Diventare medico di base: le contraddizioni di un percorso

Quella del medico di base è una professione che prima era molto interessante e ora sta perdendo di interesse, perché? Le ragioni variano: dal percorso, alle incombenze, alla grande burocrazia e il basso raggio di azione. Vediamo cosa succede

Sommario
  1. Una professione che sta perdendo il suo appeal?
  2. Come si diventa Medico di base?
  3. Il primo ostacolo è di sicuro il test di ammissione a Medicina

Il Medico di base ovvero il Medico di Famiglia, cioè il professionista sanitario medico specializzato in Medicina Generale è un importantissimo anello di congiunzione tra cittadino e Servizio Sanitario Nazionale. Il Medico di Famiglia è colui che eroga le sue prestazioni gratuitamente, in quanto rientrano nell’ambito della convenzione con il SSN le visite ambulatoriali e domiciliari, le prescrizioni di farmaci ed esami, la richiesta di ricovero e le vaccinazioni, i certificati di malattia e le riammissioni a lavoro o a scuola. Può erogare, su parcella, tutte le attività che non rientrano tra queste. L’unico vincolo per il Medico di Famiglia riguarda il numero massimo di assistiti, non più di 1500 assistiti e a livello retributivo questa professione dovrebbe essere molto soddisfacente.

Una professione che sta perdendo il suo appeal?

Secondo gli ultimi dati, però, la professione del Medico di base sembra perdere il suo appeal. Pare che alla base dei malumori ci sia una quantità indicibile di burocrazia e una resistenza al cambiamento, soprattutto di fronte all’incremento di patologie croniche e comorbidità da una parte e la necessità di assistenza territoriale più concreta e incisiva dall’altra. Il risultato è che i medici ribadiscono a gran voce che “la parte clinica è sempre più mortificata” e che l’attenzione nei confronti del paziente può essere ostacolata dalle azioni da compiere.

Tra le ultime notizia di cronaca a proposito, ci sono articoli che riprendono – ad esempio – lo strano caso di Milano. L’ultimo bando di Ats di Milano prevedeva 424 posti come medico di famiglia in città, nell’hinterland e a Lodi. Sono giunte soltanto 48 candidature, in media 1 candidatura su 10 posti offerti. L’avviso era stato pubblicato in tutta la regione a fine marzo, con scadenza 11 aprile. La Lombardia ha messo a disposizione 1.232 posti, di cui 424 nel territorio di Ats Milano. Oltre a questi, ce n’erano anche 15mila come medico di continuità assistenziale (guardia medica) e come pediatra. Per i primi non si è presentato nessuno, anche perché erano riservati solo ai medici già titolari di turno e sarà presto riaperto a specializzandi e giovani medici. Per i secondi, invece, le candidature sono state 88 a fronte di una ventina di posti messi a bando.

Un altro allarme era già stato lanciato a gennaio 2023 dalla FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), che in merito aveva divulgato dati preoccupanti: i dottori che mancano in Piemonte sono 300, è coperto solo il 53% dei posti e, per quanto riguarda l’Asl TO4, i posti coperti sono 10, a fronte dei 47 necessari per essere al completo.

Questi sono solo due casi presi ad esempio.

Il quadro non è diverso nell’immaginario collettivo italiano e la situazione sembra peggiorare di giorno in giorno. Le istituzioni, però, sembrano essersene accorte, tanto che all’interno del Decreto Bollette, è previsto un incremento di tariffa oraria e indennità anche per i medici di famiglia.

Tra le maggiori difficoltà, anche il fatto che il lavoro del medico di famiglia è di fatto regionalizzato e quindi non omologo in tutto il Paese. Questa è una delle critiche più pesanti mosse dopo la presentazione della riforma post-pandemia.

Come si diventa Medico di base?

Per diventare Medico di Famiglia è necessario innanzitutto superare il test di ammissione alla facoltà di Medicina e Chirurgia, anche sulla base dei nuovi TOLC-med e, ovviamente, superare tutti gli esami e laurearsi. Dopo la laurea, sarà necessario superare l’esame di Stato per ottenere l’abilitazione alla professione medica. A questo punto si dovrà sostenere l’esame pubblico di ammissione al percorso di formazione specialistica in Medicina Generale, della durata di 3 anni. Una volta superato il triennio di specializzazione, ci si inserisce in graduatoria facendo domanda di inserimento nelle liste regionali delle Asl, cercando di accumulare quanti più punti possibile attraverso sostituzioni e turni in guardia medica.

Divenuti Medici di Famiglia, si dedicherà la vita ad occuparsi della diagnosi e cura delle patologie acute di pertinenza della Medicina Generale; della gestione e cura del paziente anziano, cronico, o poli-patologico, con particolare riguardo alla diagnostica di primo livello e alla prescrizione dei farmaci che i suoi assistiti assumono regolarmente. Oltre a tutte le funzioni per cui non si può far a meno del medico di base, dall’entrata in vigore della legge 38/2010, questi è incaricato in prima istanza al trattamento del dolore cronico benigno o oncologico (terapia del dolore e cure palliative). Infine, in virtù del suo ruolo, viene riconosciuto come incontro tra il cittadino-paziente e gli specialisti (nel pubblico e nel privato), i medici ospedalieri, i Pronto Soccorso, le istituzioni (scolastiche, aziendali).

Il primo ostacolo è di sicuro il test di ammissione a Medicina

Come riportano le stime, il problema della carenza di medici in generale nasce dal numero chiuso, dalla programmazione, dagli accessi universitari a Medicina che sono sempre meno. A questo, poi, si aggiunge la mancata scelta dell’indirizzo di Medicina generale da parte degli specializzandi.

Fatto sta che questo incide su un dato terribile: sono 2 milioni gli italiani attualmente senza medico di famiglia.

Cristina Saja, giornalista e avvocato

Di: Redazione Consulcesi Club

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