Nel 2050 il Servizio sanitario nazionale non sarà sostenibile senza interventi. Il report

Il SSN ha bisogno di interventi per mantenersi sostenibile, secondo il rapporto Meridiano Sanità realizzato da The European House - Ambrosetti e presentato a Roma

Sommario

  1. Brusaferro (presidente ISS): “A rischio per 1,4 mln di under 18 sotto soglia povertà”
  2. CIMO-FESMED: “Cari italiani, non ammalatevi perché presto non ci sarà più nessuno per curarvi”
  3. “Nei prossimi tre anni la spesa sanitaria sarà ridimensionata”
  4. I medici del sindacato chiedono più fondi per la sanità nella prossima Legge di Bilancio
  5. “Nessun segnale indica un cambio di priorità o una svolta”

"La sanità pubblica non sarà sostenibile se non ci saranno interventi di correzione rispetto alle attuali dinamiche socio sanitarie". È questa, in estrema sintesi, una delle principale indicazioni che emerge dal rapporto Meridiano Sanità realizzato da The European House - Ambrosetti e presentato a Roma. "Il rapporto - spiega Daniela Bianco, responsabile dell’ area Healthcare di Ambrosetti - tiene conto dei diversi determinanti della salute, non solo sanitari, ma anche ambientali, sociali ed economici. Ci siamo resi conto che lo scenario 2050, considerando l’ evoluzione del contesto demografico ed epidemiologico, non è sostenibile e quindi occorre intervenire agendo su diversi livelli". Le leve a disposizione per promuovere la sostenibilità sono "pressione fiscale, dimensionamento, politiche a sostegno della natalità, lavorare sull’ occupazione, sulla forza lavoro e sull’ immigrazione - sottolinea Bianco - perché dobbiamo attrarre capitale umano per cercare di rendere sostenibile la spesa".

Brusaferro (presidente ISS): “A rischio per 1,4 mln di under 18 sotto soglia povertà”

"Sono un milione e 400mila gli italiani under 18 anni sotto la soglia di povertà" che, a causa di questa condizione, hanno più rischi per la salute. Lo ha detto il presidente dell’ Istituto superiore di sanità, Silvio Busaferro, nel corso della presentazione del rapporto Meridiano Sanità. "Servono interventi per garantire il loro futuro in salute", ha aggiunto.

CIMO-FESMED: “Cari italiani, non ammalatevi perché presto non ci sarà più nessuno per curarvi”

Ma la situazione non pare rosea neanche nel breve periodo. Ed è un grido di dolore la lettera che il sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED ha indirizzato a tutti i cittadini italiani: “Cari italiani – si legge – cercate di non ammalarvi perché presto non ci saranno più medici per curarvi. Se potete permettervi un’ assicurazione sanitaria iniziate ad informarvi su come acquistarla. E se non potete permettervela cercate di mettere comunque da parte dei risparmi per quando dovrete fare delle analisi, una visita specialistica o una lastra, perché prima o poi sarete costretti a pagarle di tasca vostra”.

“Nei prossimi tre anni la spesa sanitaria sarà ridimensionata”

Una lettera provocatoria, che tuttavia dipinge uno scenario futuro non molto lontano da quel che la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza appena approvata dal Consiglio dei Ministri lascia prevedere: nei prossimi tre anni la spesa sanitaria sarà ridimensionata, scendendo ad una percentuale di Pil inferiore ai livelli pre-Covid e lasciando l’ Italia tra i Paesi europei che spendono meno per la sanità. In questo modo, scrivono i medici, sarà “pressoché impossibile far funzionare le case e gli ospedali di comunità previsti dal PNRR e superare quel tetto di spesa al personale che impedisce di assumere medici, infermieri e altri professionisti sanitari”.

 

I medici del sindacato chiedono più fondi per la sanità nella prossima Legge di Bilancio

I medici del sindacato (a cui aderiscono le sigle ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED) chiedono dunque a gran voce “più fondi per la sanità nella prossima Legge di Bilancio” per impedire “lo smantellamento degli ospedali e della medicina del territorio”. Altrimenti, scrivono, “preparatevi a Pronto soccorso sempre più affollati, liste d’ attesa sempre più lunghe, ambulanze sempre meno rapide, personale sempre più ridotto all’ osso”.

“Nessun segnale indica un cambio di priorità o una svolta”

La lettera quindi denuncia anni di “programmazione sbagliata, di tagli feroci e scellerati alla sanità nel nome di una presunta razionalizzazione e una supposta appropriatezza che in realtà hanno solo ridotto drasticamente l’ offerta sanitaria. E non c’ è alcun segnale – continuano i medici - che possa indicare un ripensamento, un cambiamento di priorità, una svolta. Nemmeno il brusco risveglio causato dalla pandemia è servito a comprendere l’ importanza di investire nel Servizio sanitario nazionale”, si legge. “Sembra che quella discontinuità rispetto alle politiche precedenti più volte invocata dall’ attuale Governo riguardi tutti i settori tranne quello sanitario: non si penserà mica che sia sufficiente il reintegro dei sanitari non vaccinati per differenziarsi dagli altri Ministri della Salute”, la stoccata ad Orazio Schillaci, a cui si chiede un deciso intervento. 

“La sanità pubblica viene quotidianamente smantellata nel silenzio generale”

E intanto, “nel silenzio e nell’ indifferenza generale, la sanità pubblica viene quotidianamente smantellata”. I medici allora promettono di dar battaglia per difendere quella “ricchezza inestimabile” che è il Servizio sanitario nazionale, chiedendo alla popolazione solidarietà e collaborazione, “perché quando si parla di salute si parla di tutti”.

Di: Redazione Consulcesi Club

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