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Un buco da 5 miliardi per le vecchie borse di studio di Medicina

Un buco da 5 miliardi per le vecchie borse di studio di Medicina

C’è un buco nei conti di Stato che spaventa Palazzo Chigi, e sul quale Palazzo Chigi ha già detto che non può far niente. Sono le borse di studio non pagate ai 159.000 giovani medici italiani durante la scuola di specializzazione, dal 1978 al 2006. Sono ventotto anni di vuoto (tredici di vuoto completo, altri quindici di vuoto a metà) in cui gli specializzandi hanno prima lavorato gratis e poi, le ultime quindici stagioni, con una borsa di studio priva di contributi previdenziali. 

 

Non bastò, allora, una direttiva dell’Unione europea per raddrizzare in tempo la barca Medicina e oggi le sentenze dei tribunali civili per i primi quarantamila medici hanno sottratto allo Stato e ridato agli ex giovani clinici 470 milioni di euro. È la voce di bilancio (negativa) più grande in carico a Palazzo Chigi, lo ha ammesso lo stesso Matteo Renzi rispondendo ai Cinque Stelle in question time: “I rimborsi dovuti agli specializzandi di Medicina hanno ampiamente vanificato i risparmi ottenuti con il taglio delle auto blu“. Una previsione a medio termine certifica in 5 miliardi gli euro da sottrarre alle casse pubbliche per risarcire 119.000 medici in attesa di giustizia. Ogni stagione accademica allora sfornava novemila specializzandi, ora rimborsati con 40mila euro a testa. E cinque miliardi sono, pur sempre, una manovrina finanziaria.    

Le sentenze arrivano sempre più velocemente, su questo punto la giurisprudenza è consolidata. Consulcesi ha tutelato oltre 70 mila medici ottenendo fin qui 402 milioni, come ha rivelato l’indagine di news.sanitainformazione.it. Marcello Toledo, pneumologo di Cosenza, studiò – senza borsa di studio – “a mille chiometri da casa“. Anna Timitilli, pediatria di Genova, racconta: “Non venivo pagata e per mantenermi ero costretta a lavorare quando gli altri andavano in ferie, a fare guardie mediche nel fine settimana e guardie pediatriche la notte. Non c’era un momento libero, non c’era vita“.

In Parlamento giacciono tre disegni di legge che, attraverso una transazione, farebbero risparmiare allo Stato due miliardi e ai medici tempo. Ma non ci sono soldi per la transazione, e Palazzo Chigi continua a pagare a sentenza.

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Con la recentissima sentenza della Cassazione, via libera ai rimborsi anche per i medici che hanno iniziato la specializzazione dal 1978