ECM e massofisioterapisti: sentenza TAR e implicazioni

Scopri cosa è successo con la sentenza del TAR riguardo ECM e massofisioterapisti. Analisi delle implicazioni per la formazione continua e la professione.

Sommario

  1. La sentenza del Tar: ecco cosa è successo
  2. Cosa cambia per la formazione ECM
  3. Un nodo ancora irrisolto: il riconoscimento giuridico
  4. Le reazioni della categoria
  5. Verso una sanità più inclusiva e aggiornata

La recente sentenza del TAR del Lazio riaccende l’attenzione sul tema della formazione continua in medicina (ECM) e sul riconoscimento della figura del massofisioterapista nel panorama delle professioni sanitarie. In un contesto normativo e formativo ancora sfumato, la decisione del tribunale ha chiarito alcuni punti fondamentali, ma ha anche aperto nuove riflessioni sulla legittimità, l’autonomia e gli obblighi formativi di questa figura.

La sentenza del Tar: ecco cosa è successo

Il TAR del Lazio, con la sentenza n. 8860/2024, ha accolto il ricorso di alcuni massofisioterapisti contro il provvedimento della Commissione Nazionale ECM, che escludeva questa categoria dal sistema della formazione continua obbligatoria. Secondo il TAR, la decisione era discriminatoria e priva di una chiara base giuridica. 

Nel dettaglio, la Commissione aveva sostenuto che i massofisioterapisti non rientrassero nelle professioni sanitarie riconosciute dalla legge 251/2000 o dalla legge 3/2018 (cosiddetta “legge Lorenzin”), e quindi non soggetti all’obbligo ECM. Tuttavia, i ricorrenti — titolari di titoli rilasciati ai sensi della legge 403/1971 — hanno dimostrato di svolgere attività assimilabili a quelle di fisioterapisti, in contesti pubblici e privati, e di essere già registrati in elenchi professionali presso enti previdenziali o assicurativi. 

Il TAR ha ritenuto illegittimo escludere in modo generalizzato tutti i massofisioterapisti dalla formazione ECM, affermando che la qualifica professionale, se accompagnata da un’attività concreta e continuativa nel settore, implica un obbligo di aggiornamento al pari delle altre professioni sanitarie. 

Cosa cambia per la formazione ECM

La sentenza ha una portata significativa sotto diversi profili: 

  • Riconoscimento di fatto del ruolo sanitario dei massofisioterapisti, almeno per chi è in possesso di titoli pre-1999 o riconosciuti secondo la normativa vigente. 
  • Inclusione nel sistema ECM, con l’obbligo di formazione continua, al pari di altre professioni sanitarie come fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali, ecc. 
  • Responsabilità formativa che ricade anche su enti accreditati, aziende sanitarie e provider ECM, che dovranno garantire percorsi dedicati a questa categoria. 
  • Tutela per i pazienti, che potranno contare su professionisti aggiornati e soggetti a standard formativi uniformi. 

 

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Un nodo ancora irrisolto: il riconoscimento giuridico

La vicenda giudiziaria, sebbene importante, non sana del tutto l’ambiguità normativa che da anni caratterizza la figura del massofisioterapista. Molti professionisti sono in possesso di titoli riconosciuti a livello regionale, ottenuti in istituti privati o convenzionati, spesso prima dell’istituzione dei corsi universitari di fisioterapia. 

L’assenza di un albo specifico e di un inquadramento nazionale uniforme rende la situazione ancora complessa, sia per i professionisti, sia per le istituzioni sanitarie. Tuttavia, la sentenza rappresenta un passo avanti importante, perché sancisce il principio che l’attività svolta con continuità e riconoscimento sociale ha valore legale anche ai fini dell’obbligo formativo. 

Le reazioni della categoria

Diverse associazioni di categoria dei massofisioterapisti hanno espresso soddisfazione per la sentenza, definendola un riconoscimento della dignità professionale di chi opera da anni sul campo, spesso con formazione e competenze equiparabili a quelle di professionisti pienamente regolamentati. 

Molti chiedono ora: 

  • Un tavolo ministeriale per il riconoscimento giuridico definitivo; 
  • Percorsi di equiparazione e riqualificazione per colmare eventuali gap formativi; 
  • Maggiore chiarezza per evitare discriminazioni tra professionisti che svolgono le stesse mansioni. 

Verso una sanità più inclusiva e aggiornata

La sentenza del TAR sul caso ECM e massofisioterapisti rappresenta un segnale forte a favore della parità di trattamento tra professionisti che operano nel campo della riabilitazione e della terapia manuale. In un sistema sanitario che evolve rapidamente, garantire formazione continua a tutti non è solo un obbligo normativo, ma una necessità etica per la tutela della salute pubblica. 

Resta ora da capire se e come le istituzioni recepiranno questa pronuncia, integrandola in una più ampia riforma delle professioni sanitarie "storiche" ma non ancora completamente riconosciute. 

Di: Cristina Saja, giornalista e avvocato

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