L’allestimento di uno studio di chirurgia estetica richiede spesso investimenti significativi in apparecchiature medico-chirurgiche avanzate (laser, dispositivi di imaging, strumenti 4.0) e in sistemi informatici per la gestione clinica. Nel 2025, i professionisti sanitari e i gestori di studi medici privati possono beneficiare di numerosi strumenti di finanza agevolata messi a disposizione a livello nazionale per sostenere tali investimenti. Queste misure – che spaziano da contributi in conto interessi a crediti d’imposta e garanzie statali – rientrano in un quadro normativo ampio, alimentato anche dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
L’obiettivo di questa guida è fornire una panoramica tecnica e operativa delle principali agevolazioni finanziarie attive nel 2025 (o di prossima attivazione) utili per l’acquisto di strumenti e attrezzature in uno studio di chirurgia estetica. Verranno inoltre approfondite le forme di fiscalità agevolata applicabili (es. crediti d’imposta, regimi speciali) e presentati tre esempi concreti per comprendere l’applicazione pratica di tali incentivi. Infine, si accennerà brevemente agli strumenti regionali disponibili, rinviando però l’analisi di dettaglio alla normativa locale.
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Scopri le agevolazioni fiscali per gli strumenti negli studi di chirurgia estetica. Detrazioni IRPEF e esenzioni IVA per interventi terapeutici.
Strumenti di finanza agevolata nazionali nel 2025
Nel contesto post-pandemico, il governo italiano e l’Unione Europea hanno attivato diversi strumenti per favorire gli investimenti in beni strumentali da parte delle PMI (Piccole e Medie Imprese) e dei professionisti. Di seguito esponiamo quelli di maggiore interesse per uno studio di chirurgia estetica, evidenziandone caratteristiche, benefici e requisiti.
Opportunità dal PNRR e programmi nazionali collegati
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con una dotazione di 191,5 miliardi di euro di fondi UE, rappresenta il motore di molte iniziative di finanziamento dell’innovazione in Italia. Gran parte di queste risorse è destinata alla digitalizzazione e ammodernamento dei processi, inclusa la sanità. All’interno del PNRR sono stati attivati numerosi bandi e incentivi utili anche per gli studi medici, ad esempio per progetti di innovazione tecnologica e modernizzazione delle strutture sanitarie private. Pur non essendo misure “dedicate” esclusivamente alla chirurgia estetica, gli studi privati possono accedere a bandi trasversali (ad es. per la transizione digitale, l’acquisto di apparecchiature medicali innovative, la formazione 4.0 del personale, ecc.) presentando progetti in linea con gli obiettivi del Piano.
Tra le opportunità finanziate (in tutto o in parte) dal PNRR e dai programmi nazionali collegati, si segnalano in particolare:
- Transizione 4.0 – Credito d’imposta Beni Strumentali: (Approfondito più avanti) è un’agevolazione fiscale chiave per supportare gli investimenti in tecnologie avanzate e digitali, rifinanziata anche attraverso i fondi PNRR.
- Bandi “Digitalizzazione PMI”: voucher e contributi a fondo perduto per la digitalizzazione dei processi aziendali (spesso emanati a livello regionale o tramite Camere di Commercio, ma con risorse nazionali/UE). Ad esempio, sono previsti voucher fino a 000 € per spese in software, tecnologie digitali, servizi cloud, cybersecurity, formazione digitale, ecc. (molti di questi bandi rientrano negli interventi PNRR per l’innovazione delle PMI). NB: Si è dibattuto sull’accessibilità di tali voucher ai liberi professionisti; attualmente, la normativa equipara i professionisti alle PMI ai fini dei fondi UE, quindi molti bandi nazionali/amministrazioni locali stanno estendendo la platea dei beneficiari includendo anche gli studi professionali. È comunque importante verificare caso per caso i requisiti di ammissibilità.
- Fondo per la transizione industriale: uno strumento PNRR gestito dal MIMIT per supportare la transizione ecologica delle imprese (es. investimenti per ridurre l’impatto ambientale, efficientamento energetico). Nel 2025 è previsto un nuovo sportello con risorse dedicate. Per uno studio medico, questo potrebbe risultare rilevante qualora si investa, ad esempio, in impianti fotovoltaici per l’autoproduzione di energia (tagliando i costi di struttura) o in attrezzature “green” (a basso consumo, minor uso di materiali di consumo inquinanti, ecc.).
Oltre a questi, il PNRR Missione 6 Salute ha finanziato principalmente strutture pubbliche (es. Case di Comunità, telemedicina, ammodernamento di ospedali). Tuttavia, indirettamente anche gli studi di chirurgia estetica beneficiano del clima di innovazione: ad esempio, aumentando la disponibilità di apparecchiature avanzate sul mercato e prevedendo partnership pubblico-privato in alcuni progetti (teleconsulto, reti diagnostiche) in cui i privati possono essere fornitori di tecnologia. In sintesi, il PNRR offre un contesto favorevole e bandi trasversali che uno studio privato deve monitorare. È consigliabile: (a) iscriversi a piattaforme informative o newsletter dedicate ai bandi sanitari, (b) consultare regolarmente il portale ministeriale degli Incentivi (incentivi.gov.it) e i siti regionali, (c) valutare progetti di innovazione dello studio che possano ottenere punteggi alti nei bandi (es. digitalizzazione dei dati clinici, sistemi di gestione avanzata dei pazienti, integrazione di IA nella diagnostica estetica, ecc.).
