Cosmesi e Farmacia Galenica, c'è ancora spazio tra tutti i brand di skincare?

Tra marketing aggressivo e skincare di massa, la cosmesi galenica può ancora distinguersi? Scopri vantaggi, spazi di mercato e sfide per le farmacie.

Sommario

  1. La farmacia come primo presidio per la salute della pelle
  2. Marca privata e formazione: strumenti di valore
  3. Metterci la faccia: quando il marchio diventa fiducia

Quando si parla di cosmetica galenica, si entra in un campo che va ben oltre lo skincare industriale. Si tratta, infatti, di prodotti formulati su misura, su indicazione specifica di un medico. “Il termine galenico si riferisce proprio a una preparazione fatta in farmacia,” spiega Andrea Cicconetti, presidente di Federfarma Roma. “In particolare, il galenico magistrale è un prodotto realizzato su prescrizione medica per un singolo paziente.”

Si tratta quindi di una personalizzazione estrema, “una formulazione ad hoc per un determinato soggetto, cucita sulle sue esigenze”. È fondamentale, però, distinguere tra ciò che può fare una farmacia in autonomia e ciò che rientra nel campo della produzione industriale: “Una farmacia può teoricamente produrre cosmetici su larga scala, ma solo se è autorizzata come laboratorio cosmetico. In quel caso si tratta di prodotti standardizzati, non personalizzati.”

Il vero valore della galenica emerge nel rapporto tra medico e farmacista: “Se vogliamo qualcosa di fortemente personalizzato, dietro deve esserci un medico, normalmente un bravo dermatologo, che conosce il paziente e collabora con il farmacista galenico per realizzare la formulazione.” Anche se esteticamente può sembrare un semplice cosmetico, “è a tutti gli effetti un galenico magistrale, prescritto da un medico, quindi terapeutico.”

La farmacia come primo presidio per la salute della pelle

Il farmacista, oggi, è sempre più visto come una figura di riferimento a 360 gradi per la salute del cittadino. “Il cittadino entra in farmacia perché trova una persona con il camice bianco, che ha una competenza ampia e trasversale,” afferma Cicconetti. Questo lo rende interlocutore privilegiato anche per la cura della pelle, non solo per il farmaco.

“Vengono in farmacia per tutto, anche per problemi dermatologici,” prosegue. Il farmacista, in questo senso, può svolgere un ruolo fondamentale di orientamento e primo intervento. “Se si presenta un paziente con, ad esempio, un eczema esteso al cuoio capelluto, lo si indirizza ovviamente dal dermatologo. Ma in caso di problematiche più lievi, il farmacista può intervenire con farmaci da banco o cosmetici mirati.”

Da qui nasce l’idea che ogni farmacia dovrebbe avere la propria linea di cosmetici: “Secondo me ogni farmacia dovrebbe avere una propria linea: è uno strumento utile, coerente con la propria identità e con il rapporto di fiducia instaurato con il cliente.”

Marca privata e formazione: strumenti di valore

Anche senza un laboratorio cosmetico interno, una farmacia può dotarsi di una linea a marchio. “Ci sono aziende eccellenti che producono cosmetici conto terzi,” spiega il presidente Cicconetti, “hanno listini molto ampi, offrono prodotti di ottima qualità e permettono di apporre il logo della farmacia.”

Ma il valore di questa scelta non si esaurisce nel marketing. Queste aziende, infatti, “organizzano corsi di formazione, giornate di approfondimento sui meccanismi funzionali dei cosmetici, e mettono il farmacista in condizione di fornire consigli precisi e competenti.” È un’opportunità che valorizza sia il professionista sia l’immagine della farmacia stessa, rendendola più autorevole e riconoscibile sul territorio.

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Metterci la faccia: quando il marchio diventa fiducia

Oggi, più che mai, è importante che la farmacia proponga una linea cosmetica con il proprio nome. “Il cosmetico con il logo della farmacia, con il nome stesso del titolare, comunica un messaggio forte: ‘ci mettiamo la faccia’,” sostiene Cicconetti. “Il cliente lo percepisce come più affidabile, perché c’è un’identità, una responsabilità dichiarata.” Naturalmente, la proposta deve essere calibrata anche sul contesto. “Serve scegliere prodotti e fasce di prezzo coerenti con il territorio in cui si opera.” Ma il principio resta: “È importante avere la marca propria. È un segno distintivo, un elemento professionale e commerciale fortissimo.”

Un esperimento recente conferma questa tesi. “In una farmacia che aveva un centro estetico interno, sono stati presi gli stessi prodotti cosmetici della linea privata e rimarchiati con il nome dell’estetista responsabile,” racconta Cicconetti. “Risultato? Le vendite sono triplicate.” Il messaggio è chiaro: “Quando ci si mette la faccia, il cliente si fida. E la fiducia è il vero motore del successo.”

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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