Decisioni legali che hanno plasmato la pratica medica

L’excursus che ha portato l’esercizio della professione medica a determinati standard e prassi, la descrizione di come si è evoluta la pratica legale attraverso la dissertazione delle più importanti pronunce legali italiane.

L’evoluzione delle innumerevoli norme riguardanti la pratica medica, il diritto e la sua interpretazione, i bisogni mutevoli della collettività, le emergenti nuove professionalità, la regolamentazione della responsabilità nella pratica medica: tutte queste incognite hanno contribuito a imprimere dei caratteri precisi all’attività svolta dai professionisti sanitari.

Quali sono le decisioni legali più importanti che hanno plasmato la pratica medica?

La pratica medica in Italia è stata plasmata nel corso degli anni da una serie di decisioni che hanno delineato i diritti dei pazienti, le responsabilità dei professionisti sanitari e le normative che regolamentano il settore della salute. Queste decisioni hanno avuto un impatto significativo sul modo in cui vengono fornite le cure mediche nel Paese e hanno contribuito a stabilire un quadro giuridico per la professione medica.

Tra le principali, pronunce del 2014 di diversi Tribunali italiani, con i quali è stato stabilito che i medici possono essere ritenuti responsabili per danni causati da errori medici anche in assenza di negligenza grave. In altre parole, anche un semplice errore o una mancanza di diligenza possono costituire motivo di responsabilità civile per i medici. Questa decisione ha sottolineato l'importanza della diligenza professionale e ha posto un accento sulla responsabilità dei medici nel fornire cure sicure e appropriate.

Un vero e proprio stacco rispetto al passato è stato dato anche dalle disposizioni in materia di consenso informato e trattamento dei dati personali, contenute nella legge 219/2017. Questa legge, entrata in vigore appunto nel 2017, ha introdotto importanti disposizioni e ha stabilito che prima di procedere a qualsiasi trattamento, i medici devono ottenere il consenso informato del paziente dopo aver fornito informazioni complete sulle implicazioni, i rischi e i benefici del trattamento proposto. Questa legge ha rafforzato i diritti dei pazienti e ha posto maggiore enfasi sull'autonomia e sulla dignità del paziente nella pratica medica.

Molte altre pronunce sono servite a fare della pratica medica, un modo sicuro di poter esercitare la professione. Tra queste, le decisioni della Corte Costituzionale in cardine con quelle della CGUE che hanno dichiarato incostituzionale la legge del 1978 che consentiva ai medici di rifiutarsi di praticare aborti per motivi di coscienza e hanno reso necessaria anche l’applicazione di cure palliative per pazienti in fin di vita. La Corte Costituzionale ha stabilito che il diritto della donna alla salute e alla libertà di scelta prevale sul diritto del medico di rifiutarsi di eseguire un aborto per motivi personali. Questa decisione ha avuto un impatto significativo sul diritto delle donne di accedere a servizi di aborto sicuri e legali in Italia e accanto a questa la legge 40/2004 sulle Tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) ha dato un ulteriore cambio di passo, regolamentando l'uso delle tecniche di procreazione medicalmente assistita in Italia. Essa stabilisce limiti e restrizioni sull'uso di queste tecniche, inclusi divieti sull'eterologa (donazione di gameti da parte di terzi) e sulla fecondazione post-mortem. La legge ha sollevato dibattiti etici e ha posto delle limitazioni sulla pratica della PMA nel paese.

Queste decisioni legali rappresentano solo alcune delle molte che hanno contribuito a plasmare la pratica medica in Italia. Continuano a influenzare il modo in cui i medici forniscono cure ai pazienti, i diritti dei pazienti stessi e le normative che regolamentano il settore sanitario nel paese.

La giurisprudenza continua a evolversi per affrontare le sfide emergenti nel campo della medicina, garantendo al contempo la qualità e la sicurezza delle cure mediche in Italia.

Altre pronunce che hanno contribuito a cambiare la visione del paziente nella professione medica

Procedere a ritroso tra le decisioni legali più importanti ci consente anche di osservare come cambia la relazione medico-paziente, anche tramite la regolamentazione delle tecniche mediche avanzate. Tra le pronunce che vanno annoverate a tal proposito, citiamo le sentenze n. 196 del 1987, n. 419 del 1994 e n. 68 del 1964 della Corte Costituzionale che ha sancito il principio fondamentale della dignità del paziente, stabilendo che ogni individuo ha diritto a un trattamento rispettoso e umano da parte dei professionisti sanitari. Questa decisione ha posto le basi per l'affermazione dei diritti dei pazienti e ha enfatizzato l'importanza del loro benessere e della loro autonomia decisionale all'interno del contesto medico.

