Stress lavoro-correlato: i rischi per i professionisti sanitari

Quali conseguenze può portare lo stress lavoro correlato ai professionisti sanitari? Sono sia fisiche che psicologiche e troppo spesso vengono ignorate. Ne parliamo con il dottor Fontana, psicologo clinico e del lavoro, docente del corso ECM sul tema.

Troppo spesso si sottovalutano le conseguenze che un ambiente lavorativo stressante può creare per i professionisti sanitari. Oltre alla normale gestione del proprio impegno, si deve aggiungere la gestione di un'ulteriore difficoltà che può finire per ripercuotersi sulla salute del lavoratore. Salute che viene tutelata anche giuridicamente, ma troppo spesso nell'inconsapevolezza proprio delle persone a cui maggiormente dovrebbe interessare. 

Sul tema abbiamo intervistato il dottor Federico Fontana, psicologo clinico e del lavoro, docente del corso ECM "Stress e rischi psicosociali in ambito lavorativo per i professionisti della sanità" in Consulcesi Club. Con lui abbiamo esplorato alcuni dei dubbi più frequenti dei lavoratori e delineato la strategia per gestire al meglio lo stress sul lavoro. 

Le norme sullo stress lavoro correlato

Dottore lei ha parlato di un continuo cambiamento normativo relativo allo stress lavoro correlato ci può spiegare quali sono gli step principali.

FF: "Sicuramente si stanno facendo dei passi avanti rispetto all'affrontare ormai una tematica che è veramente molto importante e molto urgente, perché il fenomeno dello stress in ambito lavorativo è purtroppo sempre più frequente e si evolve come si evolve il lavoro quindi con i cambiamenti anche tecnologici che accompagnano il lavoro anche le forme di stress vanno di pari passo. Due passi importanti che sono stati fatti a livello normativo: uno risale a qualche anno fa ed è quella di aver creato diciamo l'obbligo da parte dei datori di lavoro a norma di legge della valutazione del rischio di stress lavoro correlato. Ogni organizzazione lavorativa, dalla più piccola alla più grande, ha quest'obbligo che poi può essere a carico del datore di lavoro stesso o può essere delegato dallo stesso a qualcun altro.
Altro step molto importante che è stato invece più recente, quello di aver classificato per esempio il burnout come sindromeL'OMS l'ha classificato come sindrome e questo dà rilevanza al fenomeno e permette anche che possa essere quantificato e diagnosticato, e anche quindi risarcito come danno.

Sanitari tra le categorie più colpite

Dottore, ha parlato della categoria dei sanitari come una delle più colpite. Come mai?

FF: "I sanitari, come risaputo proprio per la tipologia di lavoro che svolgono, sono sottoposti già di per sé a un forte stress. Primo perché ovviamente hanno a che fare con un'utenza molto difficile, pensiamo ai malati oncologici oppure pensiamo anche a persone con gravi disabilità. Poi perché, come ultimamente abbiamo visto spesso, lavorano in ambienti lavorativi che purtroppo non sono adeguati cioè in condizioni di lavoro estreme questo perché vengono fatti sempre tagli alla sanità. Pensiamo agli ospedali, ai PS. Per cui spesso si trovano a dover assolvere a tante mansioni e ad avere emergenze. Non ultimo spesso il loro lavoro non viene valorizzato sia a livello personale ma anche a livello economico.
Se pensiamo che in Italia i sanitari hanno tra le più retribuzioni basse in Europa anche questo influisce.

Come prevenire lo stress in ambito lavorativo

Dottore, si può fare qualcosa per prevenirlo in ambito sanitario?

FF: "Bisognerebbe agire sicuramente a livello delle organizzazioni, quindi rivedere il carico di lavoro. Ovviamente far sì che il personale sia adeguato, che non ci sia una riduzione di personale; che il lavoro sia programmato e anche quotidianamente ben programmato; e poi a livello personale sicuramente anche ogni lavoratore può avere utilizzare delle tecniche anche di rilassamento; migliorare la comunicazione è importante e anche la formazione, quindi che il ruolo dello psicologo in questo senso è molto importante perché aiuta a comunicare quindi diminuisce anche la possibilità di conflitto e ne migliora la gestione. 

Di: Gloria Frezza, giornalista professionista

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