La tiroide e l’estate: il caldo altera la funzionalità tiroidea?

Il caldo può influenzare le funzioni tiroidee? Scopri i consigli per i pazienti con ipotiroidismo o ipertiroidismo durante i mesi estivi e i segnali da non ignorare.

Sommario

  1. Cosa succede alla tiroide con il caldo?
  2. Ipertiroidismo: perché il caldo fa più soffrire?
  3. Ipotiroidismo: caldo e stanchezza, un mix debilitante
  4. Quali sintomi non ignorare durante l’estate?
  5. Quando fare i controlli tiroidei?
  6. Alimentazione e stile di vita: piccoli gesti, miglior benessere
  7. Come gestire la tiroide sotto il sole

L’aumento delle temperature estive influisce direttamente sugli ormoni tiroidei. Numerosi studi hanno evidenziato come il sistema endocrino risponda anche a variazioni ambientali, come la temperatura, con un adattamento che comporta leggere variazioni ormonali, in particolare una lieve riduzione del TSH durante i mesi estivi. Durante questo periodo si può osservare anche una diminuzione dei livelli di TSH (l’ormone che stimola la tiroide), mentre i valori di FT3 e FT4 – gli ormoni attivi – tendono a restare stabili. Questo significa che, in estate, gli esami del sangue possono mostrare piccole oscillazioni, che nella maggior parte dei casi sono fisiologiche e non preoccupanti.

Cosa succede alla tiroide con il caldo?

Il caldo, in sé, non altera direttamente la funzione tiroidea nei soggetti sani. Tuttavia, in chi soffre di disfunzioni come ipertiroidismo o ipotiroidismo, le alte temperature possono accentuare alcuni sintomi o rendere più difficile la gestione della terapia. Per chiarire, l’ipotiroidismo è una condizione in cui la tiroide produce pochi ormoni, rallentando il metabolismo e causando sintomi come stanchezza, aumento di peso, sensazione di freddo, pelle secca e difficoltà di concentrazione. L’ipertiroidismo, invece, è caratterizzato da un’eccessiva produzione ormonale che accelera il metabolismo, provocando perdita di peso, palpitazioni, sudorazione eccessiva, nervosismo e tremori.

Ipertiroidismo: perché il caldo fa più soffrire?

Chi ha un metabolismo già accelerato tende a tollerare male il caldo. L’ipertiroidismo può causare aumento della temperatura corporea, sudorazione eccessiva, tachicardia, nervosismo e affaticamento – sintomi che l’estate può accentuare. Per questo è fondamentale adottare alcune precauzioni pratiche:

  • Bere frequentemente per prevenire la disidratazione;
  • Preferire abiti leggeri e traspiranti;
  • Evitare sforzi fisici nelle ore più calde;
  • Utilizzare creme solari ad alta protezione e cappelli;
  • Non modificare mai il dosaggio del farmaco senza parere medico.

Un falso mito diffuso riguarda l’aria di mare e lo iodio marino, che non peggiorano l’ipertiroidismo. Non esistono evidenze scientifiche che giustifichino l’evitamento del mare per chi soffre di questa condizione.

Ipotiroidismo: caldo e stanchezza, un mix debilitante

Chi soffre di ipotiroidismo, soprattutto se non ben compensato, può sentire il caldo come un peso ulteriore. Nei mesi estivi, la sonnolenza, la stanchezza, l’astenia, la pressione bassa e il gonfiore possono intensificarsi, rendendo più difficile affrontare le giornate calde. È fondamentale seguire correttamente la terapia con levotiroxina, assumendola sempre a stomaco vuoto e alla stessa ora ogni giorno, preferibilmente con acqua a temperatura ambiente. È importante anche evitare cibi o integratori che possono ostacolare l’assorbimento del farmaco (come ferro, calcio o fibre) almeno per 4 ore dopo l’assunzione. Altre raccomandazioni per chi soffre di ipotiroidismo durante l’estate, sono:

  • Dormire in ambienti freschi, ben ventilati o climatizzati;
  • Mantenere un’idratazione costante;
  • Controllare periodicamente i valori tiroidei, soprattutto in caso di sintomi anomali.

Quali sintomi non ignorare durante l’estate?

Durante i mesi caldi, è fondamentale monitorare attentamente alcuni segnali che possono indicare un peggioramento della condizione o una necessità di aggiustare la terapia. Chi ha ipertiroidismo dovrebbe fare attenzione a palpitazioni, tremori, ansia o difficoltà respiratorie. Chi soffre di ipotiroidismo, invece, non deve sottovalutare capogiri, eccessiva spossatezza, confusione o debolezza muscolare. In presenza di questi sintomi, è consigliabile prenotare una visita endocrinologica e ripetere gli esami del sangue (TSH, FT3, FT4).

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Quando fare i controlli tiroidei?

Chi è in terapia tiroidea dovrebbe pianificare i controlli ematici ogni 3–6 mesi, anche durante l’estate. È particolarmente importante eseguire esami dopo variazioni di dose recenti, prima di partire per vacanze in ambienti climaticamente molto diversi o in caso di sintomi nuovi o accentuati.

Alimentazione e stile di vita: piccoli gesti, miglior benessere

Per favorire una migliore gestione della tiroide durante i mesi più caldi, è importante seguire alcune semplici abitudini legate all’alimentazione e allo stile di vita. Questi accorgimenti aiutano a mantenere l’equilibrio ormonale e a ridurre l’impatto negativo che il caldo può avere sui sintomi tiroidei:

  • Bere almeno 2–3 litri di acqua al giorno;
  • Integrare la dieta con alimenti ricchi di selenio, come frutta secca, cereali integrali e legumi;
  • Evitare eccessi di caffeina e alcol, che possono alterare il metabolismo tiroideo;
  • Ridurre lo stress e mantenere un buon ritmo sonno-veglia;
  • Svolgere attività fisica leggera, preferibilmente al mattino presto o al tramonto.

Come gestire la tiroide sotto il sole

Per concludere, durante l’estate, chi soffre di ipertiroidismo deve prestare attenzione a sudorazione, arrossamenti e tachicardia, adottando misure come una buona idratazione, abbigliamento leggero, evitare sforzi e usare protezione solare. Chi soffre di ipotiroidismo rischia maggiormente astenia, ipotensione e affaticamento e deve assicurarsi che la terapia sia ben gestita, che gli ambienti siano freschi e l’idratazione regolare. Tutti i pazienti devono considerare che in estate possono verificarsi oscillazioni nei valori ormonali, perciò è importante effettuare esami periodici, mantenere il contatto con l’endocrinologo e monitorare costantemente i sintomi.

Di: Viviana Franzellitti, giornalista

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