LEA, l’entrata in vigore slitta al 1° gennaio 2025. Ecco cos’è accaduto, l’analisi

I nuovi LEA saranno pienamente fruibile dal 1° gennaio 2025: la proroga, decisa dal Governo, servirà ad adeguare il tariffario alle richieste pervenute dai rappresentanti di categoria. In un’intervista, l’avvocato Giovanni Paolo Sperti, ripercorre le vicende degli ultimi mesi.

Il Decreto del Ministero della Salute del 28 marzo 2024 ha prorogato al 1° gennaio 2025 l'entrata in vigore dei nuovi LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza. La proroga è stata motivata da diverse esigenze, tra cui la necessità di adeguare le tariffe delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e protesiche, di completare il processo di riclassificazione delle prestazioni e di garantire la piena attuazione del nuovo sistema di governance del SSN.

Il rinvio avrà un impatto negativo sui cittadini che necessitano di prestazioni incluse nei nuovi LEA, come l'adroterapia per la cura dei tumori, la presa in carico multidisciplinare per le persone con disabilità, la procreazione medicalmente assistita (PMA), la chirurgia bariatrica e gli screening prenatali non invasivi. “Questi pazienti potrebbero dover attendere più tempo per ricevere il trattamento di cui hanno bisogno, con possibili ricadute negative sulla loro salute”, spiega l’avvocato Giovanni Paolo Sperti.

Le associazioni dei pazienti

Il rinvio deciso con Decreto ministeriale ha suscitato non pochi malcontenti. Lo hanno contestato in primis le associazioni dei pazienti “definendolo - aggiunge l’avvocato Sperti - un passo indietro e una beffa per i cittadini. Cittadinanzattiva, ad esempio, ha chiesto che il decreto sulle tariffe entri in vigore come programmato, senza ulteriori proroghe, per tutelare i diritti dei cittadini su tutto il territorio nazionale”. Le associazioni delle strutture sanitarie hanno espresso preoccupazione per l'impatto del rinvio sulla loro attività. Alcune associazioni hanno chiesto al Governo di rivedere la riforma dei LEA, ritenendola troppo complessa e onerosa.

Governo e Regioni, le sfide

L'implementazione de LEA, seppur rinviata di molti mesi, rappresenta una sfida importante sia per il Governo, che perle Regioni. “Tra queste sfide c’è senza dubbio la necessità di reperire le risorse finanziarie”, spiega il legale. Inoltre, le associazioni delle strutture sanitarie chiedono che non venga applicata la riduzione del compenso per alcune prestazioni, già presenti nell'attuale nomenclatore, perché altrimenti costrette a ridimensionare le proprie attività con marcate riflessi occupazionali.

Le Regioni hanno espresso diverse osservazioni sul rinvio dei nuovi LEA. Alcune Regioni, come Lombardia e Veneto, hanno sostenuto la proroga, ritenendola necessaria per un'implementazione efficace della riforma, anche a livello di adeguamento informatico.Altre Regioni, come Emilia-Romagna e Toscana, hanno invece criticato la proroga, chiedendo di accelerare l'iter di approvazione dei nuovi LEA, contestualmente chiedendo la revisione del testo con l'introduzione delle tariffe massime, finora assenti.

Una possibile soluzione, la proposta di mediazione

“Tuttavia - commenta l’avvocato -, le Istituzioni avrebbero potuto trovare la soluzione ideale ‘nel mezzo’. Ovvero, sarebbe stato possibile disporre il rinvio solo per la parte dei nuovi LEA maggiormente criticata, ad esempio quella relativa alle riduzioni dei compensi per alcune prestazioni. Salvaguardando la restante parte della riforma si sarebbe potuto evitare di penalizzare i cittadini che necessitano di prestazioni urgenti e di primaria importanza”. L'implementazione dei nuovi LEA rappresenta una sfida importante per il Governo, le Regioni e il SSN. La riforma, infatti, ha il potenziale di migliorare la qualità dell'assistenza sanitaria in Italia, “ma - conclude il legale - è fondamentale che vengano affrontate le sfide sopra menzionate per garantirne il successo”. 

Di: Isabella Faggiano, giornalista professionista

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