Come aprire uno studio medico privato?

Tra le più grandi ambizioni dei medici, c’è quella di riuscire ad aprire uno studio medico privato. Esistono, in Italia, delle regole da seguire e dei requisiti.

Sommario

  1. Requisiti per aprire uno studio medico: cosa serve?
  2. Studio medico o ambulatorio: differenze e requisiti
  3. Studio medico e poliambulatorio: differenze e caratteristiche
  4. Codice ATECO: che cos'è e come funziona

Aprire uno studio medico privato è una delle aspirazioni più comuni tra i medici in Italia. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale rispettare una serie di requisiti e passaggi normativi. In particolare, la creazione di ambulatori medici privati o studi medici privati richiede non solo il possesso di una laurea e l'iscrizione all'Ordine dei Medici, ma anche il rispetto delle norme urbanistiche e di sicurezza, nonché l’acquisto delle necessarie attrezzature mediche. Coloro che desiderano aprire un centro medico o un poliambulatorio devono anche considerare i requisiti per l'ottenimento delle autorizzazioni sanitarie locali, affidandosi magari a professionisti del settore.

Requisiti per aprire uno studio medico: cosa serve?

Per avviare uno studio medico privato, è necessario avere un locale conforme alle dimensioni minime ambulatorio medico e adeguato all'esercizio dell'attività sanitaria. Oltre agli aspetti logistici, è essenziale disporre di attrezzature mediche appropriate, valutando anche come creare un'azienda di forniture mediche per un approvvigionamento continuo di materiali. La gestione di uno studio medico include inoltre la stipula di un’assicurazione di responsabilità civile e la preparazione delle pratiche per l'autorizzazione sanitaria. Chi intende lavorare in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale dovrà inoltre stipulare accordi con la ASL di competenza. Per avere un’idea generale dei requisiti e dei passi da seguire per aprire uno studio medico privato, dobbiamo annoverare preliminarmente il possesso di una laurea in medicina. Innanzitutto, perciò, è necessario essere un medico, avente titolo rilasciato dall’Università italiana o un titolo equivalente riconosciuto in Italia ed essere iscritti presso l’Ordine dei Medici della provincia in cui si intende esercitare.

È quindi necessario scegliere la struttura fisica, cioè individuare una sede territoriale dove far nascere il proprio studio medico privato. Può essere un immobile di proprietà, in affitto o in condivisione con altri professionisti sanitari (come dentisti, fisioterapisti, ecc.),in condominiooppure no. È importante conformarsi ai regolamenti urbanistici e di sicurezza specifici per gli studi medici.

Identificata la sede e resa consona all’esercizio della professione sanitaria scelta, sarà necessario acquisire le attrezzature e le forniture mediche necessarie. Questo potrebbe includere strumenti medici, dispositivi sanitari, mobili per l’ufficio, computer, e quant’altro possa tornare utile.

Da non sottovalutare, poi, è l’aspetto relativo alla sottoscrizione di una polizza assicurativa: è fortemente consigliato sottoscrivere una polizza di assicurazione responsabilità civile professionale per proteggersi da eventuali reclami o azioni legali. Inoltre, non è possibile iniziare ad esercitare la propria professione se non si sono ottenute le necessarieautorizzazioni sanitarieper l’apertura dello studio medico. Queste autorizzazioni possono variare a seconda della regione o del comune in cui si intende aprire lo studio.

Qualora si desideri lavorare in convenzione con il nostro Servizio Sanitario Nazionale, è necessario ottenere la congrua contrattualizzazione con il SSN e conl’Azienda Sanitaria Locale competente. Questo, consente di fornire prestazioni sanitarie coperte dal servizio sanitario pubblico, ma comporta anche obblighi e vincoli specifici.

Infine, non va sottovalutato l’aspetto di promozione e marketing: è importante promuovere lo studio medico per attirare i pazienti. Ciò può includere la creazione di un sito web, l’utilizzo dei social media, la distribuzione di volantini o la partecipazione a eventi di settore. Le procedure e i requisiti possono variare a seconda delle leggi regionali e locali; quindi, è sempre consigliabile consultare l’Ordine dei Medici competente o l’Azienda Sanitaria Locale per ottenere informazioni specifiche.