La sentenza n. 514/2002 della Corte Costituzionale ha, inoltre, stabilito i limiti dell'obiezione di coscienza nel contesto medico. Sebbene riconoscesse il diritto del medico di rifiutarsi di praticare un intervento chirurgico o terapia contrari alla propria coscienza, ha sottolineato che tale obiezione deve essere bilanciata con il diritto del paziente di accedere a cure mediche legali ed efficaci. Questa decisione ha cercato di garantire un equilibrio tra i diritti del medico e quelli del paziente.

Un altro grande e importante passo è stato fatto a seguito della sentenza n. 242 del 2019 della Corte Costituzionale sull'eutanasia passiva. Sebbene la Corte Costituzionale non abbia legalizzato esplicitamente l'atto di porre fine alla vita di un paziente in condizioni terminali, ha riconosciuto il diritto del paziente di rifiutare trattamenti medici che prolungano inutilmente la sofferenza, a condizione che ciò sia in linea con la volontà del paziente stesso. Questa decisione ha influenzato il dibattito sull'etica medica e sui diritti dei pazienti in situazioni di fine vita.

Queste sono solo alcune delle sentenze e leggi che hanno posto l'accento sui diritti dei pazienti, sull'etica medica e sulla responsabilità dei professionisti sanitari, contribuendo a plasmare un contesto normativo che mira a garantire sempre la sicurezza delle cure, che devono essere sempre rispettose e basate sul consenso informato.

La responsabilità medica attraverso le decisioni legali più importanti

In Italia, la responsabilità medica è stata sovvertita diverse volte e sono state stabilite norme e linee guida che definiscono le responsabilità dei professionisti sanitari nei confronti dei pazienti. Ecco alcune delle decisioni più influenti che hanno contribuito a cambiare il panorama della responsabilità medica nel nostro Paese.

La sentenza n. 47289/2014 della Corte di Cassazione sulla responsabilità medica che ha rappresentato un punto di svolta nella giurisprudenza italiana in materia. Ha stabilito che i medici possono essere ritenuti responsabili per danni causati da errori medici anche in assenza di negligenza grave. In altre parole, anche un semplice errore o una mancanza di diligenza possono costituire motivo di responsabilità civile per i medici. Questa decisione ha posto un maggiore accento sulla responsabilità dei medici nel fornire cure sicure e appropriate.

La sentenza n. 28985/2019 della Corte di Cassazione ha, inoltre, chiarito il ruolo fondamentale del consenso informato nella pratica medica italiana. Ha stabilito che il consenso del paziente deve essere libero, consapevole e informato e che i medici devono fornire informazioni complete sui rischi, i benefici e le alternative disponibili prima di procedere a qualsiasi trattamento medico. In caso di mancato rispetto di tali obblighi informativi, i medici possono essere ritenuti responsabili per danni derivanti dalla mancata comprensione da parte del paziente delle implicazioni del trattamento.

Ma ancor prima la sentenza n. 14979/2012 della Corte di Cassazione sull'obiezione di coscienza ne ha delineato i limiti nel contesto medico italiano. Sebbene abbia riconosciuto il diritto del medico di rifiutarsi di praticare determinati interventi o terapie per motivi di coscienza, ha sottolineato che tale obiezione non può costituire un pretesto per violare il diritto del paziente all'accesso a cure mediche legali ed efficaci. Questa decisione ha stabilito un equilibrio tra i diritti del medico e quelli del paziente, evitando che l'obiezione di coscienza compromettesse l'accesso alle cure mediche.

E ancora, la legge n. 24/2017 sul riconoscimento del danno da morte del coniuge o del convivente a seguito di malasanità. Questa legge ha introdotto disposizioni specifiche per il riconoscimento del danno da morte del coniuge o del convivente a seguito di errori medici o malasanità. Ha stabilito procedure più rapide e semplificate per ottenere il riconoscimento del danno e il risarcimento dei danni derivanti dalla perdita di un coniuge o convivente a causa di errori medici.

