Perché spesso la famiglia è all'origine del trauma?

Le ferite più profonde nascono spesso in famiglia. Esploriamo come e perché l’ambiente familiare può essere all’origine di traumi emotivi duraturi.

Sommario

  1. Cos’è il Trauma Familiare?
  2. Le radici del trauma: l’infanzia e l’attaccamento
  3. Famiglia: luogo di cura o ferita?
  4. Come affrontare il trauma familiare
  5. Il ruolo dello psicologo e dello psicoterapeuta adeguatamente formato

La Giornata Internazionale della Famiglia, istituita dalle Nazioni Unite nel 1993 e celebrata ogni anno il 15 maggio, intende valorizzare il ruolo della famiglia come nucleo fondamentale della società. Tuttavia, per molte persone, la famiglia non è soltanto fonte di affetto e sicurezza, ma può essere anche il primo luogo in cui si generano traumi profondi. 

In questo articolo esploriamo le origini del trauma familiare, le dinamiche che lo alimentano, e le modalità più efficaci per affrontarlo, secondo quanto emerso da importanti ricerche nel campo della psicologia clinica, della neurobiologia e della terapia familiare. 

Cos’è il Trauma Familiare?

Il trauma familiare è un’esperienza di sofferenza psicologica che ha origine in dinamiche relazionali disfunzionali all’interno del nucleo familiare. Può manifestarsi sotto forma di: 

  • Abuso fisico, emotivo o sessuale; 
  • Negligenza affettiva o materiale; 
  • Violenza domestica assistita; 
  • Controllo coercitivo o genitorialità narcisistica; 
  • Conflitti cronici o separazioni disfunzionali. 

Secondo il National Child Traumatic Stress Network, le esperienze traumatiche in ambito familiare, soprattutto se precoci, possono compromettere lo sviluppo del cervello, alterare il sistema nervoso autonomo e influire sulla regolazione delle emozioni. 

Le radici del trauma: l’infanzia e l’attaccamento

Teoria dell’Attaccamento

La psicologia dello sviluppo, a partire dagli studi di John Bowlby e Mary Ainsworth, ha evidenziato che il legame di attaccamento tra genitori e figli costituisce la base per lo sviluppo dell’autostima, della sicurezza e della capacità di creare relazioni sane. 

Quando l'attaccamento è disorganizzato o evitante (spesso a causa di un genitore assente, critico, imprevedibile o spaventante), il bambino può sviluppare pattern relazionali disfunzionali che si protraggono nell’età adulta, portando a disturbi come: 

  • Disturbo da stress post-traumatico (PTSD) 
  • Ansia generalizzata 
  • Depressione 
  • Disturbi della personalità. 

Esperienze Avverse Infantili (ACE) 

Uno dei contributi più significativi alla comprensione del trauma familiare è venuto dallo studio ACE (Adverse Childhood Experiences), condotto dal CDC e Kaiser Permanente negli anni '90. Lo studio ha mostrato che un numero elevato di esperienze avverse in famiglia è correlato a: 

  • Rischio aumentato di patologie croniche (diabete, malattie cardiovascolari); 
  • Dipendenze (alcol, droghe, cibo); 
  • Tendenze autodistruttive o suicidarie. 

Famiglia: luogo di cura o ferita?

È importante riconoscere che non tutte le famiglie sono disfunzionali, ma anche che l’idealizzazione del concetto di famiglia può impedire una lettura critica delle esperienze traumatiche. La Giornata della Famiglia è dunque anche un’occasione per: 

  • Dare voce a chi ha vissuto traumi in silenzio; 
  • Promuovere una cultura della consapevolezza e del cambiamento; 
  • Sostenere modelli educativi basati sull’empatia e il rispetto. 

Come affrontare il trauma familiare

Psicoterapia individuale e familiare 

Il trattamento del trauma richiede spesso un percorso psicoterapeutico. Le approcci più efficaci includono: 

  • Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): utile per ristrutturare i pensieri negativi legati all’autostima e alla colpa. 
  • EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing): particolarmente indicata per i traumi complessi. 
  • Terapia familiare sistemica: per affrontare le dinamiche relazionali disfunzionali in modo congiunto. 

Educazione emotiva e regolazione affettiva 

Apprendere tecniche di regolazione emotiva, mindfulness e auto-compassione è fondamentale per interrompere i cicli di trauma intergenerazionale. 

Riconoscimento e validazione 

Accettare e validare le esperienze traumatiche, anche se implicano mettere in discussione figure genitoriali, è un passaggio fondamentale per la guarigione. Non si tratta di “colpevolizzare” ma di riconoscere l’impatto reale degli eventi. 

Ricostruzione del proprio concetto di “famiglia” 

Nel percorso di guarigione, molte persone trovano conforto nel costruire legami familiari elettivi: amicizie profonde, comunità terapeutiche, gruppi di supporto. 

La Giornata della Famiglia può essere un momento di celebrazione, ma anche un'opportunità per portare alla luce le ferite invisibili che molte persone portano con sé. Affrontare il trauma familiare con coraggio e consapevolezza è il primo passo per interrompere la trasmissione intergenerazionale del dolore e per costruire relazioni più sane e autentiche. 

Nel valorizzare il ruolo della famiglia, non possiamo ignorare che essa può essere, talvolta, anche l’origine di profonde sofferenze. Ma è proprio in questa consapevolezza che può germogliare la possibilità di una famiglia diversa, più consapevole, più amorevole, più sicura. 

 

Il ruolo dello psicologo e dello psicoterapeuta adeguatamente formato

Nel percorso di riconoscimento e superamento del trauma familiare, il supporto di uno psicologo o psicoterapeuta specializzato in trauma è fondamentale. Non tutte le figure professionali, infatti, sono formate per affrontare le dinamiche complesse legate a traumi di origine familiare, specialmente quelli precoci, relazionali o cumulativi. 

Formazione specifica 

Un professionista adeguatamente formato: 

  • Conosce il funzionamento del sistema nervoso traumatizzato (iperattivazione, dissociazione, congelamento). 
  • Utilizza approcci evidence-based come EMDR, Terapia Sensomotoria, IFS, DBT o modelli integrativi come il modello trifasico di trattamento del trauma. 
  • È in grado di mantenere un ambiente terapeutico sicuro, stabile e non giudicante, dove la persona possa esplorare memorie dolorose in modo contenuto. 

Funzione terapeutica 

Lo psicoterapeuta agisce come: 

  • Testimone empatico: aiuta la persona a rinarrare la propria storia con coerenza e dignità. 
  • Modello relazionale corretto: fornisce un'esperienza riparativa, basata su ascolto, rispetto dei confini e validazione costante. 
  • Facilitatore della regolazione emotiva: guida il paziente nella gestione di flashback, senso di colpa, paura del conflitto o rottura relazionale. 

Supervisione e deontologia 

Uno psicoterapeuta competente: 

  • È costantemente aggiornato su strumenti clinici e ricerche neuroscientifiche. 
  • Rispetta un codice deontologico che tutela la persona, in particolare nei casi in cui la famiglia d’origine sia ancora fonte di pericolo o manipolazione. 

Come sottolineato da Judith L. Herman, pioniera nel trattamento del trauma, "la guarigione avviene nel contesto di relazioni sicure." Il terapeuta diventa quindi una figura cardine nel processo di ricostruzione della fiducia, spesso compromessa da esperienze familiari precoci di tradimento o trascuratezza. 

Di: Cristina Saja, giornalista e avvocato

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