Grandi invenzioni nel 2023. La ricerca italiana entra in classifica sulla sostenibilità

Nella Giornata della Ricerca italiana nel mondo esaminiamo le scoperte più promettenti del 2023 e l’apporto straordinario dato dall’Italia nel progresso sostenibile.

Il 2023 è stato un anno di grandi scoperte, specie in campo medico e ambientale. La ricerca sugli anticorpi monoclonali ha fatto ulteriori passi avanti, è stato sviluppato un promettente farmaco per l’Alzheimer, sono arrivati i primi farmaci contro l’obesità che hanno mostrato effetti considerevoli: per dirne solo alcuni.

Brevetti record per l’Italia

L’Italia si è distinta in ogni campo, registrando anche un record di oltre 5 mila domande di brevetto per nuove invenzioni nell’anno. Nello specifico ben 5.053 domande depositate all’Ufficio Europea dei Brevetti (EPO), il numero più alto di sempre nel nostro paese. Si registra, secondo l’EPO Patent Index 2023, un +3,8% rispetto al 2022 e un +1,4% sulla crescita media europea. In generale, un 38% rispetto a 10 anni fa e +15% rispetto a 5 anni fa. Il che inserisce l’Italia all’11 posto tra i 27 paesi UE.

La batteria commestibile dell’ITI premiata dal Time

Gli italiani si sono concentrati soprattutto sul migliorare la sostenibilità degli oggetti che usiamo e spesso sprechiamo giornalmente. Un altro risultato di rilievo è stato, infatti, l’inserimento di una invenzione italiana tra le 200 migliori del mondo secondo Time. Si tratta della prima batteria commestibile e ricaricabile, ideata dall’Istituto italiano di Tecnologia di Milano.

Il prototipo è stato messo a punto dal gruppo di ricerca di Mario Caironi e ha vinto un finanziamento European Research Council. La batteria è realizzata con materiali edibili: mandorle, alghe e capperi. Si basa sulla vitamina B e la quercetina che fa da catodo, con il carbone attivo come conduttore e l’elettrolita a base di acqua. Gli elettrodi sono fatti in cera d’api e i due contatti in oro alimentare. La cella della batteria funziona a 0.65V e non crea quindi problemi al corpo umano se ingerita, ma può fornire corrente di 48 milliampere per 12 minuti o di pochi microampere per più di un’ora, sufficiente ad alimentare piccoli dispositivi elettronici. Il Time l’ha inserita tra le menzioni speciali, per immaginare un mondo nuovo.

Depositi di idrogeno sotterranei

Tra le ricerche citate nel 2023 dalla rivista Science, inoltre, figurano gli ultimi studi sull’idrogeno come fonte pulita di energia. L’interesse è andato sulla scoperta di depositi di idrogeno naturale sottoterra, di cui già gli USA hanno iniziato l’estrazione. Un settore di grande interesse anche per l’Italia, che potrebbe essere un fornitore.

Il farmaco per l’Alzheimer

Anche la sanità ha fatto passi da gigante: la FDA statunitense ha approvato il primo farmaco contro l’Alzheimer, inserito nella classifica Time. Si tratta di un anticorpo monoclonale che non costituisce una cura in fase avanzata, ma se somministrato in fase iniziale rallenta fortemente il declino della memoria e della capacità (fino al 30%). Agisce colpendo le placche senili nel cervello, formate da livelli anomali della betamiloide, una proteina naturale. Le placche poi scatenano infiammazione e danneggiano le connessioni neuronali. Il farmaco punta proprio a ridurne l’accumulo, rallentando la malattia.

La cura all’obesità?

Sull’obesità sono arrivate delle scoperte di punta. Il semaglutide, un farmaco che imita l’ormone Glp-1, ha dimostrato di poter abbassare fortemente il rischio di infarto, ictus e di migliorare i sintomi da insufficienza cardiaca nelle persone obese. Non è una novità, veniva già utilizzando per la gestione del diabete e infatti si è molto discusso su una carenza del farmaco dovuta proprio alla prescrizione ai pazienti obesi. Ora agli scienziati il compito di gestire gli effetti collaterali e fare ricerca sull’efficacia sul lungo periodo, ma visti gli iniziali risultati delle prescrizioni sembrerebbe molto promettente.

Un nuovo vaccino per la malaria

Per i successi della medicina è stata di grande successo anche la ricerca su un nuovo vaccino per la malaria, con un’efficacia al 75%. Ovvero il doppio rispetto al precedente. Sviluppato dall’Università di Oxford e approvato in Ghana nel 2023, è stato raccomandando anche da OMS a fine anno e sta cominciando a circolare in larga scala in quei paesi in cui la malaria fa ancora oltre 600 vittime all’anno.

Di: Gloria Frezza, giornalista professionista

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