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Studio medico o ambulatorio: differenze e requisiti

Le normative italiane distinguono tra ambulatorio medico privato e studio medico. Mentre l'ambulatorio medico privato prevede interventi diagnostici e terapeutici complessi, lo studio medico si concentra su prestazioni meno invasive e non richiede autorizzazioni specifiche, a meno che non siano previsti servizi che coinvolgano apparecchiature complesse. È importante rispettare le norme sull'igiene e la sicurezza, oltre a quelle urbanistiche, per adibire correttamente uno spazio a studio medico. Le cliniche sono definite come strutture in cui si esplicano interventi diagnostici o terapeutici invasivi e semi-invasivi particolarmente complessi che vengono eseguiti in anestesia locale, luoghi che utilizzano apparecchiature elettromedicali che presentano rischi per la salute del paziente, ad esempio: apparecchiature radiologiche o contenenti sorgenti radioattive, apparecchiature elettromedicali e in cui si svolgono procedure diagnostiche o terapeutiche complesse e/o ad alto rischio identificabili con diagnosi esclusivamente o prevalentemente strumentale. Possono intendersi in tal senso anche le strutture sanitarie di proprietà dell’azienda e le istituzioni sanitarie, dove l’aspetto organizzativo è più importante della semplice attività professionale.

Fatta questa premessa, è importante sapere che per aprire un ambulatorio e per adibire abitazioni a strutture medico-chirurgiche è necessario un permesso speciale del sindaco ai sensi dell’art. 193 del RD 27 luglio 1934, n. 1265 (oggi Testo Unico delle Leggi Sanitarie). Questo non è richiesto, invece, per aprire uno studio medico. L’unico requisito richiesto è quello di adeguarsi alle normative urbanistiche e di destinazione generale per medici che esercitano la loro professione senza svolgere servizi chirurgici ambulatoriali, ad es. procedure o apparecchiature diagnostiche e terapeutiche particolarmente complesse che rappresentano un rischio per la sicurezza del paziente e senza l’ausilio di attrezzature particolarmente complesse che definirebbero una particolare attività. Per quanto riguarda la professione medica valgono ovviamente sempre gli obblighi previsti per l’attività professionale, tra cui i requisiti di progettazione, costruzione e igiene e sicurezza industriale.

La differenza, dunque, è chiara e si riferisce al fatto che lo studio medico è privo di un contesto organizzativo complesso nonché di attrezzature per erogare prestazioni chirurgiche. Il profilo professionale prevale su quello organizzativo e le spese gestionali sono a carico del medico. E soprattutto non è necessaria una specifica autorizzazione sanitaria (salvo specifiche leggi regionali).

Iter burocratico per l'apertura di uno studio medico: SCIA, IVA e PEC

L’iter burocratico per aprire uno studio medico include la registrazione all'Ordine dei Medici, l'apertura di una Partita IVA e l’iscrizione alla Cassa Previdenziale ENPAM. Gli spazi devono rispettare requisiti specifici: la sala d'attesa dello studio medico deve avere almeno 9 mq, mentre le sale per le visite devono garantire la privacy e soddisfare le norme di igiene. È inoltre obbligatorio seguire tutte le norme antincendio e ambientali per garantire la sicurezza dei pazienti e del personale. La normativa di riferimento è il decreto legislativo n. 517 del 1993 e il n.229 del 1999.

Questa legge, per aprire uno studio medico, prevede in sintesi:

  • Iscrizione all’ordine dei medici;
  • Avere un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) comunicato all’Ordine dei Medici;
  • Apertura partita IVA;
  • iscrizione all’ENPAM (Cassa Previdenza Medici);
  • regolarizzazione dello status presso l’INAIL;
  • presentazione SCIA Segnalazione Certificato Inizio Attività al Comune.

Per quanto riguarda le caratteristiche dei locali, invece, è opportuno che il locale adibito a studio medico deve possedere una sala d’attesa di almeno 9 metri quadri. La sala visita deve poter mantenere la privacy del paziente e deve essere dotata anche di un lavandino con rubinetti removibili, sapone liquido e asciugamani monouso. Non sono necessarie toilette separate per utenti e dipendenti. I servizi devono essere accessibili senza passare dalla sala visite e la loro superficie deve essere almeno di 2 mq. L’altezza media di tutti i locali deve essere di almeno 2,70 metri (2,40 per i bagni, 2,10 per i corridoi). Devono essere seguite tutte le norme antincendio o antinfortunistiche, di igiene del lavoro e dell’impianto elettrico e quelle ambientali.

