HIV in Italia: 2.379 nuovi casi, uno su cinque sotto i 29 anni. Diagnosi tardive restano alte

In Italia il 60% delle diagnosi HIV arriva in ritardo: lo studio ISS rivela i dati 2024 e l’importanza della prevenzione e dei test.

Nel 2024 in Italia sono state registrate 2.379 nuove diagnosi di HIV, in lieve calo rispetto al 2023 (–128 casi), con un’incidenza di 4 casi ogni 100.000 residenti. La trasmissione resta prevalentemente sessuale, soprattutto attraverso rapporti eterosessuali (46%) e tra maschi che fanno sesso con maschi – MSM (41,6%). Preoccupa il peso delle diagnosi tardive, che rappresentano il 60% del totale, con l’83,6% dei nuovi casi di AIDS scoperti solo nei sei mesi precedenti. I giovani sotto i 29 anni concentrano il 20% delle nuove diagnosi, segnale di una circolazione del virus ancora attiva in questa fascia d’età. Sul fronte terapeutico, oltre il 95% delle persone in cura raggiunge la soppressione virale, mentre il 5% resta scoperto soprattutto per problemi di aderenza. Le terapie antiretrovirali long acting, con iniezioni ogni due mesi, migliorano aderenza e qualità di vita. Centrale anche la PrEP, orale o iniettabile, strumento di prevenzione altamente efficace per ridurre le nuove infezioni.

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Di: Gloria Frezza, giornalista professionista

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