Il 23 maggio l’Organizzazione mondiale della sanità ha aggiunto la nuova variante del SARS-CoV-2 NB.1.8.1 (soprannominata da alcuni esperti “Nimbus”) all’elenco delle varianti sotto monitoraggio (VUM), la categoria di minor rischio rispetto a quelle di interesse (VOI) o preoccupanti (VOC). Si tratta di una discendente della variante ricombinante XDV.1.5.1, che presenta nuove mutazioni nella proteina Spike, la componente usata dal virus per penetrare nelle cellule umane. Nonostante al momento non sembri causare sintomi gravi né abbia un’elevata trasmissibilità, la sua diffusione sta aumentando rapidamente: dal 2,5% al 10,7% delle sequenze globali tra inizio aprile e fine maggio 2025.
LP.8.1, la variante dominante e l’importanza dei vaccini aggiornati
Mentre NB.1.8.1 inizia a farsi strada, LP.8.1, una sottovariante della famiglia Omicron, resta attualmente la più diffusa al mondo. Identificata per la prima volta nel luglio 2024, è ora responsabile di circa il 60% dei casi nel Regno Unito e del 42% negli Stati Uniti. LP.8.1 presenta nove mutazioni aggiuntive rispetto al lignaggio JN.1, da cui discende, ed è considerata una variante altamente elusiva.
Per questo motivo, sia l’OMS che l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) hanno sottolineato la necessità di aggiornare i vaccini per migliorare la copertura. Nonostante le mutazioni, i vaccini attualmente approvati restano efficaci contro forme sintomatiche e gravi della malattia, in particolare per le persone più fragili.
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Diffusione globale e nuove sfide per la salute pubblica
Secondo l’OMS, le mutazioni osservate nella variante NB.1.8.1 potrebbero aumentarne la capacità di legarsi ai recettori cellulari e renderla più resistente alla risposta immunitaria. Anche se non sono stati riscontrati casi gravi in modo significativo, in alcune regioni dell’Asia – come Singapore, Cina, Tailandia e Hong Kong – si è osservato un aumento dei ricoveri associato a questa variante.
Il professor Matteo Bassetti ha evidenziato come questa impennata possa essere dovuta alla perdita di anticorpi sviluppati in seguito a vaccinazione o precedente infezione. Nonostante ciò, il rischio complessivo è ancora considerato basso. Sintomi associati a queste varianti restano simili: febbre, tosse, perdita di gusto e olfatto, affaticamento, mal di testa e disturbi gastrointestinali.