Televisita sanitaria: la guida

Come funziona la televisita? Scoprilo con la guida di Consulcesi Club

La Missione 6 Salute del PNRR prevede uno stanziamento di ben € 4.000.000.000 per l’investimento M6C1 Casa come primo luogo di cura e telemedicina, per aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare, in particolare a favore di pazienti di età superiore ai 65 anni con una o più patologia croniche o non autosufficienti.

Un obiettivo particolarmente importante e ambizioso, specialmente per il nostro Paese, che va incontro ad un costante invecchiamento della popolazione.

Di questi 4 miliardi, € 2.720.000.000 sono destinati al subinvestimento relativo all’assistenza domiciliare (M6C1), per aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare, con l’intento di prendere in carico, entro la metà del 2026, almeno il 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni, in linea con le migliori prassi europee, migliorando così l’attuale media tra le diverse regioni italiane, di poco inferiore al 5%,

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Come funziona la televisita e quali sono le procedure a cui fare attenzione con i pazienti? Scoprilo con la Guida di Consulcesi Club.

Le linee guida per l’assistenza domiciliare

Con decreto del Ministero della Salute del 29 aprile 2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 24 maggio 2022, sono state approvate le linee guida organizzative contenenti il Modello digitale per l’attuazione dell’assistenza domiciliare, costituenti la milestone EU M6C1-4 della Missione 6 del PNNR.

Le linee guida, per attuare l’assistenza domiciliare, fanno riferimento ad alcune componenti fondamentali del modello organizzativo, e nello specifico:

  1. Il servizio di assistenza domiciliare, che garantisce la continuità dell’assistenza;
  2. La pianificazione degli accessi domiciliari, sviluppata nell’arco dell’intera settimana, tenendo conto della complessità clinico-assistenziale dei singoli pazienti;
  3. Il servizio di cure domiciliari integrato con le prestazioni di telemedicina da remoto.

Le linee guida, oltre a voler raggiungere il traguardo della presa in carico a domicilio di almeno il 10% della popolazione ultrasessantacinquenne, mirano a una serie di ulteriori traguardi:

  • Garantire a tutta la popolazione lo stesso livello e la stessa qualità di assistenza e cure erogate, azzerando il gap tra i diversi contesti geografici;
  • fornire al paziente un’assistenza completa, che risponda ai bisogni clinico-assistenziali e a quelli psicologici, per ridurre l’impatto negativo del vissuto di malattia;
  • ridurre gli accessi al pronto soccorso, l’ospedalizzazione e tutti i rischi ad essa legati;
  • permettere una dimissione protetta dalle strutture di ricovero, assicurando, attraverso cure di pari efficacia, continuità assistenziale a domicilio;
  • ridurre gli accessi in day hospital, sviluppando soluzioni alternative a domicilio;
  • ridurre gli accessi dei pazienti in luoghi non appropriati per la specifica patologia;
  • prendere in carico il paziente a domicilio, gestendolo e assicurandone il monitoraggio costante dei parametri clinici, per ridurre il rischio dell’insorgere di complicazioni in persone a rischio o in malati cronici;
  • istruire la famiglia del paziente, erogando educazione terapeutica nel proprio contesto di vita, favorendo l’attività di sorveglianza sanitaria;
  • aumentare l’utilizzo dei servizi a distanza per una più efficace risposta ai bisogni assistenziali dei cittadini;
  • migliorare la qualità della vita del paziente, della sua famiglia e dei caregiver;
  • migliorare le transizioni tra setting (di ricovero e domiciliare) grazie all’informatizzazione e all’interoperabilità dei sistemi, favorendo la continuità informativa nel passaggio dall’assistenza ospedaliera o clinica a quella domiciliare.

La presa in carico a domicilio e i servizi di telemedicina

La presa in carico di un paziente a domicilio, oltre che con le prestazioni mediche e assistenziali in presenza, può essere garantita anche tramite servizi di telemedicina.

Le linee guida individuano nella domotica lo strumento per incrementare le prestazioni e l’assistenza domiciliare, con particolare attenzione ai pazienti anziani e con disabilità, poiché questo tipo di strumentazione aumenta l’efficacia dell’intervento sanitario e sociale, riducendo al contempo il rischio di istituzionalizzazione.

Il problema, all’atto pratico, è capire se il paziente, la sua famiglia e i sanitari riusciranno ad adattarsi all’utilizzo della domotica, e se il SSN riuscirà davvero ad erogare in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale gli stessi standard di assistenza tecnico-sanitaria.

