Manca poco al 31 dicembre, termine del triennio formativo ECM 2023–2025. Per migliaia di infermieri, questo significa confrontarsi con il livello di aggiornamento raggiunto, valutare i crediti ottenuti e, se necessario, colmare le lacune. La situazione è in continua evoluzione, e nuovi strumenti (tra cui le importanti novità introdotte dalla delibera del 3 luglio scorso) offrono l’opportunità di regolarizzare i trienni passati e valorizzare l’impegno già profuso.
In questa intervista doppia (con Luigi Pais Dei Mori, consigliere del Comitato Centrale FNOPI, e Francesco Pittella, membro della Commissione Nazionale della Formazione Continua e consigliere dell’OPI di Milano, Lodi, Monza e Brianza), approfondiamo i dati aggiornati sulla formazione infermieristica, le strategie messe in campo dagli Ordini, i nuovi obblighi e bonus previsti, e le direttrici di un possibile futuro per il sistema ECM. Un confronto lucido e tecnico che mette al centro la responsabilità del professionista e la qualità dell’assistenza al cittadino.
Intervista a Luigi Pais Dei Mori, consigliere del Comitato Centrale FNOPI
Il 31 dicembre segna la scadenza del triennio formativo. Qual è la situazione formativa ad oggi tra gli infermieri?
Abbiamo un dato ormai abbastanza consolidato, che si aggira intorno al 70%. Saremo sicuramente più precisi a giugno 2026, quando avremo i dati relativi soprattutto alla FAD che per noi è molto importante. Rappresenta circa l’80% del fabbisogno formativo, quindi è la modalità preferita dai nostri iscritti. È un buon dato, ma sicuramente può e deve essere migliorato, perché la formazione continua è una leva strategica.
Come gli Ordini stanno supportando gli infermieri verso la scadenza di dicembre
L’Ordine ha messo in atto delle strategie per ricordare la scadenza e supportare gli iscritti?
Abbiamo attivato diverse strategie, anche a livello capillare. Ogni singolo Ordine svolge la propria parte, sia sul piano formativo che su quello della sensibilizzazione. La Federazione ha predisposto un pacchetto formativo molto importante che, da solo, copre il 100% del fabbisogno formativo, e che si somma alle iniziative dei singoli Ordini. Quest’anno, inoltre, affrontiamo un tema molto rilevante, quello del Codice Deontologico. La Federazione sta preparando un pacchetto formativo specifico, che sarà veicolato attraverso gli Ordini, proprio per l'importanza e l’attualità di questo tema.
Codice deontologico, FAD e pacchetti formativi: le priorità dell’offerta 2025
Quali dovrebbero essere le direttrici su cui orientare l’evoluzione della formazione infermieristica?
La formazione continua è una leva strategica per la maturazione della professione. Deve realizzare il principio di congruità, cioè l’obbligo di un esercizio professionale scientificamente fondato.
Abbiamo raccolto iniziative importanti su due direttrici: da un lato, avvicinare sempre di più il fabbisogno formativo – il bisogno dei professionisti – all’offerta formativa; dall’altro, rafforzare tematiche strategiche che devono diventare più vincolanti. Per questo triennio, la Commissione Nazionale ha introdotto l’obbligo del 10% sulla radioprotezione. Noi vorremmo inserire anche la deontologia, come già fanno altre professioni, ad esempio avvocati e assistenti sociali. Il tema della sanità digitale è altrettanto centrale: la Direttiva europea 782 del 2024 stabilisce chiaramente che debba far parte della formazione infermieristica.
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Perdere la copertura assicurativa? Un rischio concreto per chi resta indietro
Nel 2026, senza aver completato almeno il 70% dei crediti ECM, si rischia di perdere la copertura assicurativa. I vostri iscritti sono consapevoli di questo rischio? E quanto potrebbe impattare sul loro lavoro?
È un rischio che nessun professionista sanitario può permettersi di correre. Tutte le strategie per prevenirlo sono quindi fondamentali. Crediamo che un’offerta formativa ampia e accessibile sia indispensabile per aumentare la consapevolezza. Mi occupo molto di responsabilità professionale e formazione, e credo che su questo fronte ci sia una buona sensibilità. Siamo vicini a un risultato positivo.
Più qualità, meno corsa ai crediti: le due vie per un ECM evoluto
Si parla spesso di riforma del sistema ECM, soprattutto alla fine di ogni triennio. Qual è la vostra proposta?