“Nuova Sabatini”: finanziamenti agevolati per beni strumentali
La Nuova Sabatini (anche detta Beni Strumentali – Nuova Sabatini) è uno strumento cardine per agevolare l’accesso al credito da parte delle PMI che intendono acquistare beni strumentali. Introdotta dall’art. 2 del D.L. 69/2013 (conv. in L. 98/2013) e più volte rifinanziata, questa misura strutturale è confermata anche per il 2025 con nuove risorse. In particolare, la Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) ha stanziato 400 milioni di € per il 2025 (e ulteriori 1,3 miliardi per il 2026-2029) per dare continuità alla Nuova Sabatini. Lo strumento è gestito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e si articola come segue:
- Cosa finanzia: acquisto (anche in leasing) di macchinari, impianti, attrezzature, hardware e software nuovi, ad uso produttivo, inclusi quelli a tecnologia digitale avanzata (investimenti “Industria 4.0”) e quelli a basso impatto ambientale (investimenti “green”). Per uno studio di chirurgia estetica, rientrano ad esempio laser chirurgici, apparecchiature per radiofrequenza, sistemi computerizzati per imaging 3D, arredi tecnico-sanitari, nonché software gestionali o dispositivi per telemedicina connessi allo studio. L’investimento può riguardare l’ampliamento o l’ammodernamento di una struttura esistente oppure l’impianto di un nuovo studio.
- Forma dell’agevolazione: contributo statale in conto interessi sul finanziamento bancario contratto per l’investimento. In pratica, l’impresa ottiene un finanziamento (prestito o leasing) da una banca convenzionata e il MIMIT eroga all’impresa un contributo a fondo perduto che copre parte degli interessi. Importi finanziabili: minimo 000 €; in passato esisteva un massimale cumulativo di 4 milioni € di finanziamenti agevolabili per impresa (limite che potrebbe essere confermato anche nel 2025, salvo modifiche regolamentari).
- Entità del contributo: circa equivalente agli interessi calcolati su un piano di ammortamento a 5 anni con tasso annuo: 2,75% per investimenti ordinari, 3,575% per investimenti in tecnologie 4.0 o green (tasso maggiorato del 30%). In sostanza, per beni “ordinari” il contributo copre un valore attuale pari a circa il 7-8% del costo del bene; per beni “Industria 4.0” o “Green” il contributo sale attorno al 10% del costo. Esempio: se uno studio acquista un laser da 100.000 € finanziato in 5 anni, potrà ottenere dal MIMIT circa 7.700 € di contributo (se il laser non rientra tra i beni 4.0) oppure circa 10.000 € se rientra tra i beni 4.0/green, ripartiti in più quote annuali. Nota: Dal 2021, per semplificare, alle PMI con finanziamenti di importo ridotto (fino a 200.000 €) il contributo Sabatini viene erogato in un’unica soluzione anziché in 6 rate annuali. Ciò accelera il beneficio per i piccoli studi medici.
- Procedura di accesso: è a sportello (aperto fino ad esaurimento fondi). La PMI presenta domanda di agevolazione tramite la banca o intermediario finanziario aderente alla convenzione MIMIT/ABI. In pratica: (a) lo studio medico richiede un finanziamento bancario indicando che vuole accedere alla Sabatini; (b) la banca valuta il merito creditizio e, se delibera il prestito, trasmette la richiesta al Ministero per prenotare il contributo; (c) il Ministero concede formalmente l’agevolazione (nei limiti dei fondi disponibili); (d) la banca eroga il finanziamento all’impresa; (e) l’impresa realizza l’investimento e, man mano, riceve dal Ministero le quote di contributo. I tempi di istruttoria ministeriale sono generalmente di qualche settimana. È importante non avviare (né fatturare) l’acquisto prima della domanda, per non perdere l’ammissibilità.
- Beneficiari: micro, piccole e medie imprese di tutti i settori produttivi (industria, servizi, commercio, agricoltura) inclusi gli studi medici privati, purché svolgano attività economica (anche sotto forma di ditta individuale o società). Sono escluse solo le attività finanziarie/assicurative e, ovviamente, le imprese in difficoltà o soggette a procedura concorsuale. Nel caso di uno studio professionale organizzato come società (es. r.l. di medici), questa rientra a pieno titolo tra le PMI. Anche un libero professionista con partita IVA può accedere se è equiparato a piccola impresa ai sensi della normativa UE (requisiti di indipendenza, fatturato <50 mln €, dipendenti <50).