Un ultimo e importante passaggio, inoltre, va certamente fatto con riguardo alla legge sulla responsabilità medica che rappresenta un importante pilastro del sistema giuridico. L'introduzione di tale legislazione è stata determinante per definire i diritti e le responsabilità dei professionisti sanitari, nonché per garantire una maggiore tutela dei pazienti e la qualità delle cure mediche fornite. L'evoluzione normativa in materia di responsabilità medica è stata influenzata da una serie di fattori, tra cui le decisioni giuridiche delle corti nazionali e sovranazionali, le normative europee e nazionali in materia di diritti umani e protezione dei consumatori, nonché le esigenze crescenti di una società sempre più consapevole dei propri diritti in ambito sanitario.

Le prime normative italiane sulla responsabilità medica risalgono al secondo dopoguerra, con l'emanazione di leggi che disciplinavano principalmente la responsabilità penale dei medici in caso di malpractice. Tuttavia, nel corso del tempo, è emersa la necessità di un quadro normativo più completo e articolato, in grado di affrontare in modo esaustivo le sfide legate alla responsabilità medica, inclusi aspetti civili, disciplinari ed etici. L'evoluzione della legge sulla responsabilità medica è stata guidata da diversi principi fondamentali, tra cui la tutela della salute e della sicurezza dei pazienti, il rispetto della dignità e dell'autonomia decisionale del paziente, la promozione di pratiche mediche sicure ed efficaci, nonché l'equilibrio tra i diritti dei pazienti e le responsabilità dei professionisti sanitari.

Uno degli sviluppi più significativi nella legislazione sulla responsabilità medica in Italia è stato l'emanazione della Legge n. 24 del 2017, nota anche come "Legge Gelli-Bianco", che ha introdotto importanti disposizioni in materia di risarcimento dei danni da responsabilità medica. Questa legge ha semplificato le procedure per il risarcimento dei danni derivanti da errori medici, migliorando l'accesso dei pazienti alla giustizia e garantendo una maggiore trasparenza e equità nel sistema di responsabilità medica.

Inoltre, l'introduzione di disposizioni specifiche sul consenso informato, sulla gestione dei reclami dei pazienti e sulla formazione continua dei professionisti sanitari ha contribuito a rafforzare il quadro normativo sulla responsabilità medica, promuovendo una cultura della sicurezza e della qualità nelle cure mediche fornite.

La legge sulla responsabilità medica in Italia rappresenta un importante strumento per garantire la protezione dei diritti dei pazienti e la responsabilizzazione dei professionisti sanitari. Attraverso un continuo processo di aggiornamento e miglioramento normativo, l'Italia si impegna a mantenere elevati standard di sicurezza e qualità nelle cure mediche, promuovendo la fiducia nella professione medica e nel sistema sanitario nel suo complesso.

Perché è importante fornirsi di copertura assicurativa?

Proprio per l’importanza che ricopre il settore legale nella pratica dell’esercizio medico, assume rilevanza la copertura assicurativa per un professionista sanitario.

I motivi sono molti. Tra i più riconosciuti rientrano certamente l’importanza di protezione legale. La pratica medica comporta rischi, compresi quelli legati a possibili errori professionali, negligenze o dispute con i pazienti. Un'assicurazione professionale fornisce una copertura legale al medico in caso di controversie legali o richieste di risarcimento danni, consentendo di affrontare le spese legali e di risarcimento senza dover mettere a rischio il proprio patrimonio personale. Inoltre, le richieste di risarcimento danni possono avere conseguenze finanziarie significative per un medico. Senza una copertura assicurativa adeguata, il professionista sanitario potrebbe trovarsi a fronteggiare spese elevate, che potrebbero compromettere la sua stabilità finanziaria e la sua capacità di esercitare la professione in modo continuativo.

Essere coperti da un'assicurazione professionale può contribuire a preservare la reputazione del medico in caso di controversie o reclami da parte dei pazienti e in molti casi, l'assicurazione professionale è un requisito normativo per esercitare la professione medica. Tra l’altro, essere coperti da un'assicurazione professionale offre al medico la tranquillità mentale necessaria per concentrarsi sulla pratica medica senza preoccupazioni eccessive riguardo ai rischi finanziari o legali. Sapere di essere protetti da un'assicurazione può consentire al professionista sanitario di esercitare la sua professione con maggiore sicurezza e fiducia.

Si tratta, dunque, di un elemento essenziale per proteggere sé stessi e la propria carriera, i propri pazienti e la propria pratica medica.

 

Di: Cristina Saja, giornalista e avvocato

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