Siamo nell’era dell’alternativa proteica’: gli scaffali dei supermercati traboccano di biscotti, budini, barrette, yogurt, arrivando fino all’acqua, con ‘proteine aggiunte’. Si tratta di prodotti consumati soprattutto da chi segue un regime alimentare iperproteico, di cui la popolare dieta Dukan ne è un esempio. Ma attenzione al fai-da-te: assumere dosi elevate di proteine risulta inutile e in alcuni casi dannoso. “Tra i principali effetti negativi a lungo termine di un consumo eccessivo di proteine c’è innanzitutto l’aumento del carico renale: il nostro organismo non è in grado di immagazzinare gli eccessi di proteine e deve smaltire il surplus azotato attraverso i reni – spiega Giuliano Gillanti, presidente della Commissione d’Albo (CdA) dei Dietisti dell’Ordine TSRM e PSTRP di Roma e Provincia -. Ancora, l’aumento del rischio di patologie cardiovascolari dato da un eccessivo consumo di carne, uova e formaggi. Incremento nel rischio di tumore soprattutto a carico del colon-retto, stomaco, prostata e seno soprattutto se le proteine provengono da carni trasformate (insaccati e salumi)”. L’eccesso proteico, inoltre, è sempre più diffuso anche tra i bambini e diversi studi hanno dimostrato che un’elevata assunzione di proteine nei primi due anni di vita si associa a sovrappeso e obesità.
Le proteine: cosa sono e a cosa servono. Il corretto fabbisogno giornaliero
“Le proteine hanno un ruolo di primaria importanza negli organismi viventi, del resto, l’etimologia della parola deriva dal greco “proteios:principale/primario”. Nel nostro organismo hanno diverse funzioni: tra le principali quella plastica (composizione della massa muscolare e dei tessuti in generale come il connettivo), ma anche regolatoria (molti ormoni hanno una natura proteica), nonché altre funzioni “vitali” (sistema immunitario, trasmissione impulsi nervosi, etc). “Le proteine corporee sono sottoposte a turnover, ossia una continua degradazione e sintesi, di conseguenza l’organismo ha bisogno di un apporto proteico qualitativamente e quantitativamente adeguato – spiega l’esperto -. Il fabbisogno proteico è maggiore durante la crescita, aumenta in gravidanza, allattamento e anche nel corso di stati patologici. Soprattutto nella popolazione anziana deve essere garantita un’adeguata assunzione di proteine”. Secondo i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti) l’assunzione raccomandata per la popolazione adulta sana è di 0,90 g/kg×die. Per calcolare il fabbisogno proteico, basta dunque moltiplicare il peso corporeo per il valore raccomandato (ad esempio, per una persona di 60 kg: 60 × 0,90 = 54 g di proteine al giorno).
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Gli alimenti proteici per eccellenza
Come è noto, gli alimenti con un maggior contenuto proteico sono quelli di origine animale quali, carne, pesce, uova e formaggi ‘magri’, ovvero a basso contenuto lipidico. Esistono anche alternative vegetali quali alimenti trasformati con un alto apporto proteico come tofu, seitan, ecc. Tuttavia, anche cereali e legumi, seppur spesso poco considerati sotto questo punto di vista, rappresentano un’ottima fonte proteica. “Il valore proteico degli alimenti dipende dalla qualità e dalla quantità delle proteine in esso contenute e dalla loro digeribilità. L’altro fattore che influenza la qualità proteica è la composizione in aminoacidi essenziali, quelli che il nostro corpo non può sintetizzare da solo e, quindi, devono essere assunti tramite la dieta – evidenzia il dottor Gillanti -. Gli alimenti di origine animale vengono considerati fonti proteiche di alta qualità perché contengono tutti gli amminoacidi essenziali. Al contempo, gli alimenti vegetali vengono considerati di qualità proteica inferiore poiché carenti di uno o più amminoacidi essenziali. Ma una combinazione di diversi alimenti vegetali (legumi con cereali) permette di avere un piatto completo sia da un punto di vista nutrizionale che in termini di qualità proteica. Una zuppa di legumi e cereali, ad esempio, fornisce circa 12 g di proteine di alta qualità esattamente al pari di due uova”.
L’eccesso proteico: rischi VS benefici
L’eccesso proteico è controindicato in caso di problemi epatici, insufficienza renale, nefropatia diabetica e nell’insufficienza cardiaca. Al contrario ci sono delle condizioni in cui il fabbisogno proteico aumenta come “malattie infiammatorie croniche, infezioni, malnutrizione proteica, nonché traumi e ferite gravi (dopo interventi chirurgici importanti o in caso di traumi, ustioni o lesioni)”, commenta il Presidente Gillanti. Tuttavia, protocollo iperproteico deve sempre essere consigliato e prescritto da un professionista della nutrizione che in base alla condizione del paziente ne valuterà l’eventuale durata. “La prescrizione del trattamento dietetico più idoneo non può prescindere da una valutazione dello stato nutrizionale, che comprende parametri antropometrici, un’accurata anamnesi generale e dietetica, la valutazione di parametri biochimici e di fattori psicologici e comportamentali coinvolti nell’alimentazione - spiega il professionista sanitario -. Le diete ad elevato contenuto proteico auto-prescritte possono sembrare una soluzione rapida e facile per perdere peso, ma nascondono rischi come la possibilità di andare incontro a carenze nutrizionali (non assumere il giusto apporto di vitamine e minerali). La conseguenza di tutto questo è il non riuscire a raggiungere l’obiettivo che il paziente si è prefissato o, ancora peggio, non riuscire a mantenerlo a lungo termine”, conclude il dietista.