L’ammissione a Medicina entra in una nuova fase. Questo cambiamento è stato introdotto dalla riforma dell'accesso a Medicina 2025, come previsto dal decreto legislativo n. 263, collegato alla legge 26/2025. Dopo anni di dibattito e di critiche, il test d’ingresso tradizionale è stato “sostituito” da un “semestre filtro” che è ufficialmente avviato e sta già producendo i primi risultati. La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha parlato di un vero e proprio cambio di rotta e di paradigma, spiegando che “prima si selezionavano gli studenti fuori dai cancelli, ora li si forma dentro.
Un semestre formativo al posto del test
Il nuovo modello di accesso a Medicina prevede che gli studenti frequentino un primo semestre di lezioni in discipline di base come biologia, chimica e propedeutica biochimica, fisica e anatomia, prima della selezione definitiva. Ogni materia assegnerà 6 crediti formativi universitari (CFU), per un totale complessivo di 18 CFU. Durante questi mesi vengono svolte esercitazioni, verifiche e attività laboratoriali, così da permettere una valutazione più equa e continuativa delle competenze acquisite. Al termine del semestre filtro sono previsti due appelli nazionali per le prove selettive:
- 20 novembre 2025: primo appello
- 10 dicembre 2025: secondo appello
Ogni prova consiste in tre esami scritti, uno per ciascuna materia, con 31 domande per esame (15 a risposta multipla e 16 a completamento), da completare in 45 minuti ciascuno. Per superare ogni esame è necessario ottenere almeno 18/30. Il punteggio massimo complessivo è di 93 punti (31 per materia). Al termine del semestre filtro, gli studenti saranno valutati in base ai risultati ottenuti negli esami e alla posizione in una graduatoria nazionale basata sui crediti formativi acquisiti. Questa graduatoria determinerà chi avrà accesso al secondo semestre del corso di laurea in Medicina. Gli studenti che non supereranno il semestre filtro potranno comunque utilizzare i CFU acquisiti per iscriversi a corsi di laurea affini.
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Bernini: “La vita non è un quiz”
La ministra ha sottolineato come il semestre filtro rappresenti una rivoluzione culturale: “È un cambio di paradigma: da un test fatto in 100 minuti fuori dai cancelli dell’università, in cui gli studenti si giocavano la vita – e la vita non è un quiz – a un semestre universitario vero, di tre mesi effettivi, in cui si studia e si cresce all’interno dell’università”. Secondo la Bernini, il 90% degli studenti partecipa alle lezioni in presenza, smentendo chi temeva che il nuovo sistema si sarebbe spostato principalmente online. “I rettori hanno risposto benissimo – ha detto –. Ho stanziato 25 milioni di euro nel 2024 e 50 milioni nel 2025 per potenziare laboratori e aule”.
I primi risultati e le prospettive
I dati preliminari, quindi, mostrano un’alta partecipazione e un clima di maggiore coinvolgimento rispetto ai test tradizionali. Per molti studenti, la possibilità di vivere fin da subito la vita universitaria rappresenta un’occasione per capire realmente se la facoltà è adatta alle proprie aspettative. Bernini parla di linfa e vitalità per l’università: “Abbiamo portato dentro quello che prima restava fuori. Ora si forma e poi si seleziona”. La Bernini, infatti, ha sempre considerato obiettivo della riforma, ancora in fase di monitoraggio, rendere il percorso di ammissione più meritocratico e inclusivo, riducendo l’impatto emotivo del test unico e favorendo una formazione più solida sin dall’inizio del percorso accademico.