“I disturbi del sonno tra i bambini sono piuttosto diffusi: in età prescolare interessano circa il 15% dei bambini, percentuale che può salire fino al 30% negli adolescenti”. A dirlo è il dottor Carmelo Rachele, pediatra di famiglia e responsabile dell’Area Neurosviluppo FIMP nazionale che, in una video intervista, offre consigli utili sull’igiene del sonno e l’eventuale somministrazione di integratori. Tre, in particolare, sono le forme più frequenti: “Il primo gruppo comprende i bambini che faticano ad addormentarsi e presentano risvegli notturni frequenti. Il secondo riguarda chi ha risvegli mattutini precoci, mentre nel terzo rientrano i piccoli che manifestano una marcata iperattività motoria durante il sonno”. Per inquadrare correttamente la natura del disturbo, sottolinea il pediatra, è essenziale "una curata anamnesi familiare e un attento esame clinico, per definire le caratteristiche evolutive e impostare un approccio mirato, evitando terapie empiriche”.
Prima la buona igiene del sonno, poi gli integratori
La melatonina può essere utile, ma solo dopo aver messo in atto interventi comportamentali. "Prima di qualsiasi trattamento farmacologico – spiega Rachele – bisogna promuovere una corretta igiene del sonno. Questo significa aiutare i genitori a eliminare pratiche inadeguate, come cullare a lungo il bambino per farlo addormentare, farlo dormire in braccio, sul divano o addirittura portarlo in macchina. Sono comportamenti che rischiano di consolidare cattive abitudini”. Un secondo passo è il trattamento cognitivo-comportamentale, che può insegnare al bambino e alla famiglia strategie efficaci per regolare i ritmi sonno-veglia. "Purtroppo – osserva Rachele – non sempre questo tipo di intervento è facilmente disponibile per tutte le famiglie, e in questi casi può rendersi necessario il ricorso ai farmaci”.
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La melatonina resta, secondo il pediatra, "uno dei farmaci più importanti per i disturbi del sonno in età pediatrica". Può essere impiegata in due modalità:
- come ipnoinduttore, somministrando 1 mg circa 30 minuti prima dell’addormentamento;
- come cronobiotico, nei bambini che tendono ad addormentarsi molto tardi, anticipando la somministrazione di 5-6 ore rispetto al sonno.
"La scelta della modalità – precisa Rachele – dipende dal tipo di disturbo e dai ritmi del bambino. L’obiettivo non è solo favorire l’addormentamento, ma ristabilire un equilibrio fisiologico del ritmo sonno-veglia, sempre nel contesto di un’adeguata educazione al sonno e con un attento monitoraggio pediatrico".