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Il Ministero della Salute “mette sotto inchiesta” la Medicina Difensiva

Il Ministero della Salute “mette sotto inchiesta” la Medicina Difensiva

Costituita una commissione ad hoc: la paura delle denunce costa oltre 10 miliardi l’anno

Cresce sempre più l’attenzione delle istituzioni sul tema della responsabilità professionale in ambito sanitario: il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha annunciato nei giorni scorsi la costituzione di una nuova Commissione consultiva ad hoc, con il compito di fornire al Ministero idoneo supporto per l’approfondimento di queste tematiche e per l’individuazione di possibili soluzioni, anche normative.

Nello stesso contesto, il Ministero ha presentato un documento contenente numeri e ragioni di un fenomeno che aumenta in modo preoccupante, e che costa alle casse dello Stato 10 miliardi all’anno. Dal report emerge inoltre che il 77,9% dei medici ha praticato medicina difensiva almeno una volta nell’ultimo mese, e che per 4 medici su 5 la motivazione risiede nella paura delle denunce. […]

L’annuncio dell’istituzione della nuova Commissione è stato accolto con un caloroso benvenuto da parte del Sindacato Medici Italiani (Smi): “E’ il momento di passare dalle parole ai fatti – sottolinea Pina Onotri, segretario generale Smi – per garantire maggiore informazione ai cittadini, la tutela effettiva del lavoro medico, e un accordo con l’avvocatura per una nuova cultura per la risoluzione alternativa dei conflitti“. Parole che fanno eco alle recenti dichiarazioni del sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, che si era espresso sugli evidenti limiti – nonostante le buone intenzioni – del decreto Balduzzi. Intanto, però, i camici bianchi continuano ad operare con lo spauracchio delle denunce, che come evidenziato di recente da un sondaggio dell’Osservatorio Internazionale della Sanità sono pretestuose per l’80% dei medici.

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