Diritto all’Oblio: quando e come esercitarlo

Come e quando esercitare il diritto all’oblio e quali sono i riferimenti normativi e la novità introdotta dalla Riforma Cartabia. Come riconoscere quando è necessaria una tutela.

Sommario
  1. Quali sono i riferimenti normativi relativi al diritto all’oblio?
  2. Quando si può esercitare il diritto all’oblio? 
  3. Cosa e come fare?
  4. Le novità della Riforma Cartabia
Di “biografia ferita” e del rimedio del diritto all’oblio ne abbiamo già parlato tante volte, ma non è mai chiaro come bilanciare i propri diritti con il crescere dell’importanza della web reputation in un mondo digital sempre in crescita.   La ‘non menzione’ è l’obiettivo, attraverso gli strumenti di cancellazione e deindicizzazione nel diritto all’oblio, laddove l’immagine di un soggetto coinvolto in una vicenda giudiziaria ormai conclusasi viene leso da un perpetuo ritornello del web che associa la vicenda all’identità della persona in questione.  

Diventa, quindi, essenziale capire quando e come esercitare il diritto all’oblio.


 

Quali sono i riferimenti normativi relativi al diritto all’oblio?

L’ordinamento giuridico ha posto dei paletti affinché nessun diritto venga leso: in tal caso ci riferiamo al diritto all’immagine propriamente detto. Questo è sancito dall'art. 10 c.c., dagli artt. 96 e 97, dalla L. 22 aprile 1941, n. 633 sul diritto di autore.   A questi riferimenti normativi, si affianca la tutela del diritto all'identità personale, il cui fondamento normativo è ravvisabile sempre nell'art. 2 Cost., e che viene costruito – nelle elaborazioni della dottrina e nelle decisioni della giurisprudenza – come quel coacervo di valori intellettuali, politici, religiosi, professionali, ecc. che caratterizzano una determinata persona, e che questa non vuole vedere alterato o travisato all'esterno.   È dunque alla ‘persona’ che appartiene il diritto alla riservatezza riconosciuto all’interno del famigerato art. 2 Cost., che viene comunemente inteso come la “privacy”, o “right to be let alone”. Il contemperamento tra libertà di manifestazione del pensiero (art. 21 Cost. 10 CEDU, e 10 Carta di Nizza) e il diritto alla privacy e all'identità personale (art. 2 Cost. e art. 8 CEDU) è equilibrato e tutelato anche dal ‘diritto all’oblio’, ovvero il diritto a non subire gli effetti pregiudizievoli della ripubblicazione, a distanza di tempo, pur legittimamente diffusa in origine, ma non più giustificata da nuove ragioni di attualità, utilizzando lo strumento della ‘deindicizzazione’ o della richiesta ‘cancellazione’ di determinati URL dal risultato dei motori di ricerca.  

Quando si può esercitare il diritto all’oblio? 

Quando una notizia non più corrispondente al vero, risalente o non menzionata all’interno del casellario giudiziario, appaia nei motori di ricerca e identifichi quella determinata persona a cui appartiene l’identità digitale. È possibile agire tutte le volte in cui ad essere lesa non è solo la persona ma anche la professionalità del soggetto di cui trattasi. Un esempio è la biografia ferita – più volte annoverata dal team legal Consulcesi - dei medici e degli operatori sanitari coinvolti in una vicenda ormai conclusasi.  

Cosa e come fare?

Esistono attività e risorse che si possono mettere in campo per cercare di ripulire le SERP in maniera proattiva e positiva: il monitoraggio costante, tramite tool specifici e settaggio degli Alert di Google sul proprio nome brand, ad esempio, ma anche un’attenta moderazione dei commenti sulle pagine social personali o aziendali, mettendo sempre al centro l’utente e fornendo risposte adeguate al contesto, sia come contenuti che come tono di voce.   Inoltre, è necessario agire nei confronti del titolare del sito di appartenenza dell’URL considerato lesivo. La richiesta può essere inviata con una semplice e-mail, meglio però se con PEC o con raccomandata A/R e tramite legale di fiducia per ottenere:
  • la cancellazione della pagina da Internet
  • la cancellazione di tag e metatag e quindi la deindicizzazione della pagina su Internet
  • la cancellazione del nome del soggetto dalla pagina Internet e ogni altro riferimento che possa far risalire alla sua persona
  Se il titolare non ottempera a tali doveri, l’interessato può alternativamente: presentare un ricorso al Garante della Privacy; presentare un ricorso al tribunale ordinario in via d’urgenza per ottenere la cancellazione del nome dalla pagina o la sua deindicizzazione. In un autonomo giudizio si potrà ottenere la cancellazione della notizia e anche il risarcimento del danno.   Esiste anche una procedura che si può effettuare tramite Google, che prevede la compilazione di un modulo online. Oltre ai dati personali e alla dichiarazione del fatto che la richiesta venga effettuata per sé, per la propria azienda o per terzi (necessario in ogni caso l’upload di un documento che attesti l’identità dell’interessato), bisogna poi elencare puntualmente ogni URL che si desidera far de-indicizzare, con esplicita motivazione del perché vogliamo che vengano de-indicizzate. Questo vale nel caso in cui si utilizzi il modulo generale per presentare la richiesta di rimozione di risultati specifici per query che includono un nome o un marchio sulla ricerca di Google, ma esistono anche procedure specifiche per altri prodotti Google, come Drive, Maps, Play, Immagini o YouTube.   Gli esperti di Consulcesi sono inoltre a tua disposizione per aiutarti a tutelare la tua immagine online e ad esercitare il Diritto all’Oblio.  

Le novità della Riforma Cartabia

Come si fa a far convivere il diritto di cronaca dei giornalisti con il diritto all’Oblio delle aziende o dei professionisti? L’Italia arriva con qualche anno di ritardo e a mettere una toppa è la recente Riforma Cartabia presentata a settembre 2021 che, tra le altre tematiche legate al diritto dei minori e al penale, parla anche di regolamentazione della web reputation. Titoli sensazionalistici acchiappa click e presunzione di innocenza spesso non vanno affatto d’accordo e la menzione con accezione negativa e perpetua è dietro l’angolo. A porre rimedio, un particolare emendamento della Riforma che garantirebbe a ogni cittadino di poter rimuovere automaticamente e in tempi più rapidi nomi e dettagli inesatti o datati da articoli in rete, tramite la deindicizzazione; la non rimozione degli stessi sarebbe da considerarsi una vera violazione del principio di non colpevolezza, previsto dalla Costituzione italiana e dalla Corte Suprema Europea. Questo si lega a un altro principio regolamentato da Cassazione e Garante della Privacy, ossia il “diritto all’onore nella società mediatica”
Di: Redazione Consulcesi Club

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