Con l’introduzione della riforma Bernini, l’accesso a Medicina e Chirurgia è stato completamente rivoluzionato. Non esiste più il tradizionale test a crocette, sostituito da un nuovo meccanismo: il semestre filtro. Una fase selettiva interna alle università, che si svolge tra settembre e dicembre, e che rappresenta il vero banco di prova per chi sogna il camice bianco. Gli studenti vengono ammessi in un primo semestre “aperto” e solo chi supera le prove previste ottiene il diritto di rimanere iscritto a Medicina e proseguire con il percorso di studi. In questo contesto, è nata una domanda che agita moltissimi iscritti: è possibile rifiutare un voto d’esame per tentare di ottenere un punteggio più alto? E soprattutto, conviene farlo?
Le regole del semestre filtro
Il semestre filtro è stato pensato come una fase di selezione meritocratica. Gli studenti frequentano lezioni e sostengono esami in tre discipline fondamentali: Chimica, Fisica e Biologia, per un totale di 18 crediti formativi. Ogni prova è standardizzata a livello nazionale, con identiche modalità in tutte le università italiane.
Gli esami si svolgono in due sessioni: la prima il 20 novembre 2025 e la seconda il 10 dicembre 2025, entrambe alle ore 11:00. Nel giro di pochi giorni gli studenti devono affrontare le tre materie, una dopo l’altra, con un tempo massimo di 45 minuti per ciascun test. Le prove prevedono 31 domande: 15 a scelta multipla con cinque opzioni di risposta e 16 a completamento. Il sistema di punteggio è rigido: +1 per ogni risposta corretta, –0,25 per quelle errate, zero per le risposte non date. Il punteggio viene poi convertito in trentesimi. Per restare in gara, lo studente deve ottenere almeno 18/30 in ognuna delle tre prove.
La posta in gioco è altissima: solo chi supera il semestre filtro entra nella graduatoria nazionale e prosegue a Medicina. Chi fallisce, confluisce automaticamente nel corso affine scelto al momento dell’immatricolazione, come Biotecnologie, Scienze Biologiche o Farmacia.
È possibile rifiutare un voto?
Il tema del rifiuto del voto nel semestre filtro è uno dei più delicati. In linea generale, molti atenei prevedono la possibilità di non accettare un voto positivo e di tentare nuovamente l’esame nell’appello successivo. Tuttavia, ci sono limiti importanti:
- il rifiuto riguarda solo voti positivi (dal 18 in su);
- un voto insufficiente non si può rifiutare e va necessariamente recuperato nel secondo appello;
- esistono solo due date nazionali per ciascun esame, quindi rifiutare significa puntare tutto sul secondo tentativo.
Di fatto, rifiutare un voto nel semestre filtro è tecnicamente possibile, ma rischioso: se al secondo appello non si ottiene la sufficienza, l’esclusione dalla graduatoria è definitiva.
I rischi del rifiuto
La tentazione di alzare la media è forte, soprattutto considerando che il punteggio finale avrà un peso nella graduatoria nazionale. Ma prima di dire “no” a un 18 o a un 20, bisogna riflettere sulle conseguenze.
Rifiutare un voto significa giocarsi l’ultima chance al secondo appello, senza margini di errore. Inoltre, i tempi stretti e lo stress accumulato possono compromettere la performance. Non bisogna dimenticare che il semestre filtro non è un semestre come gli altri: è un percorso selettivo e breve, con regole inflessibili.
Accettare un voto minimo può sembrare poco ambizioso, ma garantisce la permanenza in graduatoria. Al contrario, rifiutarlo può aprire la porta all’esclusione, costringendo lo studente a ripiegare sul corso affine scelto all’inizio.
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Strategie per affrontare il semestre filtro
Come affrontare allora questo percorso? Gli esperti consigliano di prepararsi con largo anticipo, facendo simulazioni delle prove e abituandosi alla gestione del tempo. È fondamentale avere una strategia: accettare un voto sufficiente se si è consapevoli che il rischio del rifiuto è troppo alto, oppure tentare di alzare la media solo se si hanno basi solide e margini di miglioramento reali.
Anche la gestione degli appelli è cruciale: studiare con metodo, alternare le materie più complesse a quelle più vicine al proprio background, sfruttare le risorse offerte da tutorati e gruppi di studio può fare la differenza. Infine, è indispensabile informarsi sul regolamento specifico della propria università, che può prevedere modalità differenti nella gestione del rifiuto del voto.
In conclusione, il semestre filtro di Medicina e Chirurgia non è solo una novità amministrativa, ma una vera e propria rivoluzione. La possibilità di rifiutare un voto esiste, ma non va confusa con una strategia “alla leggera” per alzare la media: può essere un’arma a doppio taglio che decide chi resta a Medicina e chi dovrà cambiare strada. In un contesto così competitivo e serrato, ogni scelta va ponderata con estrema attenzione, perché da quei tre esami – e da come si decide di affrontarli – dipende il futuro accademico di migliaia di studenti.