Novità 2024-2025: Oltre al rifinanziamento, è stata introdotta una linea speciale “Sabatini – Sostegno alla capitalizzazione” (attiva dal ottobre 2024) rivolta alle PMI costituite in forma di società di capitali che contestualmente all’investimento aumentino il proprio capitale sociale di almeno il 30% dell’importo finanziato. In tal caso è riconosciuto un contributo maggiorato (ulteriore rispetto alle aliquote standard) come incentivo a patrimonializzare l’impresa. Un’eventuale applicazione in ambito sanitario potrebbe riguardare, ad esempio, una clinica estetica S.r.l. che decide di rafforzare i mezzi propri per finanziare una nuova sala operatoria con attrezzature avanzate: grazie a questa misura riceverebbe un aiuto extra oltre al contributo interessi base.
Fondo di Garanzia PMI: facilitare l’accesso al credito bancario
L’acquisto di un macchinario costoso spesso richiede un finanziamento bancario. Qui interviene il Fondo di Garanzia per le PMI, istituito dalla L.662/96 e gestito da Mediocredito Centrale per conto del MIMIT, che garantisce una percentuale del prestito bancario concesso alle imprese ammissibili, riducendo il rischio per la banca e quindi facilitando la concessione del credito. Nel 2025 il Fondo PMI continua ad essere uno strumento chiave, con alcune modifiche introdotte dalla Manovra 2025 (L. 207/2024):
- Copertura della garanzia: per finanziamenti finalizzati a investimenti (acquisto di beni strumentali) la garanzia pubblica copre fino al 80% dell’importo finanziato. Questa è la quota massima standard prevista a regime. Significa che, ad esempio, su un prestito da 200.000 € per comprare apparecchiature, il Fondo può garantire 160.000 €; la banca è esposta solo per il restante 20%, con evidente mitigazione del rischio. Per finanziamenti destinati invece a liquidità (esigenze di cassa, non investimenti specifici) la copertura è stata ridotta al 50% uniforme (prima poteva arrivare al 55-60% in base al rating). L’80% per investimenti rimane dunque un incentivo forte a caratterizzare il prestito come finalizzato all’acquisto di beni strumentali.
- Massimale garantito: il massimo importo garantibile per singola impresa rimane 5 milioni di €. Questo tetto è più che sufficiente per la maggior parte degli studi medici privati (copre investimenti anche molto ingenti su più anni). In aggiunta, per operazioni di piccolo importo (microcredito), la normativa 2025 ha innalzato da 80.000 a 000 € la soglia entro cui certe garanzie possono essere concesse in modalità semplificata (riassicurazione).
- Soggetti beneficiari: tutte le PMI fino a 249 addetti e anche le cosiddette Mid-Cap fino a 499 dipendenti sono ammissibili (quest’ultime con alcune limitazioni). Una novità è l’eliminazione del requisito minimo di 250 dipendenti per l’accesso delle Mid-Cap: ora anche imprese sotto i 250 dipendenti possono fruire della sezione dedicata alle Mid-Cap fino a 499 dip (in pratica, il Fondo copre tutte le imprese fino a 499 addetti). Questo tecnicismo interessa relativamente gli studi estetici, che in genere rientrano comunque tra le PMI ordinarie. Più rilevante è ricordare che dal 2019 anche i liberi professionisti con partita IVA sono equiparati alle PMI ai fini del Fondo di Garanzia: dunque un chirurgo estetico che esercita come ditta individuale può richiedere alla banca la garanzia del Fondo sui propri finanziamenti.
- Condizioni e costi: il Fondo opera a titolo gratuito per la maggior parte delle imprese. In particolare, per le micro imprese (meno di 10 dipendenti e fatturato ≤2 mln €) la garanzia è gratuita, senza commissioni. La Legge di Bilancio 2025 ha inoltre eliminato definitivamente la commissione che veniva richiesta in caso di mancato perfezionamento della garanzia (rinuncia dell’azienda dopo la delibera). Restano esclusi dall’ammissibilità solo i soggetti in cattive condizioni (imprese “in difficoltà” o con rating di merito molto basso – fascia 5 del modello MCC, considerata non garantibile). La presenza della garanzia pubblica non esonera l’azienda dall’analisi creditizia: la banca deve comunque valutare la solvibilità del richiedente, ma grazie alla copertura statale può applicare condizioni migliori (tassi d’interesse più bassi, minori garanzie reali richieste, durate più lunghe). Spesso, soprattutto per importi elevati, la garanzia statale è decisiva per ottenere un prestito alle migliori condizioni di mercato.
- Procedura: la richiesta della garanzia avviene per il tramite della banca che eroga il finanziamento. Lo studio medico non deve interfacciarsi direttamente con il Fondo, ma semplicemente indicare alla banca (o società di leasing) che intende avvalersi della garanzia pubblica. Sarà l’istituto di credito a istruire la pratica con Mediocredito Centrale. Una volta deliberata, la garanzia coprirà l’operazione fino a scadenza del finanziamento.