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Studio medico e poliambulatorio: differenze e caratteristiche

Esistono diversi tipi di pratiche mediche e diverse tipologie di studi medici

La prima differenza da prendere in considerazione riguarda il fatto che all’interno dello studio vi può esercitare il singolo professionista oppure si può essere in presenza di un poliambulatorio, ovvero un luogo in cui co-esercitano la professione sanitaria medici di base e medici specialisti. I requisiti minimi per l’apertura e le caratteristiche di base dei locali sono i medesimi in ogni circostanza.

L’apertura di un poliambulatorio prevede un’analisi e un iter più complesso. Sarà necessario ottenere un’autorizzazione da parte del Sindaco. Il poliambulatorio è un’attività commerciale vera e propria e si configura come struttura aperta al pubblico. Oltre a valutare l’opportunità di questa scelta – vantaggiosa soprattutto per la condivisione dei costi e delle competenze – bisogna individuare la forma giuridica e i ruoli, assegnando anche quello di direttore sanitario.

Se si è specialista, prima di aprire uno studio, potrebbe essere utile fare un’indagine di mercato ed analizzare il territorio di riferimento, in modo da comprendere in quale area ci sia maggiore richiesta (e carenza di professionisti) relativa alla propria specializzazione. Concorrenza, ubicazione e facilità nel raggiungimento della sede sono elementi che è importante tenere in considerazione. Sarà anche necessario intessere una relazione costruttiva con i medici di base, in modo da offrire al paziente continuità nel percorso di cura e andranno valutati, inoltre, le spese per riflettere se una parte del budget è da destinare alla comunicazione e alla promozione dell’attività, anche tramite i social media, o meno.

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Codice ATECO: che cos'è e come funziona

Il Codice ATECO rappresenta uno strumento fondamentale per l'identificazione fiscale e statistica delle attività economiche in Italia. Questo codice, composto da una serie di cifre, viene utilizzato per descrivere il tipo di attività svolta da un'impresa o da un professionista, permettendo una classificazione standardizzata a fini fiscali, statistici e previdenziali. Nel caso di uno studio medico, il Codice ATECO consente di specificare il tipo di prestazioni sanitarie offerte, differenziando tra, ad esempio, servizi di medicina generale (codice 86.21) e servizi medici specialistici (codice 86.22).

La corretta attribuzione del Codice ATECO è cruciale perché influisce direttamente sugli obblighi fiscali e contributivi, oltre che sulla fatturazione del centro medico privato. Ad esempio, un medico che fornisce servizi specialistici ma utilizza un codice relativo alla medicina generale potrebbe trovarsi a fronteggiare difficoltà amministrative o sanzioni in caso di verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate. In tal senso, una scelta errata può portare a incongruenze nei versamenti previdenziali e fiscali, oltre a problemi di comunicazione con l'ente previdenziale e assicurativo.

Un aspetto da considerare è che il Codice ATECO non solo determina l'inquadramento fiscale, ma incide anche sui contributi INAIL e INPS e può influenzare l'accesso ad agevolazioni o incentivi, come quelli previsti per le start-up nel settore sanitario. Inoltre, in caso di espansione dell'attività – ad esempio, un medico che decide di ampliare i servizi offerti includendo una consulenza sanitaria o la formazione medica continua – potrebbe essere necessario integrare il codice ATECO iniziale con un secondo codice che descriva queste attività collaterali.

Per garantire una gestione efficiente e conforme, è fortemente raccomandato avvalersi di un consulente fiscale specializzato, che possa guidare nella scelta del Codice ATECO adeguato e offrire assistenza nella fase di registrazione presso il Registro delle Imprese. Questo supporto è essenziale non solo per evitare errori iniziali ma anche per monitorare eventuali variazioni normative e assicurarsi che l'attività rimanga sempre in linea con i requisiti legali del settore medico.

Di: Cristina Saja

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