Negli ultimi decenni, le allergie alimentari pediatriche sono diventate una delle sfide più rilevanti e complesse della pratica medica, sia per la loro crescente diffusione nei Paesi industrializzati sia per l’impatto significativo sulla salute e sulla qualità di vita dei bambini e delle loro famiglie. Per il pediatra moderno, aggiornarsi costantemente sulle allergie alimentari è fondamentale per offrire una gestione efficace, sicura e multidisciplinare. Solo così si può colmare il divario tra le evidenze scientifiche più recenti e la pratica clinica quotidiana, garantendo crescita serena, sicurezza e benessere psicologico ai piccoli pazienti e alle loro famiglie.
La corretta gestione di queste patologie, infatti, non può più limitarsi a semplici diete di eliminazione, ma richiede competenze cliniche specifiche, conoscenze aggiornate sui meccanismi immunologici sottostanti e una stretta collaborazione tra pediatri, allergologi, dietisti e psicologi. Il numero di bambini affetti da allergie alimentari è in aumento, con una prevalenza che in Europa varia dal 3% al 5%, raggiungendo anche l'8% in alcune aree del Nord America. Gli alimenti maggiormente implicati sono: latte vaccino, uovo, arachidi, frutta secca e, in misura minore, pesce, soia, grano e crostacei. Si osserva inoltre una crescita delle allergie verso alimenti “emergenti” come sesamo, kiwi e lupino, favorita dalla globalizzazione alimentare e dai cambiamenti nelle abitudini nutrizionali.
Come distinguere le allergie alimentari dalle intolleranze: sintomi, rischi e diagnosi corretta
Un passaggio fondamentale nella pratica clinica è saper distinguere correttamente tra allergie alimentari e intolleranze, evitando diagnosi errate e restrizioni dietetiche inutili che possono compromettere la crescita del bambino. Le allergie alimentari sono reazioni immuno-mediate che possono provocare sintomi rapidi e potenzialmente gravi, tra cui:
- orticaria,
- angioedema
- prurito orale
- edema della glottide
- difficoltà respiratoria
- vomito o diarrea acuta
- fino all’anafilassi.
Le intolleranze alimentari, invece, non coinvolgono il sistema immunitario e derivano da deficit enzimatici o dalla presenza di sostanze farmacologicamente attive negli alimenti. I sintomi sono generalmente più lievi, cronici e localizzati all’apparato gastrointestinale, come:
- gonfiore
- crampi addominali
- diarrea persistente
- nausea
- meteorismo.
Per una diagnosi precisa, il percorso prevede:
- raccolta di un’anamnesi alimentare dettagliata e compilazione di diari alimentari e dei sintomi;
- prick test cutaneo e dosaggio delle IgE specifiche sieriche;
- eventuale test di provocazione orale in ambiente controllato, considerato il gold standard;
- nei casi complessi o di polisensibilizzazione, impiego di tecniche molecolari come il test ISAC.
Perché è importante conoscere i meccanismi immunologici delle reazioni allergiche
Approfondire i meccanismi immunologici consente di distinguere tra reazioni IgE-mediate, rapide e sistemiche, e reazioni non IgE-mediate, più subdole e caratterizzate da sintomi gastrointestinali cronici e ritardati, come:
- FPIES (Sindrome da Enterocolite Indotta da Proteine Alimentari)
- proctocolite allergica
- enteropatia indotta da proteine alimentari.
Il ruolo della barriera intestinale e del microbiota è oggi al centro della ricerca: alterazioni della permeabilità intestinale e squilibri della flora batterica sono correlati a un’aumentata suscettibilità allo sviluppo di allergie alimentari.
Le strategie preventive si orientano su:
- promozione dell’allattamento al seno
- uso prudente di antibiotici nei primi anni di vita
- introduzione controllata e precoce di alimenti allergenici nei tempi raccomandati.
Gestione terapeutica delle allergie alimentari: quali approcci sono efficaci?
L’eliminazione dell’alimento responsabile resta la prima misura terapeutica, ma deve sempre essere affiancata da una valutazione nutrizionale accurata per prevenire carenze, soprattutto se gli alimenti esclusi sono fondamentali come latte e cereali. La collaborazione con nutrizionisti e dietisti specializzati è indispensabile per formulare diete sostitutive bilanciate e sicure. Oltre alla dieta di esclusione, l’immunoterapia orale (OIT) ha aperto nuove prospettive nella gestione di alcune allergie, come quella ad arachidi, latte e uovo. I protocolli di desensibilizzazione sono oggi sempre più personalizzati e possono essere associati a terapie biologiche, come gli anticorpi monoclonali anti-IgE o anti-IL4/13, per migliorare efficacia e tollerabilità.
Non meno importante è la gestione dell’impatto psicologico: l’allergia alimentare può generare ansia, senso di esclusione e timori costanti nel bambino e nella famiglia. Per questo sono fondamentali:
- interventi di counselling dedicati
- formazione pratica dei caregiver sull’uso dell’adrenalina autoiniettabile
- supporto psicologico mirato.
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Le nuove prospettive terapeutiche: verso una tolleranza stabile
Il panorama terapeutico è in rapida evoluzione e prevede:
- immunoterapie orali sempre più individualizzate
- vaccini peptidici in fase di studio
- terapie biologiche innovative
- manipolazione precoce e mirata del microbiota intestinale.
L’obiettivo è quello di superare l’approccio puramente restrittivo per favorire lo sviluppo di una tolleranza stabile e duratura.
Un’opportunità formativa per il pediatra: il corso ECM dedicato alla gestione integrata delle allergie alimentari
Per rispondere alle sfide della moderna allergologia pediatrica, sulla piattaforma Consulcesi Club è disponibile il corso ECM “Allergie alimentari nei bambini: diagnosi precoce e gestione integrata”, rivolto a pediatri, allergologi, dietisti e a tutti i professionisti sanitari coinvolti nella cura dei bambini con allergie alimentari. Il percorso formativo offre un quadro completo e aggiornato delle allergie alimentari in età pediatrica, approfondendo i diversi quadri clinici IgE e non IgE mediati e illustrando gli strumenti diagnostici più efficaci, come il prick test, le IgE specifiche sieriche e il test di provocazione orale.
Particolare attenzione è dedicata alle strategie terapeutiche integrate che comprendono l’eliminazione mirata degli alimenti allergenici, la prevenzione di carenze nutrizionali, l’uso tempestivo dell’adrenalina in caso di emergenza e le possibilità di trattamento offerte dall’immunoterapia orale (OIT) presso centri specializzati.
Non viene trascurato l’aspetto educativo e psicologico, fondamentale per il benessere complessivo del bambino e della sua famiglia: il corso fornisce strumenti pratici per il counselling familiare, la formazione dei caregiver e l’addestramento all’uso corretto dell’autoiniettore di adrenalina, oltre a suggerimenti per gestire l’impatto emotivo legato alla patologia. La formazione riconosce 4.5 crediti ECM e il Responsabile Scientifico è la Dottoressa Lucilla Ricottini, laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Pediatria presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza con una lunga esperienza ospedaliera e accademica.