Utilizzo combinato: La garanzia del Fondo PMI è cumulabile con altre agevolazioni sullo stesso investimento. In particolare, è prassi comune “combinare” il Fondo di Garanzia con la Nuova Sabatini: le banche finanziatrici richiedono la garanzia statale sull’importo finanziato, mentre l’impresa ottiene contestualmente il contributo in interessi. Questo consente allo studio medico di ottenere il prestito con copertura al 80% e un tasso ridotto, massimizzando il vantaggio. La garanzia è cumulabile anche con contributi a fondo perduto regionali o con crediti d’imposta, in quanto questi abbassano il costo effettivo ma non eliminano la necessità di finanziamento iniziale. L’unico limite normativo alla cumulabilità è che la somma degli aiuti pubblici non superi il 100% dei costi: in pratica, uno studio nel Sud che per un certo macchinario ottiene sia un credito d’imposta 45% (Bonus Sud) sia un credito 4.0 del 20% dovrà evitare di ottenere ulteriori aiuti sullo stesso bene, perché già al 65% di sovvenzione fiscale (comunque sotto il 100%). La garanzia, non essendo un contributo diretto ma solo uno strumento di rischio, non entra nel calcolo di cumulo degli aiuti (non eroga denaro, ma facilita l’erogazione).
In breve, il Fondo di Garanzia PMI rappresenta un “paracadute” fondamentale per finanziare l’acquisto di strumenti costosi: grazie ad esso, anche studi medici di piccole dimensioni, magari privi di storico creditizio robusto, possono accedere a prestiti importanti per dotarsi di tecnologie moderne.
Credito d’imposta “Transizione 4.0” per beni strumentali tecnologicamente avanzati
Tra le agevolazioni fiscali più rilevanti vi è il Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi, in particolare nella sua componente dedicata ai beni Industria 4.0 (ossia beni ad alta tecnologia, interconnessi e atti alla digitalizzazione dei processi). Questo incentivo, nato come evoluzione del super/iper-ammortamento, è stato introdotto dalla Legge 160/2019 e potenziato con la Legge 178/2020 (Piano Transizione 4.0), ed è tuttora fruibile fino al 31 dicembre 2025 (termine ultimo per effettuare investimenti agevolati, con possibilità di estendere al 30/6/2026 per beni con ordine e acconto 20% entro il 31/12/2025). Per gli studi di chirurgia estetica, questo credito può ridurre in modo consistente il costo fiscale di apparecchiature innovative quali laser di ultima generazione, sistemi computerizzati per chirurgia guidata, stampanti 3D per biomodellazione, ecc., a patto che tali beni rispettino i requisiti 4.0 previsti dalla legge.
Caratteristiche principali del Credito d’imposta Beni Strumentali 4.0 (2023-2025)
- Oggetto: investimenti in beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati inclusi nell’Allegato A della L.232/2016 (es. macchinari controllati da sistemi computerizzati e connessi in rete, dispositivi interoperabili, robotica, ecc.). Molte apparecchiature medicali rientrano potenzialmente se dotate di software di controllo digitale e capacità di interconnessione (si pensi a un laser chirurgico computerizzato collegabile al sistema informativo dello studio, o a un lettino operatorio intelligente regolato da controllo numerico). Sono agevolabili anche i beni immateriali 4.0 (software avanzati) ex Allegato B L.232/2016, ma – come vedremo – la relativa agevolazione è stata eliminata per il 2025.
- Aliquote e massimali 2025: per gli investimenti effettuati (o prenotati) nel 2025, il credito d’imposta è pari al 20% del costo per la quota investimenti fino a 2,5 milioni €, e al 10% per la quota eccedente 2,5 mln e fino a 10 mln €, e al 5% per la quota oltre 10 mln fino al limite di 20 mln €. In pratica, la stragrande maggioranza degli studi medici rientrerà nello scaglione più basso, beneficiando di un credito del 20% del prezzo dell’apparecchiatura 4.0 acquistata. Esempio: un dispositivo laser innovativo da 100.000 € genera 000 € di credito d’imposta, recuperabili in dichiarazione dei redditi.
- Nota: Le aliquote erano più elevate negli anni scorsi ma si sono ridotte a partire dal 2023 (erano 40% nel 2022, poi dimezzate al 20% nel 2023). La cornice normativa attuale (L.178/2020 modificata da L.234/2021) prevede la scadenza di questa misura a fine 2025, salvo ulteriori proroghe o riforme (si parla di un possibile piano “Transizione 5.0” in futuro, con incentivi orientati alla doppia transizione digitale+green).
- Beni “ordinari” (non 4.0): va sottolineato che dal 2023 non è più previsto alcun credito d’imposta per i beni strumentali “ordinari” nuovi. La finestra per il credito generico del 6% si è chiusa con investimenti prenotati entro il 2022. Dunque, se lo studio acquista un’apparecchiatura che non possiede i requisiti 4.0 (ad es. un lettino, un ecografo tradizionale non connesso, o arredi), nel 2025 non potrà beneficiare di questo credito (restano ovviamente le normali deduzioni per ammortamenti). Ciò evidenzia l’importanza di valutare, in fase di acquisto, se esista la versione “smart” o digitalmente integrabile del bene: l’extra costo potrebbe essere compensato dal credito 4.0.
