Dopo un periodo di relativa calma, la pandemia da Covid-19 torna a far parlare di sé, principalmente per la diffusione della nuova variante chiamata “Nimbus”. Questa sottovariante del virus Sars-CoV-2 sta facendo registrare un lieve ma costante aumento dei casi in Europa, Italia compresa, tanto da mettere in allerta gli esperti. Vediamo cosa sappiamo finora sulla variante Nimbus, come si manifesta, qual è il rischio reale, cosa dicono gli studi più recenti e quali sono le misure di prevenzione consigliate per non farsi trovare impreparati.
Cosa è la variante Nimbus del Covid e perché preoccupa?
La variante Covid Nimbus, che ha cominciato a circolare con più intensità nella primavera del 2025, è una sottovariante di Omicron che si distingue per una maggiore trasmissibilità. Il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) ha rilevato un aumento progressivo e costante dei contagi attribuibili a questa variante in molti Paesi europei, anche se per ora l’incidenza rimane contenuta rispetto ai picchi precedenti.
Ciò che rende Nimbus particolarmente interessante è la combinazione di una contagiosità superiore alle versioni precedenti con una sintomatologia più lieve nella maggior parte dei casi. Secondo uno studio italiano coordinato da Francesco Branda, Massimo Ciccozzi (Università Campus Bio-Medico di Roma) e Fabio Scarpa (Università di Sassari), pubblicato il 7 giugno 2025, la variante Nimbus presenta una maggiore trasmissibilità ma una minore aggressività clinica rispetto alle precedenti sottovarianti Covid di Omicron. Gli autori dello studio sottolineano che, pur non mostrando un aumento della gravità dei sintomi, la diffusione più rapida potrebbe comunque determinare un incremento dei casi totali, con possibili ripercussioni sui soggetti fragili e non vaccinati. Il monitoraggio attento dell’ECDC è finalizzato proprio a prevenire che la risalita dei casi sfugga al controllo e diventi una nuova ondata epidemica significativa.
Come si manifesta la variante Nimbus: sintomi e caratteristiche cliniche
Dal punto di vista clinico, la variante Nimbus manifesta un quadro sintomatologico simile a quello delle precedenti sottovarianti di Omicron, ma con una prevalenza maggiore di forme lievi. I sintomi più comuni includono:
- Raffreddore
- Mal di gola
- Tosse leggera
- Febbre bassa
- Senso di affaticamento generale
I sintomi più severi sono invece meno frequenti rispetto al passato. Tra questi:
- Difficoltà respiratorie
- Perdita dell’olfatto
- Perdita del gusto
La minore aggressività della variante ha un risvolto positivo, ma non deve far abbassare la guardia. Infatti, la maggiore trasmissibilità aumenta il numero complessivo di contagi, con un impatto diretto sul carico ospedaliero, soprattutto tra anziani, immunodepressi o non vaccinati. Ad ogni modo, gli esperti sottolineano che la gravità della malattia resta comunque molto ridotta rispetto agli anni precedenti grazie al miglioramento delle strategie di prevenzione e cura e alla copertura vaccinale aggiornata.
Quanto è pericolosa la variante Nimbus? E i vaccini Covid la coprono?
La variante Nimbus non sembra sfuggire all’efficacia dei vaccini disponibili, soprattutto per quanto riguarda la protezione dalle forme gravi e ospedalizzazioni. Le dosi di richiamo aggiornate hanno dimostrato una buona risposta immunitaria anche contro questa sottovariante. Tuttavia, come già accaduto con Omicron e le sue discendenti, la capacità del virus di infettare anche soggetti vaccinati o guariti è elevata, portando a infezioni di “breakthrough”. Questo spiega il leggero aumento dei casi nonostante la buona copertura vaccinale.
Gli studi italiani e internazionali stanno valutando l’efficacia delle misure di prevenzione attuali e la possibilità di aggiornare i vaccini per contrastare in modo mirato la variante Nimbus e le eventuali mutazioni future. Questa variante, infatti, pone una nuova sfida ai sistemi sanitari per la sua elevata capacità di adattamento. Sebbene i vaccini restino uno strumento essenziale di protezione, la ricerca prosegue nello sviluppo di formulazioni sempre più efficaci e aggiornate, con l’obiettivo di mantenere alta la copertura immunitaria e preservare i risultati finora raggiunti nella lotta contro il Covid-19.
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Come viene monitorata la diffusione della variante Nimbus in Europa e in Italia?
L’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) ha istituito un sistema di sorveglianza intensificata per tenere sotto controllo la diffusione della variante Nimbus. Grazie ai dati forniti dai laboratori nazionali, l’ECDC aggiorna costantemente le previsioni sull’andamento dell’epidemia e valuta il potenziale impatto sui sistemi sanitari.
In Italia, il Ministero della Salute e le strutture sanitarie regionali collaborano con l’ECDC per tracciare i focolai e studiare le caratteristiche della variante, oltre a monitorare la risposta della popolazione e il tasso di vaccinazione. Questo approccio integrato permette interventi tempestivi in caso di risalita dei casi significativa. L’aumento lieve ma costante dei contagi richiede, infatti, di non abbassare la guardia e di mantenere alta l’attenzione per prevenire eventuali recrudescenze.
Quali sono le raccomandazioni pratiche per prevenire i contagi da variante Nimbus?
Per limitare la diffusione della variante Nimbus, oltre alla vaccinazione aggiornata, gli esperti consigliano di continuare ad adottare alcune buone pratiche di prevenzione che si sono dimostrate efficaci anche nelle fasi precedenti della pandemia:
Misure generali di prevenzione:
- Vaccinazione aggiornata con i richiami disponibili per le nuove varianti.
- Uso corretto della mascherina soprattutto in:
- mezzi di trasporto pubblico;
- strutture sanitarie e ospedali;
- luoghi chiusi e affollati.
Queste aree sono considerate a maggiore rischio di trasmissione.
- Igiene frequente delle mani, lavandole con acqua e sapone o utilizzando soluzioni idroalcoliche.
- Distanziamento fisico in situazioni di affollamento o rischio.
- Ventilazione regolare degli ambienti chiusi per ridurre la concentrazione di particelle virali.
Comportamenti consigliati in caso di rischio o sintomi:
- Eseguire un test diagnostico (antigenico o molecolare) in caso di:
- sintomi sospetti come febbre, raffreddore, mal di gola, tosse leggera, affaticamento;
- contatto con soggetti positivi.
- Rispettare le indicazioni di isolamento se si risulta positivi, per ridurre il rischio di contagio ad altri.
- Informarsi solo da fonti ufficiali e affidabili come:
- ECDC;
- Ministero della Salute;
- fonti scientifiche certificate
Queste raccomandazioni sono particolarmente valide per le fasce di popolazione più vulnerabili, come anziani, persone immunodepresse o non vaccinate, che restano più esposte ai possibili effetti gravi dell’infezione, anche con una variante ritenuta meno aggressiva come Nimbus.
Mantenere alta l’attenzione senza allarmismi
La variante Nimbus rappresenta un segnale di attenzione nel panorama pandemico attuale. Sebbene più contagiosa, si presenta con sintomi meno aggressivi e resta sotto controllo grazie all’efficacia dei vaccini aggiornati e alle misure di prevenzione consolidate. È però fondamentale mantenere alta la vigilanza, monitorare costantemente l’andamento epidemiologico e adottare pratiche di prevenzione, soprattutto in vista dei mesi autunnali. Infine, la ricerca scientifica continua a lavorare per migliorare i vaccini e sviluppare nuove strategie per affrontare le varianti in arrivo, a tutela della salute pubblica.