Infermiere e formazione: i campi su cui investire in futuro

La formazione infermieristica italiana affronta sfide sia quantitative che qualitative: carenza di personale, aumento dei posti universitari non sempre accompagnato da adeguati supporti formativi e necessità di modelli didattici più flessibili per le nuove generazioni. L’intervista alla Segretaria nazionale FNOPI, Beatrice Mazzoleni

Sommario

  1. Le criticità della formazione infermieristica
  2. Le proposte della FNOPI
  3. Verso una formazione più sostenibile

La formazione infermieristica in Italia sta affrontando sfide importanti, sia sul piano quantitativo che qualitativo. Beatrice Mazzoleni, Segretaria nazionale FNOPI, spiega come la crescita dei posti universitari negli ultimi vent’anni non sia stata sempre accompagnata da un adeguato supporto formativo, e come sia necessario ripensare i percorsi di studio per rispondere alle esigenze delle nuove generazioni e alla carenza di personale. L’attenzione della Federazione si concentra non solo sulla formazione iniziale, ma anche sullo sviluppo professionale continuo, sulla valorizzazione della carriera e sul benessere lavorativo degli infermieri.

Le criticità della formazione infermieristica

Secondo Mazzoleni, la formazione infermieristica italiana soffre di due principali criticità. La prima è quantitativa: “Il fabbisogno di infermieri non è stato definito e programmato in modo efficace sul lungo periodo, contribuendo alla carenza di personale”, spiega. La seconda è qualitativa:“L’incremento dei posti in università, raddoppiati negli ultimi vent’anni, non è stato sostenuto da modalità formative sufficientemente strutturate. In un sistema sanitario già sotto pressione, garantire una formazione di qualità è diventata una sfida complessa”, aggiunge. Alle criticità tradizionali si aggiunge poi la necessità di rivedere i modelli formativi in chiave più flessibile, utilizzando metodologie didattiche capaci di avvicinare le nuove generazioni e favorire un tasso di successo scolastico più elevato. “Questo riguarda non solo gli studenti tradizionali – dice Mazzoleni - ma anche coloro che intendono avvicinarsi alla professione dopo altri percorsi lavorativi”.

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Le proposte della FNOPI

Per far fronte a queste sfide, la FNOPI sta lavorando su più fronti. “Tra le priorità vi è rendere la professione infermieristica più attrattiva, offrendo percorsi di carriera chiari e possibilità di specializzazione clinica, come l’infermiere di famiglia e di comunità o l’infermiere pediatrico. L’obiettivo è garantire ai giovani professionisti strumenti per sviluppare la loro professionalità nel corso dell’intera vita lavorativa”, commenta la Segretaria nazionale FNOPI. Un altro punto fondamentale riguarda l’uso delle lauree magistrali per attrarre nuove generazioni, valorizzare professionalmente e anche economicamente la figura dell’infermiere e rispondere meglio ai bisogni dei cittadini. La FNOPI sta inoltre promuovendo iniziative per migliorare il benessere lavorativo, bilanciando vita e lavoro, e per studiare le condizioni che rendono più attrattive le strutture sanitarie, sia in ambito ospedaliero che territoriale.

Verso una formazione più sostenibile

Mazzoleni sottolinea l’importanza di un approccio integrato che tenga insieme organizzazione, formazione, qualità della vita professionale e contrattualistica. “Solo in questo modo – conclude - è possibile affrontare la complessità del sistema sanitario, garantire la continuità delle cure e attrarre le nuove generazioni verso una professione fondamentale per la salute pubblica”.

Di: Isabella Faggiano, giornalista professionista

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