- Esclusione 2025 dei beni immateriali 4.0: la Legge di Bilancio 2025 ha abrogato il credito d’imposta sui beni immateriali 4.0 che era previsto al 20% (sceso a 10% nell’ultima versione). Fino al 2024, software come gestionali cloud interconnessi, piattaforme di realtà aumentata, etc., godevano di un credito dedicato (15% nel 2024, con massimale 1 mln €. Dal 2025, invece, non vi è più credito per software 4.0 se acquistati separatamente, sebbene l’investimento in software resti spesso agevolato indirettamente quando incluso nel costo di un macchinario 4.0 (il software necessario al funzionamento del bene materiale può essere considerato parte integrante di esso).
- Fruizione del credito: il bonus si concretizza in un credito d’imposta utilizzabile in compensazione su F24 (riducendo imposte e contributi dovuti) in 3 quote annuali di pari importo. Ad esempio, un credito da 21.000 € si utilizza tipicamente in tre tranche da 7.000 € all’anno. Per le imprese con ricavi <5 mln €, la normativa consenteva in passato di usare il credito in unica soluzione, ma questa possibilità semplificata è venuta meno, tornando alla regola generale delle 3 quote. Il credito non concorre a formare reddito imponibile (non si paga IRPEF/IRES su tale beneficio) né base IRAP.
- Adempimenti e controlli: per usufruire del credito occorre: (a) indicare gli investimenti agevolati nella dichiarazione dei redditi; (b) predisporre una documentazione ad hoc: ovvero una perizia tecnica asseverata rilasciata da un ingegnere/perito industriale oppure un attestato di conformità da un ente accreditato, che certifichi che il bene possiede le caratteristiche tecniche 4.0 ed è interconnesso ai sistemi aziendali. Questa perizia è obbligatoria per beni con costo > 300.000 €, mentre per importi inferiori è sufficiente una dichiarazione del legale rappresentante dello studio attestante il rispetto dei requisiti. In pratica, per molti studi medici che acquistano macchinari sotto tale soglia, si può optare per un’autocertificazione interna (comunque da redigersi con attenzione, specificando le caratteristiche di interconnessione, e conservando evidenze come report di collegamento al software gestionale, etc.). Inoltre, dal 2024 è in vigore l’obbligo di comunicare al MIMIT l’utilizzo del credito: va inviata una comunicazione preventiva dell’investimento e, a fine progetto, una comunicazione consuntiva (introdotte dal D.L. 39/2024). Ciò per monitorare il plafond di risorse stanziate (2,2 mld € per il periodo, con un tetto di spesa cumulato). L’adempimento non è complesso (si tratta di modulistica online), ma è bene non dimenticarlo perché può incidere sul diritto al credito.
Cumulabilità e limiti: Il credito d’imposta 4.0 è concepito come misura generale, dunque cumulabile con altri incentivi sul medesimo investimento, a patto che il cumulo non porti a superare il costo totale del bene. Come già accennato, questo aspetto è particolarmente rilevante per chi opera nel Mezzogiorno: il Credito 4.0 si cumula con il Credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno (Bonus Sud) – che esamineremo tra poco – tuttavia, se sommando i due crediti si eccede il 100% del costo, sarà necessario ridurre uno dei due. In pratica, con le aliquote attuali non si rischia facilmente di superare il 100%: ad esempio 45% (Sud) + 20% (4.0) = 65% di aiuto, sotto il limite. Il credito Sud è un aiuto di Stato in deroga (soggetto a intensità massime UE), mentre il credito 4.0 è considerato misura generale non selettiva (quindi al di fuori del regime aiuti, assimilabile a un beneficio fiscale ordinario). Questo significa che il vincolo di cumulo dipende principalmente dal primo (che impone di non superare l’intensità autorizzata), mentre il secondo può colmare la differenza fino al 100%. In ogni caso, per uno studio che avesse diritto a più agevolazioni (es. contributo Sabatini + credito 4.0 + credito Sud), è opportuno pianificare il cumulo in modo da rispettare i limiti normativi.
Altre agevolazioni fiscali e contributive di interesse (2025)
Oltre al credito 4.0, esistono ulteriori misure fiscali e contributi a fondo perduto che possono ridurre il costo di investimenti in strumenti per studi medici:
- Credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno (Bonus Sud/ZES UNICA): Introdotto dalla L. 208/2015 e prorogato più volte, è valido (allo stato attuale) per gli investimenti realizzati fino al 30 novembre 2025, con ls misura attiva per il 2025 legata alle nuove Zone Economiche Speciali Uniche. Questo bonus consente alle imprese che acquisiscono beni strumentali nuovi destinati a strutture in regioni del Sud (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise*, Abruzzo*) di godere di un credito d’imposta percentuale sul costo. Le aliquote massime sono: 45% per piccole imprese, 35% medie, 25% Abruzzo e Molise hanno percentuali ridotte (30/20/10) per conformità alle mappe aiuti UE. Uno studio di chirurgia estetica sito, ad esempio, in Puglia o Sicilia, potrebbe recuperare fino a 45% del costo di nuove attrezzature tramite questo credito, indipendentemente dall’eventuale natura 4.0 del bene. Il credito Sud è utilizzabile in compensazione in unica soluzione (dopo aver ottenuto apposita comunicazione di autorizzazione dall’Agenzia delle Entrate) e cumulabile con altri incentivi nei limiti visti.