Il sistema ECM è spesso criticato perché troppo orientato alla quantità: c’è quasi una corsa al raggiungimento dei crediti, più che un reale percorso di crescita professionale. Riteniamo che ci siano due modelli virtuosi, osservabili anche in altri Paesi. Il primo è quello quantitativo: l’accreditamento annuale è legato all’esercizio della professione e al mantenimento dell’iscrizione all’albo, in linea con il principio di congruità. Il secondo è un approccio più qualitativo: la certificazione delle competenze. Si tratta di una formazione mirata, tarata sul reale esercizio del singolo professionista. Crediamo che queste due direttrici possano rappresentare la base per un sistema ECM evoluto, una formazione continua 2.0. Vedremo se verranno raccolte.
Intervista a Francesco Pittella, membro della Commissione Nazionale della Formazione Continua e consigliere dell’OPI di Milano, Lodi, Monza e Brianza
Quali sono le novità introdotte dalla delibera del 3 luglio in merito alla certificabilità dei trienni formativi ECM?
Il 3 luglio la Commissione Nazionale ECM ha approvato una delibera che introduce importanti novità nella gestione dei crediti e nella possibilità di regolarizzare i trienni formativi precedenti. In primo luogo, il documento consente il recupero dei crediti relativi al triennio 2020–2022: i professionisti potranno acquisire e spostare tali crediti fino al 31 dicembre 2025, attraverso la piattaforma CoGeAPS, rendendolo certificabile. Inoltre, la possibilità di spostamento dei crediti è consentita fino al 30 giugno 2026. Un altro nodo importante riguarda i “crediti compensativi”, sono i crediti utili al soddisfacimento dell’obbligo formativo, eccedenti l’obbligo formativo individuale, finalizzati alla compensazione del debito formativo relativo ad uno o più trienni, che consentono ai professionisti di completare e certificare non solo il triennio 2020–2022, ma anche quelli precedenti (2014–2016, 2017–2019) e l’attuale. I trienni incompleti potranno essere regolarizzati fino al 31 dicembre 2028. Il CoGeAPS, con il supporto degli Ordini, provvederà ad effettuare i calcoli delle conformità, compensando i trienni a partire da quello più recente. Questo meccanismo non è una sanatoria: nessun credito sarà condonato, ma verranno semplicemente offerte nuove possibilità di completamento in modo trasparente e rigoroso, mantenendo intatta la credibilità dell’intero sistema ECM. La formazione continua, infatti, è garanzia sia di qualità professionale sia di sicurezza per il cittadino. Questa misura è particolarmente rilevante perché collegata all’obbligo assicurativo stabilito dalla legge Gelli-Bianco: affinché la copertura RC professionale sia valida, è necessario aver assolto almeno il 70% dell’obbligo formativo.
Premialità, dossier formativi e piattaforma CoGeAPS: chi si aggiorna viene premiato
Sono previste misure premiali per chi è in regola e strumenti per aiutare chi è in ritardo?
Sì, la delibera prevede anche importanti misure premiali. I professionisti che hanno rispettato l’obbligo formativo nei trienni 2014–2016, 2017–2019 e 2020–2022v riceveranno un bonus di 20 crediti, valido sia per il triennio in corso che per quello successivo (2026–2028). Il bonus sarà rispettivamente di 15 o 10 crediti se la decorrenza dell’obbligo formativo per il professionista è partita dal triennio 2017–2019 o 2020–2022. Se, in uno o più di questi trienni, il professionista ha superato i 120 crediti, si aggiungerà un ulteriore bonus di 30 crediti. In più, è previsto un ulteriore bonus di 30 crediti per chi ha redatto un dossier formativo individuale o di gruppo. Voglio sottolineare anche il ruolo fondamentale dell’informazione e della consapevolezza. Molti professionisti non conoscono ancora le potenzialità della piattaforma CoGeAPS. Eppure, è proprio attraverso questo strumento che è possibile gestire autonomamente gran parte dell’obbligo formativo, soprattutto quello individuale, che può coprire fino al 60% del totale. Il sistema ECM è stato progettato per accompagnare e supportare la crescita professionale continua: chi rispetta le regole viene premiato, chi è in ritardo ha ancora tempo e strumenti per mettersi in regola. Tuttavia, è necessario agire tempestivamente, perché le scadenze si avvicinano.