Sotto il profilo delle persone, all’interno del percorso di presa in carico domiciliare intervengono, oltre al paziente:

  1. il Medico di Medicina Generale (MMG) o il Pediatra di Libera Scelta (PLS), che ha la responsabilità clinica del paziente nel percorso generale di presa in carico;
  2. l’infermiere, quale componente dell’equipe multiprofessionale, punto di riferimento nella presa in carico del paziente sia per la sua famiglia che per i sanitari, all’occorrenza può svolgere attività di case manager in base al piano di cura domiciliare prescritto;
  3. la Centrale Operativa Territoriale (COT) e la Centrale operativa dell’ADI (se presente), con l’importante compito di organizzare e tracciare la presa in carico e le eventuali transizioni tra setting di ricovero e domiciliare necessarie, provvedendo al raccordo tra i diversi soggetti e i diversi livelli assistenziali.

Sotto il profilo tecnologico, le linee guida auspicano che i servizi di telemedicina siano organizzati, a livello tecnico, localmente, tramite ad esempio il Centro servizi o un Centro erogatore per la telemedicina, con il compito di:

  • installare ed effettuare la manutenzione degli strumenti nei siti remoti (ad esempio a casa del paziente),
  • fornire, gestire ed effettuare la manutenzione dei mezzi di comunicazione tra pazienti e medici o altri operatori sanitari;
  • addestrare i pazienti e i familiari all’uso di questi strumenti tecnici.

Il Centro servizi non ha alcuna possibilità di intervenire a livello di responsabilità clinica, e deve rispondere al Centro erogatore dello svolgimento efficace dei suoi compiti, in particolare dell’integrità e sicurezza delle informazioni sanitarie e sociosanitarie a valenza sanitarie trasmesse durante le attività di telemedicina.

I servizi di telemedicina contemplati dalle linee guida sono i seguenti:

La televisita – definizione

La televisita è un vero e proprio atto medicodurante il quale il professionista sanitario interagisce con il paziente, a distanza e in tempo reale, anche con il supporto di un caregiver.

Durante la televisita il medico può prescrivere farmaci o ulteriori approfondimenti clinici, senza che il paziente si debba spostare da casa: aspetto molto importante per garantire la continuità nella cura e nell’assistenza del malato, soprattutto per i più fragili e gli anziani.

In parole povere, possiamo dire che la televisita è una visita effettuata in modalità telematica.

Secondo il Codice deontologico medico, la televisita:

a) non può essere automaticamente considerata sostitutiva della prima visita medica in presenza,

b) non può mai essere considerata l’unico mezzo per portare avanti la relazione tra medico e paziente.

È solo ed esclusivamente il medico a poter decidere in quali situazioni e in che misura la televisita può favorire l’assistenza al paziente, utilizzando gli strumenti di telemedicina per le attività di rilevazione o monitoraggio a distanza dei parametri biologici e di sorveglianza clinica.

Le linee guida, in conformità al Codice Deontologico, prescrivono che l’utilizzo della televisita sia limitato alle attività di controllo di pazienti la cui diagnosi sia già stata formulata durante una precedente visita in presenza.

La televisita - finalità

Le finalità da raggiungere attraverso la prestazione sanitaria erogata in televisita sono tipizzate all’interno delle linee guida, che parlano di:

  • follow up di una patologia nota,
  • conferma, aggiustamento o cambiamento di terapie in corso,
  • valutazione anamnestica per la prescrizione di esami diagnostici, o di stadiazione di patologia nota o sospetta,
  • verifica da parte del medico degli esiti di esami effettuati, ai quali può seguire la prescrizione di una terapia ovvero di ulteriori eventuali approfondimenti.

Per il raggiungimento di queste finalità, il medico durante la televisita può interagire a distanza, in tempo reale, non solo con il paziente, ma anche con un caregiver o un operatore sanitario che lo supportino nell’assistenza e nell’aiuto al malato.

Prima di una televisita, il medico può chiedere al paziente di condividere dati, informazioni, misurazioni o questionari, per una maggiore personalizzazione della prestazione sanitaria erogata.

La televisita - richiesta e prescrizione, modalità di erogazione

I soggetti che, nell’ambito dell’assistenza domiciliare, possono richiedere una televisita, sono:

1. il Medico di Medicina Generale o il Pediatra di Libera Scelta,

2. Il Medico di Continuità Assistenziale (MCA) o il Medico del Distretto sanitario,

3. Il Medico specialista.

La prescrizione della televisita avviene tramite ricetta dematerializzata, e non è soggetta a valutazione da parte dell’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM).