- Regime fiscale “Forfettario”: Molti medici liberi professionisti adottano il regime forfettario (art. 1, commi 54-89 L.190/2014) se il fatturato annuo ≤ €85.000. Esso prevede una tassazione agevolata al 15% (5% per startup per 5 anni) sul reddito forfettizzato e l’esenzione IVA. Tuttavia, ha un impatto ambivalente sugli investimenti: da un lato, non consente la deduzione analitica dei costi né l’ammortamento (il reddito è calcolato applicando un coefficiente di redditività ai ricavi, 78% per i professionisti sanitari), per cui l’acquisto di uno strumento costoso non riduce direttamente l’imponibile; dall’altro lato però, nulla vieta al professionista forfettario di accedere alle agevolazioni sopra descritte (contributi, crediti d’imposta). Ad esempio, un medico forfettario nel Sud può ottenere il credito d’imposta 45%: tale credito potrà usarlo in F24 per pagare la propria imposta sostitutiva e contributi previdenziali. Certo, se l’investimento è molto elevato, potrebbe convenire valutare il passaggio al regime ordinario per sfruttare pienamente le deduzioni e gli eventuali crediti non compensabili in un solo anno. In definitiva, il regime forfettario è un beneficio fiscale generale, non specifico per investimenti, e va ponderato in funzione del business plan dello studio.
- Incentivi per nuove imprese (giovanili/femminili): Nel caso in cui lo studio di chirurgia estetica sia in fase di avvio (start-up), esistono strumenti ad hoc gestiti da Invitalia. Due esempi: “ON – Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero” (Titolo I DLgs 185/2000) che finanzia micro e piccole imprese under 36 o femminili (senza limiti età) con un mix di mutuo a tasso zero fino a 90% e contributo a fondo perduto (fino al 15% al Nord e 20% al Sud) per investimenti fino a 3 milioni €; e “Resto al Sud”, incentivo destinato agli under 56 nelle regioni meridionali per avviare attività imprenditoriali. Resto al Sud copre il 100% delle spese ammissibili fino a 50.000 € per singolo richiedente (max 200.000 € per società con 4 soci), erogato 50% come contributo a fondo perduto e 50% come finanziamento bancario garantito e a tasso zero. Un giovane chirurgo plastico che apra uno studio in Campania, ad esempio, può ottenere da Resto al Sud un finanziamento complessivo di 100.000 € (di cui 50.000 a fondo perduto) se presenta un progetto convincente di studio medico, fondi che può impiegare per attrezzature, ristrutturazioni e spese iniziali. Questi incentivi startup sono cumulabili con Sabatini (il mutuo Invitalia può coesistere con il contributo interessi) ma non con il bonus Sud (che richiede attività già esistente).
- Bando ISI Inail: Menzione infine va al bando annuale di Inail che finanzia interventi per migliorare sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Il Bando ISI Inail 2024 apre ogni anno nel primo semestre e mette a disposizione contributi a fondo perduto (dal 40% al 65% a seconda dell’asse) per acquistare macchinari e attrezzature che eliminino rischi o riducano le emissioni rumorose, ecc. Pur essendo rivolto principalmente a settori industriali, uno studio medico può partecipare se, ad esempio, sostituisce una vecchia apparecchiatura radiologica con una nuova a minor emissione di radiazioni, migliorando la sicurezza dei lavoratori. Si tratta di casi di nicchia, ma vale la pena verificarne la fattibilità con consulenti di prevenzione.
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Cenno agli strumenti regionali e locali
Oltre alle misure nazionali descritte, molte Regioni e altri enti locali dispongono di programmi agevolativi specifici. Questi strumenti “regionalizzati” possono assumere la forma di bandi POR (Programmi Operativi Regionali cofinanziati dai fondi europei), leggi regionali per lo sviluppo, contributi camerali, ecc. Ad esempio, Regioni come Lombardia, Lazio, Veneto ecc. periodicamente attivano bandi per l’ammodernamento di studi medici e poliambulatori (con contributi a fondo perduto percentuali sulle spese in attrezzature e arredi); le Camere di Commercio spesso propongono “Voucher digitali I4.0” territoriali, con importi di 5.000-10.000 € a sostegno di investimenti tecnologici delle microimprese. Anche le Zone Franche Urbane o altri regimi locali possono offrire esenzioni fiscali ad attività (compresi studi professionali) localizzate in determinate aree svantaggiate o soggette a rigenerazione urbana. Data la specificità locale di queste agevolazioni, è fondamentale che il professionista interessato:
- Consulti i portali regionali dello sviluppo economico e della sanità per bandi dedicati alla sanità privata o all’impresa;
- Si rivolga alla ASL o all’Ordine dei Medici locale per informazioni su eventuali contributi provinciali/comunali (talvolta vengono erogati fondi – seppur rari – per dotazioni strumentali che migliorino l’offerta sanitaria territoriale);
- Verifichi con la Camera di Commercio di riferimento la presenza di voucher e contributi attivi per digitalizzazione o sicurezza;
- Consideri di coinvolgere un consulente in finanza agevolata locale, che abbia mappatura aggiornata di tali misure.
