Il decreto del 5 maggio 2025 rinnova profondamente il sistema del Certificato di assistenza al parto (CeDAP), introducendo un modello digitale più moderno e sicuro.
L’obiettivo è migliorare la raccolta e la gestione dei dati sanitari relativi al parto, garantendo allo stesso tempo la tutela della privacy. La riforma nasce per superare i limiti del vecchio sistema del 2001, ormai non più adeguato alle esigenze tecnologiche e normative attuali. Grande attenzione è riservata al parto in anonimato, che viene pienamente confermato come diritto, con nuove garanzie per la riservatezza della madre. Il decreto definisce con chiarezza ruoli, responsabilità e misure di sicurezza nel trattamento dei dati. Sono previsti tempi certi per la redazione del certificato e modalità sicure di trasmissione alle Regioni e al Ministero. Vengono introdotti protocolli di conservazione a lungo termine (120 anni) e regole severe per l’accesso ai documenti. Per chi partorisce, cambiano le procedure operative ma resta invariato il diritto all’anonimato. Restano tuttavia alcune criticità tecniche e tempi di transizione fino al 2026. Nel complesso, la riforma rappresenta un passo avanti verso una gestione più efficiente, digitale e rispettosa dei diritti individuali.
In questa guida si parlerà di:
1. Il contesto e le ragioni della riforma
2. Cosa cambia per il CEDAP
3. Il parto in anonimato: le tutele e i nuovi accorgimenti
4. Privacy, responsabilità e titolarità dei dati
5. Aspetti pratici: cosa cambia in concreto per chi partorisce
6. Limiti, criticità e questioni aperte
7. Sintesi e cosa sapere
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Scopri le nuove regole su Cedap e parto in anonimato: cosa prevede la normativa, come cambia la privacy e cosa sapere.