La dieta chetogenica riduce i sintomi della depressione? Lo studio

Uno studio americano mostra che ridurre i carboidrati e aumentare i grassi buoni potrebbe alleviare i sintomi della depressione. Migliorano umore, memoria e benessere generale.

Sommario

  1. Lo studio: giovani depressi e un piano alimentare rigoroso
  2. Umore più stabile, mente più lucida
  3. Speranze e cautela: la ricerca continua

E se per stare meglio non bastassero solo le parole e i farmaci, ma anche ciò che mettiamo nel piatto? È la domanda da cui parte uno studio dell’Ohio State University, pubblicato su Translational Psychiatry, che ha testato l’efficacia di una dieta chetogenica come terapia di supporto contro la depressione maggiore. L’idea si inserisce nel campo emergente della “psichiatria metabolica”, secondo cui l’equilibrio del cervello passa anche attraverso il metabolismo. Una buona salute metabolica, spiegano i ricercatori, potrebbe ridurre infiammazione e instabilità delle reti neuronali, contribuendo così ad alleviare i sintomi depressivi.

Lo studio: giovani depressi e un piano alimentare rigoroso

I protagonisti della ricerca sono 24 studenti universitari tra i 18 e i 30 anni, tutti con una diagnosi clinica di depressione maggiore e già in cura psicologica o farmacologica. Per 10-12 settimane hanno seguito una dieta chetogenica ben formulata, con meno di 50 grammi di carboidrati al giorno, proteine moderate e grassi di alta qualità.

Ai partecipanti è stato fornito cibo “chetogenico” pronto, supporto nutrizionale costante e monitoraggio quotidiano dei livelli di chetoni nel sangue. Sedici studenti hanno completato il percorso, raggiungendo lo stato di chetosi per oltre il 70% del tempo. Qualche mal di testa o crampo muscolare nei primi giorni, risolto con sali minerali, ma nessun effetto collaterale serio.

Umore più stabile, mente più lucida

I risultati, secondo gli autori, sono sorprendenti. I sintomi depressivi sono diminuiti in media del 70%, con miglioramenti visibili già dopo due settimane. Tutti i partecipanti hanno riportato un maggiore senso di benessere, triplicato rispetto all’inizio. Anche il corpo ha reagito bene: in media si è registrata una perdita di peso del 6%, con una riduzione della massa grassa del 13%.

Ma il cambiamento più interessante riguarda il cervello: il fattore neurotrofico BDNF, una proteina che favorisce la crescita e la plasticità dei neuroni, è aumentato del 32%. Allo stesso tempo, la leptina (ormone legato all’infiammazione e all’accumulo di grasso) è scesa della metà. Migliorati anche memoria e velocità di elaborazione mentale, due funzioni spesso compromesse nella depressione.

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Speranze e cautela: la ricerca continua

Gli autori parlano di risultati “promettenti ma preliminari”. Lo studio, infatti, è un pilota: piccolo campione, durata limitata e nessun gruppo di controllo. Ciò significa che non si può ancora dire con certezza quanto la dieta chetogenica, da sola, abbia inciso sulla guarigione. Tuttavia, il messaggio è chiaro: il cervello non vive isolato dal corpo, e intervenire sul metabolismo può aprire nuove strade nella cura dei disturbi dell’umore. “Serve replicare questi dati su larga scala - scrivono i ricercatori - ma i benefici osservati indicano che la dieta può essere un valido supporto alle terapie tradizionali”.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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