Chi controlla la corretta operatività fiscale degli studi medici?

Chi controlla l’operato di medici e operatori sanitari in materia di fisco e tributi?

Sommario
  1. Gli enti a cui viene affidata la supervisione
  2. Chi esercita la supervisione e il controllo in Italia?
  3. Supervisione e controllo degli studi medici in materia di fisco e tributi

Molto spesso ci chiediamo a chi sia affidata la supervisione e il controllo della corretta operatività degli studi medici con riguardo alle materie di loro competenza e allo svolgimento delle loro funzioni, comprese quelle riguardanti il fisco e i tributi.

Una premessa, forse scontata, è d’obbligo: il controllo e la supervisione della corretta operatività possono variare a seconda della giurisdizione e del sistema sanitario del Paese in cui si trovano gli studi medici. Tuttavia, ci sono alcune autorità e meccanismi comuni che spesso svolgono questo ruolo.

In generale, questo compito viene affidato ad autorità sanitarie locali o regionali, ad ordini professionali, ad organizzazioni indipendenti ai quali gli studi si accreditano.

Gli enti a cui viene affidata la supervisione

Le prime da prendere in considerazioni sono le autorità sanitarie locali o regionali. Molte giurisdizioni hanno agenzie o autorità sanitarie locali o regionali che sono responsabili della regolamentazione e della supervisione degli studi medici. Queste autorità possono eseguire ispezioni periodiche per garantire che gli studi medici operino in conformità con le leggi e le regolamentazioni sanitarie. Anche gli ordini professionali possono avere questo compito. In molti paesi, infatti, i medici sono tenuti a essere membri di un ordine professionale o di un collegio medico. Questi ordini spesso hanno il compito di regolare la pratica medica e garantire che i medici rispettino gli standard professionali. Possono anche ricevere segnalazioni di cattiva pratica e intraprendere azioni disciplinari se necessario.

Alcuni studi medici, invece, cercano l’accreditamento da organizzazioni indipendenti come la Joint Commission negli Stati Uniti o altre organizzazioni di accreditamento internazionali. Questi processi di accreditamento implicano un rigoroso controllo di qualità e assicurazione della sicurezza dei pazienti.

In altri casi, i pazienti svolgono un ruolo importante nel monitorare la qualità degli studi medici attraverso recensioni online, segnalazioni di reclami o feedback diretti alle autorità sanitarie o ai responsabili degli studi stessi.

A queste, si aggiungono poi le regolamentazioni governative: le leggi e le regolamentazioni sanitarie governative possono stabilire standard minimi per il funzionamento degli studi medici e imporre requisiti di licenza per l’esercizio della medicina.

La supervisione degli studi medici coinvolge una combinazione di autorità governative, organizzazioni professionali e regolamenti specifici del settore sanitario. Il controllo e la supervisione seguono un importante unico obiettivo comune: garantire che gli studi medici offrano cure sicure ed efficaci ai pazienti.

Chi esercita la supervisione e il controllo in Italia?

In Italia, la corretta operatività degli studi medici è regolamentata da diverse autorità e normative.

Il Ministero della Salute ha un ruolo di supervisione e regolamentazione del sistema sanitario nazionale, che comprende anche gli studi medici. Si occupa di definire le linee guida per la qualità delle cure mediche e della formazione dei medici, oltre a garantire che gli studi medici rispettino le norme sanitarie.

In secondo luogo, intervengono le regioni e le ASL: la gestione del sistema sanitario è decentralizzata in Italia, con ciascuna regione responsabile dell’organizzazione e della supervisione dei servizi sanitari a livello locale. Le Aziende Sanitarie Locali (ASL) operano a livello provinciale o regionale per controllare e regolamentare le strutture sanitarie, compresi gli studi medici.

Com’è noto, in Italia, i medici sono tenuti ad essere iscritti all’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della propria provincia. Gli ordini professionali hanno il compito di regolare la professione medica, garantendo il rispetto degli standard etici e professionali e affrontando eventuali casi di cattiva pratica.

