Gas Radon: come rilevarne la presenza nei luoghi abitati

Rilevare e misurare la presenza, attraverso dispositivi appositivi, di gas Radon è possibile. Vincenzo Giovine, geologo Sima e componete della Fondazione del Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi spiega come e qual è l’utilità per la tutela della salute umana

L’Italia è naturalmente “ricca” di gas Radon, eppure la maggior parte di coloro che ne sono quotidianamente a contatto ne ignorano la presenza. Molti non sono informati nemmeno sulla possibilità di rilevarne e misurarne la concentrazione attraverso dispositivi appositivi, al fine anche di quantificarne le conseguenze sulla salute umana. Le misurazioni possono essere sia di tipo attivo che passivo e i dispositivi di ultima generazione sono in grado anche di delineare l’evoluzione della concentrazione di gas Radon all’interno di un fabbricato o di una casa. Evidenziarne i picchi significa verificare l’eventuale superamento dei limiti di tolleranza previsti dal decreto legislativo 101 del 2020.

Le radiazioni ionizzanti, che derivano dal decadimento del Radon inalato, possono produrre - con una probabilità tanto maggiore quanto più alta è la quantità di Radon inalata - dei danni al Dna cellulare. Questi danni, se non correttamente riparati dai meccanismi cellulari, possono evolversi in un tumore al polmone. L’unità di misura della concentrazione di Radon in aria è il Bq/m3. Il Becquerel (Bq) indica il numero di decadimenti di Radon che avvengono in un secondo. “In Italia nei luoghi confinati la presenza media è di 70 Becquerel di Radon, 50 in Europa e 40 nel mondo. Quindi la concentrazione nel nostro Paese - sottolinea l’esperto geologo Vincenzo Giovine (SIMA) - è quasi doppia rispetto al resto del mondo”. 

Il rischio di sviluppare un tumore al polmone aumenta in modo lineare con la concentrazione di Radon, ma ad oggi non è stata trovata una concentrazione di soglia al di sotto della quale il rischio sia pari a zero. Per cui, anche concentrazioni basse di Radon possono far aumentare, pure se di poco, il rischio di tumore al polmone. Per ridurre questo rischio chi è fumatore deve smettere di fumare: gli effetti combinati di Radon e fumo di sigaretta, infatti, aumentano le possibilità di sviluppare un cancro del polmone. “Poi - aggiunge il geologo è necessario misurare la concentrazione di Radon nella propria abitazione e, laddove risultasse elevata, procedere alle azioni di risanamento capaci - conclude Giovine - di ridurne i quantitativi”. 

Di: Isabella Faggiano, giornalista professionista

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