al disinvestimento. In particolare, il 2024 segna un preoccupante calo del -1,3%.

La classifica delle provincie italiane più inquinate

In Italia ci sono attualmente 58 province in cui la concentrazione media di PM2,5 quest'anno ha superato la soglia di 10 microgrammi per metro cubo, il limite fissato dalle attuali linee guida europee. In nove comuni di queste province, il valore di PM2,5 è addirittura salito oltre i 20 microgrammi. Questi dati rivelano dunque che il 73% della popolazione italiana risiede in zone inquinate. Questa informazione proviene dal servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus, successivamente elaborata dalla redazione tedesca di Deutsche Welle in collaborazione con l'European Data Journalism Network.

Le rilevazioni, che coprono il periodo da gennaio ad agosto 2023, indicano Cremona come la provincia più inquinata d'Italia. Seguono Monza e Brianza, Milano, Mantova e Padova. Alcune province del sud, come Avellino, Benevento, Brindisi, Caserta, Lecce, Napoli e Taranto, sono tra le 58 province con concentrazioni più elevate di PM2,5. È però la Pianura Padana l'area più inquinata d'Europa, un fatto che era già stato evidenziato in studi precedenti.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

News e Approfondimenti che potrebbero interessarti

Vedi i contenuti