In questa sede non entriamo nei dettagli regionali, ma è bene tener presente che un progetto di investimento può spesso sommare al pacchetto nazionale (Sabatini, Fondo Garanzia, credito d’imposta) anche un aiuto locale se disponibile, incrementando il beneficio complessivo.
Esempi applicativi pratici
Di seguito vengono presentati tre esempi concreti che illustrano come uno studio di chirurgia estetica potrebbe combinare le varie agevolazioni per investire in nuove attrezzature, rispettando le normative e massimizzando i benefici economici.
- Acquisto di un laser chirurgico 4.0 in uno studio individuale (Centro Italia): esempio di un libero professionista titolare di uno studio di chirurgia estetica nel Lazio che decide nel 2025 di acquistare un nuovo laser frazionato per resurfacing cutaneo dal costo di €120.000. Il macchinario è dotato di software integrato e può dialogare con il PC gestionale dello studio (rispettando i requisiti Industria 4.0). Per finanziare l’investimento, si può adottare la seguente strategia:
- Finanziamento bancario + Nuova Sabatini: Si stipula con la sua banca un leasing di €120.000 in 5 anni. La banca richiede la Garanzia PMI all’80% sul leasing (riducendo il rischio) e applica un tasso agevolato. Il medico presenta domanda di Nuova Sabatini tramite la banca stessa, ottenendo dal MIMIT la prenotazione del contributo interessi. Beneficerà di circa €12.000 di contributo in conto impianti (calcolato al tasso 3,575% essendo bene “4.0”), erogato in 5 tranche annuali.
- Credito d’imposta 4.0: Parallelamente, in quanto bene iper-tecnologico, il laser darà diritto al credito d’imposta del 20%, pari a €24.000. Occorrerà far redigere da un ingegnere una perizia asseverata che attesti l’interconnessione del laser al sistema informatico sanitario dello studio e le altre caratteristiche richieste. Nella dichiarazione dei redditi 2025 indicherà l’investimento 4.0 e a partire dal 2026 userà il credito in compensazione (8.000 € annui per tre anni) per abbattere le imposte.
- Vantaggio complessivo: Grazie a queste agevolazioni cumulative, il costo effettivo si riduce notevolmente. Su €120.000 di spesa, recupera €24.000 come credito fiscale e circa €12.000 come contributo Sabatini, per un totale di €36.000. Al netto, il macchinario “pesa” €84.000, importo peraltro diluito in 5 anni via leasing. Inoltre, la presenza della garanzia pubblica gli ha permesso di ottenere il leasing senza dover immobilizzare capitali propri o fornire costose garanzie personali. Ovviamente dovranno essere rispettati tutti gli obblighi (tenere il bene interconnesso, conservare la perizia, inviare la comunicazione MIMIT del credito), ma con l’indiscutibile vantaggio di acquisire un macchinario all’avanguardia a un costo nettamente inferiore al prezzo di listino.
- Rinnovo di apparecchiature e arredi in una clinica estetica S.r.l. (Nord Italia): esempio di una società operante in Lombardia con 3 medici soci e 10 dipendenti che nel 2025 avvia un piano di ammodernamento acquistando: a) un nuovo sistema digitale per liposcultura assistita (€80.000, tecnologia tradizionale, non 4.0), b) un simulatore 3D del risultato post-operatorio per consulenze (€30.000, software avanzato 4.0), c) arredi e lettini medicali (€20.000). Investimento totale: €130.000. La clinica, avendo disponibilità, paga fornitori e leasing entro l’anno. Per finanziare parzialmente il progetto e recuperare liquidità, attiva queste leve:
- Credito d’imposta Sud (non applicabile) e regionale: (La clinica essendo al Nord non ha bonus Sud; verifica però bandi regionali lombardi.) Identifica un bando regionale per strutture sanitarie private che concede un contributo a fondo perduto del 40% su investimenti in dispositivi medici innovativi. Presenta domanda per il simulatore 3D (spesa €30k) ottenendo a fine anno un contributo di €12.000 dalla Regione.
- Nuova Sabatini e Garanzia: La clinica finanzia tramite banca solo il macchinario principale (€80k) optando per un finanziamento Sabatini di 5 anni. Anche se il macchinario non è “4.0”, può usare la Sabatini ordinaria: otterrà un contributo di circa €7.000 (interessi al 2.75%) dal MIMIT. La banca, comunque, per sicurezza ha richiesto la garanzia del Fondo PMI (80% essendo investimento).
- Credito d’imposta 4.0 (software): per il simulatore 3D rientrante tra i beni immateriali 4.0, purtroppo nel 2025 non c’è più il credito specifico (come c’era nel 2022-24). Tuttavia, la clinica riesce a includere parte dei costi software nel sistema complessivo offerto dal fornitore come “bene integrato” con il macchinario, rendendolo di fatto un investimento 4.0 materiale. In questo modo, potrà richiedere almeno sul simulatore una quota di credito 4.0. Supponiamo ottenga €6.000 di credito d’imposta per la parte software/hardware integrata.
