Sei stato aggredito mentre lavoravi, cosa puoi fare? Le tutele per medici e sanitari

La giornata europea di prevenzione contro i fenomeni di aggressione a medici e sanitari nasce nel 2020 con lo scopo di sensibilizzare i cittadini al fenomeno: le modifiche al codice penale, l'istituzione dell'osservatorio nazionale sulla sicurezza dei medici e dei professionisti sanitari sono tra gli strumenti da conoscere se si opera in campo medico.

Sempre più spesso leggiamo titoli di giornale che ci raccontano dell'ennesimo caso di violenza nei confronti di medici e personale sanitario: le aggressioni sono sempre più numerose, soprattutto negli ospedali pubblici, anche se vanno via via diffondendosi anche a carico di chi opera nel settore privato/privato convenzionato.

I numeri sono impietosi, e per il 70% coinvolgono donne; in particolare, le aggressioni sono così ripartite: 

  • il 37% si è verificato nel settore dell'assistenza sanitaria (ospedali, case di cura, istituti, clinici e policlinici universitari), 
  • il 33% ha coinvolto servizi di assistenza sociale residenziale, 
  • il 30% nel comparto dell'assistenza sociale non residenziale. 

Secondo la definizione del NIOSH (NIOSH, 2002), esistono varie tipologie di violenza che gli operatori sanitari possono subire, e nello specifico:

  • aggressione fisica, come spinte, colpi, sputi,
  • tentativo di aggressione, verbale o scritta,
  • aggressione emotiva con atteggiamenti dannosi, come insulti, gesti e umiliazioni davanti ai colleghi,
  • molestia sessuale verbale,
  • violenza sessuale.

Tra le violenze più frequenti quelle verbali e la violenza fisica.

L'escalation di episodi di violenza nei confronti dei medici è alla base della legge 14 agosto 2020 n. 113, recante disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni, per garantire il diritto a lavorare in un ambiente sicuro.

In applicazione dell'articolo 8 della legge 113/2020 il Ministero della Salute ha istituito la Giornata europea di sensibilizzazione contro la violenza nei confronti dei medici e degli altri operatori sanitari, che si celebra ogni anno il giorno 12 del mese di marzo.

Durante questa giornata le amministrazioni pubbliche e gli enti interessati promuovono iniziative per aumentare l'attenzione e informare i cittadini sul tema della violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari.

L'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie

Il monitoraggio e la vigilanza sugli episodi di violenza nei confronti di medici e personale sanitario è affidato all'Osservatorio nazionale della sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, istituito nel 2022 presso il Ministero della Salute, Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del S.S.N.

L'osservatorio è composto da:

  • rappresentanti delle regioni e delle province autonome,
  • un rappresentante dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali Agenas,
  • rappresentanti dei Ministeri della salute, dell'interno, della difesa, della giustizia e del lavoro e delle politiche sociali dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro INAIL,
  • rappresentanti degli ordini professionali interessati (medici-chirurghi e odontoiatri, veterinari, farmacisti, psicologi, ostetriche, tecnici di radiologia, infermieri, biologi, chimici e fisici, assistenti sociali, patologi, radiologi, medici del territorio, psicologi, anestesisti rianimatori)
  • rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale (CGIL, FVM, FESMED, ANPO-ASCOTI-FIALS, UIL FPL, COSMED, CIDA, CODIRP, CONFSAL CISL FP, FIALS, NURSIND, FSI, NURSING UP, CGS, USAE, CSE, FIMMG, SNAMI, SMI, CISL medici, FIMP, SIMPEF, CIPE-SISPE-SINSPE, SUMAI ASSOPROF, FESPA, FIASO),
  • rappresentanti delle organizzazioni di settore (FEDERSANITA').

Spetta all'Osservatorio il delicato compito di:

  • monitorare gli episodi di violenza commessi ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie nell'esercizio delle loro funzioni,
  • monitorare gli eventi sentinella che possano dar luogo a fatti commessi con violenza o minaccia ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie nell'esercizio delle loro funzioni,
  • promuovere studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti,
  • monitorare l'attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro, anche promuovendo l'utilizzo di strumenti di videosorveglianza,
  • promuovere la diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, anche nella forma del lavoro in equipe,
  • promuovere lo svolgimento di corsi di formazione per il personale medico e sanitario, finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto nonché a migliorare la qualità della comunicazione con gli utenti.

L'Osservatorio acquisisce i dati utili alla relazione annuale che il Ministro della Salute trasmette alle Camere, sull'attività svolta.

Le pene previste per chi usa violenza nei confronti di medici o personale sanitario

La legge 113/2020, proprio per cercare di arginare il fenomeno della violenza nei confronti degli operatori sanitari, ha introdotto l'art. 583 quater del codice penale. Si tratta di una norma che va a punire con delle pene abbastanza pesanti chiunque cagioni lesioni ai seguenti soggetti:

  1. personale esercente una professione sanitaria/sociosanitaria nell'esercizio o a causa delle funzioni o del servizio,
  2. chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso funzionali allo svolgimento di dette professioni, nell'esercizio o a causa di tali attività. 

La pena prevista per chi si macchia di questi gravi reati è quella della reclusione da due a cinque anni in caso di lesioni lievi, da otto a sedici anni in caso di lesioni gravi o gravissime.

La commissione di atti di violenza o minaccia in danno degli esercenti le professioni sanitarie o sociosanitarie, nonché nei confronti di chi svolge attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso, è stata inoltre inserita come circostanza aggravante dei reati, idonea ad un eventuale aumento della pena da comminare al reo.

Il professionista sanitario che rimanga vittima di un percosse o lesioni personali, per ottenere la punizione del suo aggressore, non dovrà più sporgere querela: grazie alla legge n. 113/2020, infatti, quando ricorre l'aggravante della violenza o minaccia in danno di un esercente la professione sanitaria/sociosanitaria, il reato è procedibile d'ufficio.

Nella giornata del 12 marzo auspichiamo che la violenza sui sanitari e sui medici inizi finalmente il suo declino e che gli strumenti introdotti dalla legge si rivelino davvero un deterrente per chi decide di aggredire un professionista sanitario in servizio.

Di: Manuela Calautti, avvocato

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