La prescrizione è obbligatoria qualora la televisita sia erogata da uno specialista esterno all’equipe domiciliare che eroga prestazioni di specialistica ambulatoriale; in tutti gli altri casi, non è necessaria.

La televisita deve essere attivata dalle Centrali Operative Territoriali (COT) oppure – in base all’organizzazione locale – dalla Centrale Operativa dell’ADI (se presente).

Le linee guida prevedono la possibilità di attivazione di automatismi per prenotare la televisita su agende dedicate, senza però specificare le modalità tecniche di realizzazione di questo tipo di strumento.

Per l’erogazione della televisita non è richiesta l’esistenza di un Piano Assistenziale Individualizzato (PAI).

L’erogazione della televisita, in linea di principio, spetta solo al medico specialista.

Tuttavia, le linee guida ritengono utile, per raggiungere la finalità dell’assistenza domiciliare al 10% della popolazione over 65, estendere la possibilità di erogare la televisita direttamente anche al Medico di medicina Generale, al Pediatra di Libera Scelta, al Medico di Comunità Assistenziale o al Medico del Distretto che fa parte dell’equipe domiciliare.

Nel caso in cui la televisita venga erogata da uno dei componenti dell’equipe domiciliare, il medico dovrà annotare l’esito della televisita all’interno della cartella domiciliare del paziente, utilizzando le procedure della ricetta dematerializzata.

Se, invece, la televisita è erogata da uno specialista esterno all’equipe domiciliare, all’esito il medico rilascerà un referto che sarà inserito – anch’esso – all’interno della cartella domiciliare del paziente..

La televisita – supporti tecnici e condivisione delle informazioni

Sotto il profilo tecnico, le linee guida sono molto generiche, forse anche troppo.

Si limitano, infatti, a richiedere l’esistenza di una dotazione tecnologica di base per effettuare la videochiamata, unitamente a strumenti di consultazione della documentazione clinica.

Le linee guida, inoltre, prescrivono, nella predisposizione tecnica della televisita, la costante garanzia di scambiare in tempo reale dati clinici, referti medici, immagini audio e video, sia prima che durante la visita.

Tutte le informazioni del paziente devono essere sempre disponibili nella cartella domiciliare del paziente, cui sono autorizzati ad accedere il medico e i professionisti dell’equipe, se presenti.

La cartella domiciliare, sotto il profilo tecnico, dovrà essere progettata in modo da poter interagire con gli applicativi utilizzati dal Medico di Medicina Generale o dal Pediatra di Libera Scelta, nonché con la ricetta dematerializzata e il Fascicolo Sanitario Elettronico.

Le linee guida si concludono con un’affermazione che sembra vanificare tutto l’ambizioso progetto del PNRR: se il paziente non rispetta gli standard clinici o tecnici per effettuare la televisita, dovrà optarsi per la visita in presenza o tradizionale.

Dato che lo scopo della missione del PNRR è quello di riuscire ad erogare assistenza domiciliare al 10% della popolazione con più di 65 anni, sembra di leggere la cronaca di una sconfitta già annunciata.

Un paziente ultrasessantacinquenne è, di fatto, quello maggiormente a rischio di NON rispettare gli standard clinici e tecnici per la televisita:

  • A causa della gravità delle patologie che lo affliggono, che rendono necessario un approccio tradizionale,
  • A causa dell’analfabetismo digitale della popolazione, che inevitabilmente interessa i non nativi digitali.

La pioggia di milioni di euro che arriverà dal PNRR, in teoria, dovrà rendere l’Italia un posto migliore, facendo sì che nelle case di tutti gli anziani esista una rete internet e vengano installate dal S.S.N. le apparecchiature necessarie per la televisita, senza differenze geografiche o territoriali.

Questo progetto, però, non fa i conti né con le pensioni basse che non consentono a tutti di abbonarsi alla rete internet, né con la difficoltà di avere una connessione veloce in molti territori italiani.

L’auspicio è che le finalità e i buoni propositi non siano solo parole per riempire le pagine dei progetti presentati all’Unione Europea, ma che davvero i fondi erogati – che le nuove generazioni dovranno restituire, anche solo in parte – servano a migliorare la vita dei pazienti e del personale sanitario, erogando prestazioni di qualità senza distinzioni geografiche o territoriali.

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