Libera professione: ecco cosa cambia per gli infermieri con lo stop al vincolo di esclusività

Con l’abolizione del vincolo di esclusività qualunque professionista sanitario impiegato nel Sistema Sanitario Nazionale, per poter svolgere la libera professione, dovrà chiedere l’autorizzazione alla direzione della struttura sanitaria presso cui lavora, che sarà libera di concederla o negarla. Quali sono i passi da seguire?

Sommario
  1. Il “nodo” delle liste di attesa
  2. Partita Iva e oneri fiscali
  3. Senza vincolo di esclusività possibile potenziare l’assistenza territoriale
  4. Un’opportunità unica pure per i pazienti
  5. Pene più severe per chi aggredisce i sanitari

Il vincolo di esclusività per le professioni sanitarie è ormai un ricordo del passato. Grazie al cosiddetto Dl Energia tutti i professionisti sanitari potranno esercitare la libera professione senza restrizioni di orario. Ma resta un nodo da sciogliere: l’articolo 13. “Qualunque professionista sanitario, che lavora alle dipendenze del Sistema Sanitario Nazionale, per poter svolgere la libera professione dovrà chiedere l’autorizzazione alla direzione della struttura sanitaria presso cui è impiegato, che sarà libera di concederla o negarla”, spiega Carmelo Gagliano, consigliere nazionale Fnopi (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche).

Il “nodo” delle liste di attesa

La stessa Federazione ha avanzato delle proposte di modifica che sarà possibile attuare entro 60 giorni dall’approvazione del Dl, data che sancirà l’entrata in vigore della nuova norma (Dl 30 marzo 2023, n. 34 “Misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali”). “Il nostro obiettivo è evitare che le strutture sanitare possano negare la concessione alla libera professione ai loro professionisti sanitari dipendenti, nascondendosi dietro il pretesto dello smaltimento delle liste di attesa”, sottolinea l’infermiere. Le ore di lavoro straordinario dei soli professionisti sanitari, infatti, non sarebbero in grado snellire le liste di attesa, poiché qualsiasi prestazione può essere erogata solo in presenza di diagnosi, di competenza esclusiva del medico.

Partita Iva e oneri fiscali

L’autorizzazione della struttura sanitaria presso cui si è dipendenti non è l’unico adempimento necessario per esercitare la libera professione. “Il passo successivo è aprire una Partita Iva e provvedere a tutti gli oneri contributi previdenziali e fiscali previsti dalla normativa vigente”, aggiunge Gagliano. Non esiste un tariffario che stabilisca il compenso per le prestazioni erogate in regime libero professionale. “Gli infermieri possono orientare la loro richiesta di compenso in base a quanto consigliato dagli Ordini di appartenenza”, spiega il consigliere nazionale FNOPI.

Senza vincolo di esclusività possibile potenziare l’assistenza territoriale

La possibilità per gli operatori delle professioni sanitarie di svolgere attività libero professionale risponde a quanto storicamente richiesto dalla Federazione e a quanto emerso dagli Stati generali della professione infermieristica e dalle indicazioni scaturite dalla Consensus Conference, a cui hanno partecipato gli stakeholder più illustri della sanità nazionale. Al di là delle difficoltà evidenziate in relazione all’articolo 13, la Fnopi, infatti, ha accolto con soddisfazione le misure approvate dal Consiglio dei Ministri in materia sanitaria, inserite nel cosiddetto Dl Energia. “Sono un primo passo importante anche per aumentare le ore di assistenza sul territorio, obiettivo previsto a chiare lettere dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, sottolinea Gagliano.

Un’opportunità unica pure per i pazienti

L’abolizione del vincolo che permettere di esercitare la libera professione anche a chi lavora in una struttura sanitaria pubblica è un’opportunità unica pure per i pazienti. “Una persona appena dimessa dall’ospedale, ad esempio, potrà scegliere di continuare a farsi assistere anche a domicilio dallo stesso infermiere che l’ha assistito ospedale. In altre parole, l’abolizione del vincolo permetterà ai pazienti di scegliere liberamente il professionista sanitario che riterrà più competente e specializzato”, dice il consigliere nazionale FNOPI.

Pene più severe per chi aggredisce i sanitari

Ma le novità non finiscono qui. Nello stesso Dl è previsto un inasprimento delle pene per i responsabili di atti di violenza contro i sanitari. “Abbiamo accolto con soddisfazione l’intenzione di prevedere pene più severe per gli aggressori, anche se la Federazione continua a ritenere che tali episodi siano un sintomo di un malessere più profondo, che affonda le radici in una mancata riorganizzazione dei servizi, nella carenza di personale e in una scarsa educazione al rispetto». Il Dl, infatti, non risolve, nemmeno in parte, il problema della carenza di personale. “Su questo fronte è necessario intervenire quanto prima ed in modo strutturato, a partire da una revisione dei percorsi formativi. Oggi gli infermieri liberi professionisti in Italia sono circa 30 mila a fronte – conclude Gagliano – di un potenziale di domanda che ne richiederebbe almeno il doppio”.

Isabella Faggiano, giornalista professionista

Di: Redazione Consulcesi Club

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