Il semestre filtro è stato introdotto come nuova modalità di selezione per l’accesso a Medicina. L’obiettivo dichiarato era semplificare e rendere più equo l’accesso al corso di laurea, ma già dal primo appello, il 20 novembre 2025, sono emerse numerose problematiche. Circa 55.000 studenti hanno sostenuto la prova, ma sui social e nei gruppi privati sono comparse foto dei quesiti, talvolta (pare) mentre il test era ancora in corso.
Questi episodi hanno fatto nascere sospetti di violazioni delle regole, in particolare sull’uso di dispositivi elettronici vietati. Anaao, attraverso una nota, ha commentato la situazione sostenendo che “le numerose segnalazioni di irregolarità nella prima tornata di esami del semestre filtro a Medicina rappresentano il prevedibile – e triste – epilogo di un impianto concorsuale profondamente sbagliato per la selezione dei medici di domani”.
Irregolarità, polemiche e posizioni istituzionali
Le presunte irregolarità emerse, nonostante le prime rassicurazioni ministeriali, hanno suscitato una pronta reazione delle istituzioni. La CRUI, attraverso la presidente Laura Ramaciotti, ha dichiarato: “La massima fermezza nell’individuazione dei responsabili di questi atti per ripristinare il rispetto di tutte le procedure. In alcuni casi gli atenei sono già tempestivamente intervenuti ritardando e annullando i compiti. Le università vigileranno perché questi fatti non si ripetano”.
Parallelamente, la Ministra Bernini ha difeso la validità generale della prova, affermando che “la prova si è svolta nel pieno rispetto delle regole su tutto il territorio nazionale, abbiamo dimostrato che il semestre aperto funziona”. Tuttavia, il bilancio della prima tornata ha evidenziato forti disagi: decine di foto delle prove circolate sul web e picchi anomali di ricerche su Google di termini tecnici come “Complesso TIM23” e “Amminoacil-tRNA” hanno confermato che molti candidati hanno potuto utilizzare dispositivi non consentiti. L’insieme di queste criticità ha alimentato dubbi sul sistema di selezione, confermando le preoccupazioni già espresse dalla CRUI e dai sindacati medici.
La ricognizione ministeriale e i primi risultati dell’indagine
Nei giorni successivi, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha avviato una ricognizione sistematica del materiale diffuso online per verificare l’eventuale presenza di immagini riconducibili ai compiti d’esame. Attraverso un crawler, capace di analizzare milioni di contenuti web, è stato appurato che nessun compito è stato pubblicato durante lo svolgimento delle prove. Le foto circolate derivano da due moduli domande pubblicati soltanto al termine della sessione, senza la presenza dei fogli risposta, e riconducibili ad alcune prove svolte a Napoli e Catania.
Le prove risultano ancora anonimizzate, ma al momento dell’associazione dei compiti ai candidati saranno possibili gli annullamenti previsti dalle procedure vigenti. Inoltre, sono stati individuati post in cui alcuni partecipanti dichiarano di aver copiato, materiale che sarà trasmesso alla Polizia postale per ulteriori accertamenti.
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Le conseguenze per studenti e famiglie
Gli studenti e le loro famiglie si sono trovati di fronte a un sistema selettivo ancora più gravoso, con tre prove a crocette di biologia, chimica e fisica, nonostante la promessa di abolizione del test. Anaao denuncia il peso economico e psicologico su chi aspira a diventare medico: costi elevati per corsi preparatori, rette universitarie, trasferimenti fuori sede e incertezza sul futuro professionale. “Siamo di fronte al caos consumato sulla pelle dei giovani aspiranti medici”, sottolineando che il numero chiuso non solo non è stato abolito, ma resta un privilegio per chi può permettersi corsi e rette private. Le difficoltà colpiscono studenti, associazioni, professori e persino la CRUI, mentre gli unici beneficiari appaiono essere le aziende che organizzano corsi preparatori e alcuni studi legali specializzati in ricorsi collettivi.
Proposte e prospettive di riforma
Di fronte a questo scenario, Anaao chiede che al tavolo interministeriale siano coinvolti anche medici in prima linea, chi “la medicina la pratica ogni giorno”, per poter migliorare o superare l’attuale impianto concorsuale. Il sindacato suggerisce di programmare in maniera puntuale i fabbisogni di medici, riformare profondamente il sistema formativo e creare un core curriculum con competenze certificate. Si propone un vero contratto di formazione lavoro e un test nazionale uniforme, con bibliografia nota e rigorosi controlli, supportato da corsi gratuiti online organizzati dal MUR, per ridurre le disuguaglianze economiche.
Come sottolineano Pierino Di Silverio e Giammaria Liuzzi: “Auspichiamo che, finita la stagione delle contrapposizioni, anche il MUR comprenda che continuare in un poco proficuo muro contro muro fa male alla università, alla formazione, agli studenti, ai medici e soprattutto ai cittadini ovvero i pazienti di ieri, di oggi e domani”.