Lo smaltimento dei rifiuti medici negli studi medici

Il tema dello smaltimento dei rifiuti sanitari in uno studio medico è molto importante per tutti i professionisti sanitari. Nonostante non esista un Testo Unico che lo disciplini, vi sono leggi e criteri specifici da seguire per una corretta gestione.

Sommario
  1. Come smaltire i rifiuti dello studio medico non assimilabili ai rifiuti urbani?
  2. Verificare come smaltire i rifiuti dello studio presso il proprio Comune

Lo smaltimento dei rifiuti, a tutti i livelli e per tutti i settori, è un tema cruciale in un momento in cui la tutela e la salvaguardia dell’ambiente sono sempre più relazionati al benessere anche fisico di tutta la popolazione. Tuttavia, da un punto di vista normativo, non esiste un vero e proprio Testo Unico che disciplini lo smaltimento dei rifiuti all’interno di uno studio medico. Quando viene avviato uno studio professionale avente ad oggetto attività sanitaria, perciò, il professionista sanitario dovrà barcamenarsi tra queste leggi:

  • Decreto legislativo n. 22/1997 che reca l’attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio
  • P.R. n. 254/2003 che contiene il regolamento recante la disciplina della gestione dei rifiuti sanitari
  • lgs. n. 152/06 che contiene il Codice dell’Ambiente

Come smaltire i rifiuti dello studio medico non assimilabili ai rifiuti urbani?

Come abbiamo visto, non tutti i rifiuti medici sono assimilabili ai rifiuti urbani e, in quanto tali, necessitano di diverse modalità di conservazione e smaltimento.

I rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo devono essere smaltiti tramite termodistruzione in impianti appositamente autorizzati, quali:

  1. impianti di incenerimento di rifiuti urbani e impianti di incenerimento di rifiuti speciali
  2. impianti di incenerimento dedicati

Nel caso di impianti di incenerimento promiscui (rifiuti urbani e speciali insieme), i rifiuti speciali sono introdotti direttamente nel forno senza prima essere mescolati con altre categorie di rifiuti e, alla bocca del forno, è ammesso il carico contemporaneo con altre categorie di rifiuti.

I rifiuti derivanti da sostanze stupefacenti o psicotrope, invece, devono essere smaltite in appositi impianti di incenerimento appositamente autorizzati.

Lo smaltimento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo va diviso in quattro fasi:

  1. deposito temporaneo
  2. deposito preliminare
  3. raccolta
  4. trasporto dei rifiuti

Durante l’intero ciclo, il rifiuto pericoloso deve essere inserito in un apposito imballaggio a perdere, anche flessibile, su cui sia ben visibile la scritta “Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo” e il simbolo del rischio biologico.

Se invece si tratta di rifiuti taglienti o pungenti (pensiamo agli aghi usati per fare i vaccini), l’imballo deve recare la scritta “Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo taglienti e pungenti”.

Gli imballaggi devono avere caratteristiche che li rendano idonei a resistere a urti e sollecitazioni che possono subire durante la movimentazione e il trasporto, e devono essere realizzati in un colore adatto a distinguerli dagli imballaggi utilizzati per il conferimento delle altre tipologie di rifiuti. I rifiuti così imballati dovranno poi essere inseriti in un secondo contenitore rigido esterno, recante le stesse scritte dei contenitori flessibili.

Dal momento in cui i contenitori “rigidi” vengono chiusi con all’interno l’imballaggio flessibile, si determina la creazione del rifiuto vero e proprio, e inizia a decorrere il tempo per il deposito temporaneo. Il deposito temporaneo dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo deve essere effettuato in condizioni tali da non causarne alterazioni e può avere una durata massima di cinque giorni dalla chiusura del contenitore, esteso a trenta giorni per quantitativi inferiori a 200 litri. Il deposito preliminare di questa particolare tipologia di rifiuto non deve, di norma, superare i cinque giorni. La durata massima del deposito, in ogni caso, viene fissata nel provvedimento di autorizzazione, e può anche essere previsto l’utilizzo di sistemi refrigeranti che evitino l’alterazione del contenuto degli imballaggi.

I farmaci scaduti, quali rifiuti sanitari che richiedono particolari sistemi di gestione e smaltimento, devono essere smaltiti in impianto di incenerimento; anche in questo caso, lo studio dovrà dotarsi di apposito contenitore fornito da una ditta specializzata.

Verificare come smaltire i rifiuti dello studio presso il proprio Comune

I Comuni potrebbero prevedere, nei singoli regolamenti rifiuti, delle speciali tariffe per la gestione dei rifiuti solidi urbani per i produttori di rifiuti speciali.

È consigliabile, perciò, che lo studio medico si rivolga sempre, per una migliore gestione dei rifiuti, al proprio Comune e alla ditta che gestisce lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani sul territorio. La ditta, infatti, potrebbe essere specializzata anche nello smaltimento dei rifiuti sanitari e riservare particolari condizioni agli studi medici del territorio. È inoltre importante verificare che la ditta cui ci si rivolge per lo smaltimento dei rifiuti sanitari sia dotata di tutte le autorizzazioni necessarie per trattare questa particolare tipologia di rifiuto.

Di: Redazione Consulcesi Club

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