Tra l’altro gli studi medici in Italia devono ottenere le necessarie autorizzazioni e licenze per operare legalmente. Queste autorizzazioni vengono rilasciate dalle autorità sanitarie locali o regionali e garantiscono che lo studio abbia le strutture e il personale adeguati ad erogare servizi sanitari.

È importante notare che il sistema di controllo e regolamentazione degli studi medici in Italia è piuttosto complesso a causa della sua struttura decentralizzata e delle varie autorità coinvolte.

Supervisione e controllo degli studi medici in materia di fisco e tributi

Ben altro tipo di controllo viene esercitato per quanto riguarda la materia fiscale.

Il controllo e la supervisione degli studi professionali nel settore fiscale e tributario in Italia sono principalmente gestiti dall’Agenzia delle Entrate e dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.

Ma come funzionano questi meccanismi di controllo?

L’Agenzia delle Entrate è l’ente governativo italiano responsabile della riscossione delle imposte e della supervisione delle pratiche fiscali. Controlla la corretta applicazione delle leggi fiscali, verifica le dichiarazioni dei contribuenti e, in alcuni casi, ispeziona gli studi professionali, compresi quelli dei commercialisti e degli esperti contabili, per garantire la conformità alle norme fiscali. L’Agenzia delle Entrate ha il potere di infliggere sanzioni e multe in caso di irregolarità.

L’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili interviene con il supporto degli studi professionali nel settore fiscale e tributario che sono generalmente gestiti da commercialisti ed esperti contabili iscritti.

Inoltre, esistono associazioni di categoria nel settore fiscale e tributario, come l’Associazione Italiana dei Consulenti Fiscali (AICF), che possono avere un ruolo di regolamentazione e supervisione e di supporto.

Un altro tipo di sistema di controllo è quello c.d. incrociato. Il sistema italiano prevede anche un controllo incrociato tra le dichiarazioni dei contribuenti, gli adempimenti fiscali e le informazioni fornite dagli studi professionali. Questo sistema mira a identificare discrepanze e potenziali evasori fiscali.

Per non incorrere nelle sanzioni delle Agenzie delle Entrate, dunque ogni medico deve operare degli adempimenti.

Quali sono gli adempimenti da compiere?

I medici, gli odontoiatri e tutti gli operatori sanitari devono predisporre fattura o pagamento o avviso per: servizi specialistici che sono esenti IVA e qualsiasi prestazione medica. Senza dimenticare di indicare in fattura: data di rilascio; numero progressivo per anno solare; nome e cognome (in caso di ditta individuale), il nome e cognome (in caso di unico titolare), il nome e cognome (se non si tratta di società), la residenza o il luogo di residenza di tali soggetti. fornito il servizio; partita IVA o il codice fiscale del cliente (in precedenza era facoltativo) se non esercita attività commerciale, artistica o professionale (ad esempio se è un privato); la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi oggetto delle prestazioni; importo imposta, importo imposta e base imponibile. Ricordiamo che i servizi ospedalieri (compresi i servizi dentistici) sono un’attività senza IVA. Per quanto riguarda il valore del servizio, vanno evidenziati separatamente anche eventuali sconti e rimborsi.

Se il medico fattura ad altri professionisti, aziende o cliniche e/o comunità, dovrà essere trattenuta l’imposta sul reddito del 20%. Si è ritenuto opportuno (anche se non obbligatorio) essere evidenziato nel totale del servizio al momento del pagamento. In pratica, il cliente trattiene la ritenuta d’acconto sul compenso che paga per il medico.

I medici che svolgono attività senza partita IVA devono riscuotere un’imposta di bollo di 2,00 euro. L’imposta dovrà essere pagata se l’importo della fattura supera i 77,47 euro e dovrà essere annotata alla fine della fattura originale. Consegnato al paziente. Il medico è responsabile dell’apposizione del timbro. Entrambe le parti (medico e paziente) sono solidalmente obbligate a pagare l’imposta; quindi, entrambi sono penalizzati per non aver pagato l’imposta.

Cristina Saja, giornalista e avvocato

Di: Redazione Consulcesi Club

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