- Beneficio finale: La clinica spende €130k ma recupera: €7k da Sabatini, €12k dal bando regionale, €6k da credito 4.0, totale €25.000. Inoltre finanzia €80k col prestito agevolato. Fiscalmente dedurrà/amortizzerà negli anni l’intero costo al 100% (essendo in regime ordinario). L’operazione migliora l’efficienza dello studio (nuovi lettini ergonomici, attrezzature più performanti) e l’esperienza paziente (simulatore 3D), con un uso sapiente di fondi pubblici senza indebitamento eccessivo.
- Apertura di un nuovo studio di chirurgia estetica nel Mezzogiorno: esempio di due medici che decidono nel 2025 di avviare insieme un centro di chirurgia estetica a Palermo. Come neo-imprenditori del Sud, possono sfruttare il programma Resto al Sud gestito da Invitalia per coprire le spese di avviamento. Presentano un progetto imprenditoriale con un piano di investimento di €150.000 (comprensivo dell’acquisto di alcune apparecchiature base: un elettrobisturi, una luce scialitica, ecografo e arredi, oltre a costi di ristrutturazione locali). L’agevolazione Resto al Sud finanzia il 100% di tale importo, erogato come 50% contributo a fondo perduto e 50% finanziamento bancario a tasso zero garantito dallo Stato. In pratica, i medici ottengono €75.000 a fondo perduto e un mutuo di €75.000 da rimborsare in 8 anni senza interessi, coperto dal Fondo PMI. Ciò permette loro di aprire lo studio senza capitale proprio iniziale. Dopo aver avviato l’attività, i due medici pianificano anche l’acquisto di un macchinario laser avanzato per laserlipolisi dal costo di €60.000 entro fine 2025. Essendo ormai lo studio operativo (e producendo reddito d’impresa), potranno questa volta sfruttare altre leve:
- Richiederanno un finanziamento Sabatini per il laser da €60k, ottenendo un contributo ministeriale sugli interessi (circa €4.500 considerando l’aliquota ordinaria, poiché il laser scelto non rientra nei beni 4.0). Anche su questo finanziamento la banca attiverà la garanzia PMI all’80%.
- In quanto impresa nel Mezzogiorno, lo studio potrà fruire del Credito d’imposta Sud/ZES Unica sul macchinario: supponendo piccola impresa, un credito del 45% pari a €27.000. Questo bonus ridurrà sensibilmente le imposte dovute negli anni successivi, permettendo di recuperare quasi la metà del costo. (Nota: il contributo Resto al Sud di norma non è cumulabile con il credito Sud sullo stesso investimento iniziale, in quanto già coperto al 100%; ma per investimenti successivi all’avvio, come in questo caso del laser, il Bonus Sud è applicabile in aggiunta al supporto iniziale.)
- Risultato: Nel complesso, l’operazione di avvio è stata possibile grazie a €75k di contributo a fondo perduto (che non graveranno sul bilancio dello studio) e a un prestito senza interessi – condizioni che un normale studio in altra parte d’Italia difficilmente avrebbe ottenuto. L’espansione con l’acquisto del laser è sostenuta da strumenti ordinari: il carico finanziario del prestito viene alleggerito dal contributo Sabatini e il costo fiscale ammortizzato dal credito d’imposta. I due medici, pur partiti da zero, grazie a questi “regimi contributivi di favore” riescono ad attrezzare uno studio moderno con debito contenuto e prospettive di redditività migliori (meno oneri finanziari e fiscali). Questo esempio evidenzia come nel Sud Italia vi siano incentivi addizionali per chi investe in sanità privata, nell’ottica di colmare il divario territoriale.
Conclusione
Gli strumenti di agevolazione finanziaria e fiscale descritti rappresentano per i chirurghi estetici un’occasione importante per innovare e far crescere il proprio studio minimizzando l’esborso e il rischio. L’accesso a un macchinario all’avanguardia o a un sistema digitale innovativo può avvenire con costi nettamente inferiori al prezzo di listino, se si sfruttano in combinazione finanziamenti agevolati (Sabatini), garanzie pubbliche, crediti d’imposta e contributi. Naturalmente, è fondamentale muoversi con cognizione di causa: verificare i requisiti normativi (ad esempio le caratteristiche tecniche 4.0, le tempistiche per ordini e interconnessioni, ecc.), rispettare le procedure di richiesta e rendicontazione, e magari farsi assistere da un consulente esperto in finanza agevolata. Inoltre, il panorama delle agevolazioni è in continua evoluzione: nel corso del 2025 potranno aprirsi nuovi bandi (si pensi alle possibili misure del programma “Transizione 5.0” in discussione) o prorogarsi quelle esistenti. Per questo si raccomanda di restare aggiornati tramite le fonti istituzionali (Ministero, Agenzia delle Entrate, Invitalia, Regione) e di consultare i testi normativi di riferimento – ad esempio la Legge di Bilancio 2025 e i relativi decreti attuativi – per un corretto inquadramento giuridico. Con una pianificazione attenta e informata, uno studio di chirurgia estetica può cogliere appieno i vantaggi di queste agevolazioni, traducendoli in una maggiore competitività e sostenibilità economica della propria attività professionale.