Non solo Covid: crescono anche i casi di Dengue. Le notizie della settimana

Cosa è successo in ambito sanitario durante l’ultima settimana, dall’aumento dei casi di Sars-CoV-2 e di Dengue alle difficoltà che si stanno riscontrando per far entrare a regime le Case della Comunità

Sommario

  1. Schillaci: “Le risorse arriveranno in manovra”
  2. Il ritorno del Covid. La situazione in Italia e in Europa
  3. Schillaci: “A lavoro per la prevenzione Covid nelle scuole”
  4. Dengue, Andreoni: "Crescita casi ci preoccupa, medici famiglia in allerta"
  5. PNRR, le Case della Comunità sono un flop?

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha affrontato diversi temi cruciali durante la festa nazionale di Italia Viva. Ha sottolineato che la manovra per la sanità richiede non solo risorse finanziarie ma anche una migliore organizzazione, ha evidenziato l'importanza di affrontare le liste d'attesa e ha discusso della carenza di personale medico e infermieristico. Infine, il Ministro ha menzionato l'importanza della prevenzione Covid nelle scuole e l'arrivo dei nuovi vaccini aggiornati.

A tal proposito, il Covid-19 continua a diffondersi in Europa, e diversi paesi stanno anticipando le campagne di vaccinazione per prevenire sovraccarichi nei sistemi sanitari pubblici. In Italia, il numero di casi settimanali di Covid-19 è aumentato significativamente nelle ultime quattro settimane, con un aumento del tasso di positività e dell'incidenza del virus. Inoltre, è emerso un crescente numero di casi di Dengue.

Infine, il monitoraggio di Agenas ha rivelato un notevole ritardo nella realizzazione delle strutture sanitarie pianificate, come le Case della Comunità, le Centrali Operative Territoriali e gli Ospedali di Comunità.

Schillaci: “Le risorse arriveranno in manovra”

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, durante la festa nazionale di Italia Viva ha discusso della manovra, assicurando che le risorse "arriveranno", ma ha sottolineato che il problema non è solo economico, ma anche di organizzazione. Ha concentrato l'attenzione sul tema delle liste d'attesa, affermando che è necessario garantire una remunerazione migliore per i medici del sistema pubblico per le ore di lavoro aggiuntive, in modo da utilizzarle per ridurre le liste d'attesa. Inoltre, ha evidenziato che molte prestazioni non sono inserite nei cup regionali e ha sottolineato la necessità di obbligare le aziende pubbliche e i professionisti del settore privato a inserire queste prestazioni nei calendari al servizio dei cittadini.

Schillaci ha enfatizzato che la riduzione delle liste d'attesa deve essere un obiettivo primario per i direttori generali. Ha anche affrontato la questione dell'appropriatezza delle cure, dichiarando che esiste un tasso di inappropriatezza tra il 20% e il 30%. Ha illustrato che, ad esempio, se una persona ha mal di schiena, non dovrebbe sottoporsi a una risonanza magnetica, ma dovrebbe consultare un medico per determinare quale esame sia necessario.

Il ministro ha inoltre evidenziato il problema della carenza di personale sanitario, soprattutto tra i giovani. Ha notato che molte specializzazioni non sono più attrattive a causa delle limitate opportunità. Ha sottolineato la necessità di intervenire a livello di istruzione medica per affrontare questo problema.

Infine, ha indicato che la carenza di infermieri rappresenta una vera emergenza, non solo in Italia ma anche in molti altri paesi europei. Ha proposto una rivalutazione della professione infermieristica, con l'obiettivo di renderla più appetibile attraverso nuovi modelli organizzativi e aumenti salariali. Tuttavia, ha riconosciuto che ottenere un numero sufficiente di infermieri richiederà accordi con paesi stranieri.

Il ritorno del Covid. La situazione in Italia e in Europa

Il Covid-19 continua a diffondersi in tutta Europa, sebbene al momento non ci siano allarmi particolari. Tuttavia, al fine di prevenire potenziali sovraccarichi nei sistemi sanitari pubblici in vista dell'autunno, diversi Paesi europei hanno preso l'iniziativa di anticipare le campagne di vaccinazione contro il Covid, facendo uso dei nuovi vaccini recentemente approvati dall'Agenzia europea del farmaco. Gran Bretagna e Germania hanno già avviato le loro campagne di richiamo, mentre Francia e Spagna prevedono di anticipare le campagne di vaccinazione di alcune settimane, programmandole tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre. Anche l'Italia sembra orientata a seguire questa strada, in base a quanto comunicato a tutte le Regioni dall'Ufficio attività tecnico-logistiche della Direzione generale Prevenzione del ministero della Salute.

Dopo un periodo di circa due mesi in cui il numero settimanale di nuovi casi di Covid-19 è rimasto relativamente stabile, con oscillazioni comprese tra 3.446 (nella settimana dal 6 al 12 luglio) e 6.188 (nella settimana dal 3 al 9 agosto), si è osservata una costante crescita nella diffusione del virus nelle ultime quattro settimane. Infatti, dalla settimana compresa tra il 10 e il 16 agosto fino a quella dal 7 al 13 settembre, il numero di nuovi casi settimanali è aumentato quasi cinque volte, passando da 5.889 a 30.777. Nel contempo, il tasso di positività dei test è salito dal 6,4% al 14,9%, la media mobile a 7 giorni dei casi giornalieri è cresciuta da 841 a 4.397, e l'incidenza del virus è passata da 6 casi a 52 per 100.000 abitanti.

