Negli ultimi mesi il dibattito sulla chirurgia estetica in Italia si è acceso, complice un dato drammatico: quattro morti in soli sei mesi legati a interventi estetici. Episodi che hanno riportato al centro dell’attenzione un settore ancora regolato da norme datate e non più adeguate.
Come ha sottolineato Maurizio Ressa, presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica (Sicpre), il problema principale è che oggi esiste una sorta di “far west” alimentato anche da pubblicità invasive sui social. Chiunque, con una laurea in Medicina, può cimentarsi nella chirurgia estetica, pur senza una specializzazione adeguata.
La legge in arrivo: regole più chiare e tutela dei pazienti
La Sicpre, insieme al Ministero della Salute, al sottosegretario Marcello Gemmato e al presidente Fnomceo Filippo Anelli, sta lavorando a una bozza di legge ormai in fase di rifinitura.
Gli obiettivi principali:
- Stabilire chi può eseguire interventi di chirurgia estetica, garantendo che si tratti di professionisti con formazione specialistica.
- Superare un quadro normativo vecchio di 70 anni, che non tutela pienamente i pazienti.
- Prendere esempio dalla legge del 2012 sulle protesi mammarie, che ha introdotto regole chiare e più sicure.
Secondo Ressa, l’auspicio è che l’iter parlamentare sia rapido e che il settore venga finalmente regolamentato con serietà e trasparenza.
Linee guida in collaborazione con l’ISS
Oltre alla legge, è in preparazione un documento di linee guida ufficiali con l’Istituto Superiore di Sanità.
Queste indicheranno chi, come e dove potranno essere effettuati gli interventi di chirurgia estetica, per garantire che non vengano trattati come “semplici ritocchini”, ma come vere e proprie procedure chirurgiche, con tutti i rischi e le cautele necessarie.
Il ruolo della sicurezza e il problema dei social
La sicurezza resta il punto cardine. Interventi come la liposuzione, ad esempio, non sono banali: richiedono manualità, esperienza e capacità di gestire eventuali complicanze.
Ressa mette in guardia anche dalle false promesse dei social media:
- Diffidare dei bassi costi e dei “prima e dopo” mirabolanti.
- Verificare sempre che il professionista sia iscritto come specialista sul sito Fnomceo.
- Richiedere una visita approfondita, informazioni dettagliate sull’intervento e chiarimenti sul luogo in cui verrà eseguito.
Per contrastare la disinformazione, Sicpre ha lanciato la piattaforma Plasticamente, che offre contenuti divulgativi corretti su vari interventi, dalla mastoplastica alla blefaroplastica.
Leggi anche
IVA e chirurgia estetica: un altro nodo aperto
Accanto al tema della sicurezza, il 2025 porta con sé anche un’altra novità: la questione IVA sugli interventi di chirurgia estetica. Non tutti i trattamenti, infatti, potranno essere esenti da imposta, ma solo quelli che hanno una finalità terapeutica certificata.
Una distinzione importante che impatterà sia sui professionisti del settore che sui pazienti.
La chirurgia estetica in Italia è a un punto di svolta. Una nuova legge, insieme a linee guida nazionali, mira a garantire:
- Più competenza da parte degli operatori.
- Maggiore sicurezza per i pazienti.
- Trasparenza sulle strutture e sugli interventi.
In attesa dell’approvazione della normativa, il consiglio per i cittadini resta uno: informarsi, verificare la preparazione dei professionisti e non lasciarsi sedurre da offerte facili e rischiose.
Cosa è già stato regolato
IVA e prestazioni estetiche / chirurgia estetica
- La Legge 191/2023, che ha convertito il Decreto Anticipi n. 145/2023, ha introdotto l’articolo 4-quater, che stabilisce che l’esenzione IVA per le prestazioni sanitarie di chirurgia estetica si applica solo se queste prestazioni sono volte a diagnosticare o curare malattie o problemi di salute, oppure a tutelare, mantenere o ristabilire la salute (anche psico-fisica), e a condizione che la finalità terapeutica risulti da un’apposita attestazione medica.
- È stato chiarito che questa norma è operativa da 17 dicembre 2023. Prestazioni precedenti mantengono il precedente regime e non sono previsti rimborsi.
- L’Agenzia delle Entrate, con la Risoluzione 42/E del 12 giugno 2025, ha fornito interpretazioni sui criteri e sulle modalità di attestazione medica. Si richiede che l’attestazione sia antecedente all’intervento e che emerga il collegamento tra la diagnosi/patologia e la prestazione estetica. Nel caso dell’anestesia, è sempre esente da IVA perché considerata prestazione necessaria per la sicurezza.
Giurisprudenza su “chirurgo estetico”
- La Corte d’Appello di Milano (sentenza n. 329/2025, del 10 febbraio 2025) ha stabilito che solo chi possiede il diploma di specializzazione in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica può legittimamente definirsi “chirurgo estetico”.
- La SICPRE e altri soggetti stanno spingendo affinché questa distinzione diventi normativa, non solo deontologica o giurisprudenziale.
Cosa è in corso / cosa si sta preparando
- È in fase avanzata una bozza di legge che disciplini in maniera più chiara chi può effettuare interventi di chirurgia estetica, definendo requisiti formativi, specializzazione, strutture abilitate, probabilmente anche standard di sicurezza. Sicpre, Fnomceo e Ministero della Salute sono coinvolti.
- Si stanno predisponendo linee guida con l’Istituto Superiore di Sanità per stabilire criteri normativi: “chi, come e dove” si possono fare gli interventi estetici, con specifiche raccomandazioni su sicurezza, strutture, responsabilità.
Cosa NON è ancora definito / i nodi aperti
- La bozza di legge non è ancora approvata, non è chiaro se sia già stata depositata ufficialmente come disegno di legge o quanti emendamenti avrà. Non c’è al momento una data certa di approvazione.
- Non è definito con precisione in modo normativo chi potrà fare cosa: se solo gli specialisti in Chirurgia Plastica oppure altri medici con corsi specifici; quali limiti alle strutture; chi potrà operare sotto quali condizioni.
- Resta da stabilire la pubblicità e la comunicazione su social media: regole precise su cosa si può comunicare, cosa vietare, come evitare messaggi fuorvianti.
- La definizione legale del confine tra “estetico” e “terapeutico” in molti casi è ancora ambigua e lascerà spazio a interpretazioni; l’attestazione medica aiuta ma non risolve da sola tutti i casi.
- Non è definito un regime sanzionatorio chiaro per violazioni (operazioni effettuate da chi non è specialista, strutture non autorizzate, pubblicità ingannevole, etc.).
La parte fiscale/regolamentare sull’IVA è già attiva per le prestazioni di chirurgia estetica, almeno per quanto riguarda lo scopo terapeutico e l’attestazione medica. La giurisprudenza ha già stabilito un principio importante: non qualsiasi medico può chiamarsi “chirurgo estetico”.
Ma la legge più ampia — quella che stabilisce in modo chiaro e vincolante i requisiti per fare chirurgia estetica (chi, dove, come) — è ancora in corso di definizione. Non è ancora legge, ma ci sono passi avanti concreti.