Schillaci: “A lavoro per la prevenzione Covid nelle scuole”

Il ministro della Salute ha dichiarato che i numeri dei contagi Covid sono aumentati, come era prevedibile, a causa del movimento estivo delle persone. Ha osservato che questa tendenza potrebbe continuare con l'apertura delle scuole, ma ha sottolineato che non c'è motivo di allarmarsi. Ha spiegato che ciò su cui si concentrano sono i dati relativi ai ricoveri e agli accessi nelle terapie intensive, i quali sono attualmente trascurabili.

In merito alla prevenzione Covid nelle scuole, il ministro ha ribadito l'esistenza di un tavolo Salute-Istruzione che sta lavorando su questo tema. Ha sottolineato che non c'è bisogno di preoccuparsi e ha incoraggiato gli studenti a continuare ad andare a scuola, considerando quanto abbiano sofferto durante il lockdown.

Schillaci ha anche discusso dei nuovi vaccini aggiornati in arrivo, prevedendo la loro disponibilità già dalla prossima settimana. Ha indicato che saranno fortemente raccomandati per le categorie vulnerabili, gli anziani e gli operatori sanitari, aggiungendo che sarà lanciata una campagna per promuovere la vaccinazione contro il Covid e l'influenza. Ha chiarito che i vaccini saranno gratuiti per tutti, indipendentemente dalla categoria di appartenenza. Rispondendo a una domanda sulla possibilità di somministrare il vaccino in farmacia, ha affermato che è una possibilità che stanno valutando insieme alle regioni, con un focus sui medici di famiglia.

Infine, ha annunciato che le prime dosi dei vaccini di Pfizer aggiornati alla sottovariante Omicron XBB.1.5 arriveranno in Italia in anticipo rispetto alla tabella di marcia iniziale ma sarà necessario completare alcune fasi preliminari prima dell'avvio effettivo della campagna vaccinale sul territorio.

Dengue, Andreoni: "Crescita casi ci preoccupa, medici famiglia in allerta"

Oltre al Covid, preoccupano anche i crescenti casi di Dengue in Italia, secondo quanto riportato nell'ultimo bollettino dell'Istituto superiore di sanità, che ha registrato un totale di 165 casi. Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore di Malattie infettive all'Università Tor Vergata di Roma, ha spiegato che è necessario considerare la Chikungunya, la West Nile e la Dengue come malattie endemiche in Italia, rappresentando queste un problema sanitario significativo, poiché in alcuni casi possono essere mortali.

Andreoni ha evidenziato che l'aumento dei casi di Dengue, soprattutto nel Lazio e a Roma, è collegato al movimento delle persone attraverso i viaggi, che può portare all'importazione del virus nel Paese. Ha sottolineato l'importanza che i medici di famiglia siano vigili nei confronti dei pazienti con sintomi come febbre elevata, dolori intensi e rash cutanei, al fine di riconoscere tempestivamente la Dengue e adottare le opportune misure.

PNRR, le Case della Comunità sono un flop?

Un recente monitoraggio di Agenas, aggiornato a giugno 2023, evidenzia un significativo ritardo nella realizzazione delle strutture che dovrebbero costituire un pilastro fondamentale per la sanità di prossimità.

Iniziamo con le Case della Comunità: su un totale previsto di 1.430 strutture da realizzare entro il 2026, a giugno 2023 solo 187 di esse sono state attivate (appena il 13% del totale). Inoltre, anche nelle regioni dove le Case della Comunità sono state attivate, solo il 17% di esse è operativo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Nel 34% dei casi, queste strutture sono aperte meno di sette giorni alla settimana e per meno di 12 ore al giorno.

Un'altra preoccupazione riguarda la presenza dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta all'interno delle Case della Comunità. Solo il 54% delle strutture attive ha un medico di medicina generale, mentre la presenza di pediatri è ancora più limitata, fermandosi al 28%.

La situazione non è migliore per le Centrali Operative Territoriali (COT), delle quali ne sono state attivate solo 77 su un totale previsto di 611 entro il 2024. Queste COT, destinate a gestire e smistare le esigenze dei cittadini sul territorio, sono attive solo in 7 regioni: 36 in Lombardia, 15 nel Lazio, 9 in Veneto, 7 in Piemonte, 5 in Emilia-Romagna, 4 nella Provincia autonoma di Bolzano e 1 in Umbria. Anche in questo caso, il 58% delle COT attive opera meno di 6 giorni la settimana.

Infine, per quanto riguarda gli Ospedali di Comunità, previsti in numero di 434 entro il 2026, ne sono stati attivati solo 76 (pari al 17%) a giugno 2023, con un totale di 1.378 posti letto. Solo 10 regioni hanno proceduto alla loro realizzazione, con 38 ospedali in Veneto, 17 in Lombardia, 6 in Puglia, 5 in Emilia-Romagna, 2 in Molise e in Abruzzo, 1 in Campania, Lazio e Liguria. Alcune regioni, come Basilicata, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Provincia autonoma di Trento, Sardegna e Sicilia, non hanno ancora attivato né una Casa della Comunità, né un Ospedale di Comunità, né una COT.

Di: Arnaldo Iodice

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