Manovra 2026, nuove regole per le farmacie: servizi, fondi e revisione dei prezzi

Dal 2026 le farmacie entrano a pieno titolo nel Servizio sanitario nazionale. La manovra stanzia 50 milioni di euro annui per i servizi di prossimità e introduce novità su spesa farmaceutica, revisione del Prontuario e digitalizzazione dei contributi per i celiaci.

Sommario

  1. La farmacia dei servizi: il cuore del nuovo modello sanitario territoriale
  2. Revisione annuale del Prontuario Terapeutico Nazionale
  3. Dematerializzazione della ricetta per celiaci
  4. Nuovi tetti di spesa e regole sui prezzi

Di recente il Consiglio dei Ministri ha approvato la nuova manovra economica, che definisce le linee guida del finanziamento pubblico per il triennio 2026-2028. L’obiettivo dichiarato è quello di rafforzare in modo strutturale il Servizio sanitario nazionale, aumentando le risorse e migliorando la qualità delle cure, con particolare attenzione all’efficienza e alla prossimità dei servizi. Nel 2026 il Fondo sanitario nazionale crescerà di 2,4 miliardi di euro, per poi arrivare a 2,65 miliardi nel 2027, mentre il totale delle risorse destinate alla sanità supererà i 6 miliardi già dal prossimo anno.

Un capitolo fondamentale riguarda la sanità territoriale e la prevenzione, con 485 milioni di euro annui stanziati dal 2026 per rafforzare screening oncologici, campagne vaccinali e iniziative di educazione alla salute. È in questo scenario che le farmacie assumono un ruolo decisivo: la manovra le riconosce ufficialmente come presidi sanitari di prossimità, destinate a diventare punti di riferimento per l’erogazione di servizi di base, la telemedicina e la presa in carico dei pazienti cronici.

La farmacia dei servizi: il cuore del nuovo modello sanitario territoriale

L’articolo 67 della legge di bilancio rappresenta una vera e propria rivoluzione nel ruolo delle farmacie. A partire dal 2026, esse saranno pienamente riconosciute come strutture sanitarie integrate nel Ssn, superando la visione tradizionale di semplici punti di vendita dei medicinali. Potranno fornire in modo stabile una serie di servizi socio-sanitari, già previsti da leggi precedenti ma finora attuati solo in via sperimentale.

Tra le prestazioni previste rientrano la misurazione di parametri clinici (pressione, glicemia, colesterolo), screening di prevenzione, vaccinazioni, prenotazioni di visite o esami, servizi di telemedicina e assistenza ai pazienti fragili o cronici. Le farmacie diventeranno così un presidio sanitario di prossimità, collaborando con medici di famiglia, infermieri e specialisti per creare una rete territoriale coordinata e più capillare, soprattutto nei piccoli comuni o nelle aree rurali dove l’accesso ai servizi è più difficoltoso.

Per sostenere questo nuovo ruolo, la manovra stanzia 50 milioni di euro all’anno, prelevati dal Fondo sanitario nazionale e ripartiti tra le Regioni secondo i criteri di riparto sanitario. Le tariffe dei servizi saranno stabilite tramite accordi regionali, nel rispetto di un accordo collettivo nazionale. Inoltre, entro il 30 giugno di ogni anno, le Regioni dovranno trasmettere al Ministero della Salute una relazione sull’utilizzo dei fondi e sui risultati ottenuti, così da monitorare l’efficacia reale della farmacia dei servizi.

Revisione annuale del Prontuario Terapeutico Nazionale

L’articolo 75 introduce un’importante innovazione in materia di spesa farmaceutica pubblica: a partire dal 2026, l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) dovrà aggiornare annualmente, entro il 30 novembre, il Prontuario Terapeutico Nazionale (PTN), l’elenco ufficiale dei farmaci rimborsabili dal Ssn.

Questa revisione periodica mira a garantire che le risorse pubbliche siano impiegate solo per medicinali efficaci, sicuri e con un rapporto costo-beneficio vantaggioso, secondo criteri di appropriatezza e sostenibilità. L’Aifa potrà decidere di mantenere, inserire o escludere farmaci dal Prontuario, nonché rinegoziare i prezzi con le aziende farmaceutiche, specialmente quando sul mercato sono disponibili alternative più economiche o quando l’aumento dei consumi genera un eccesso di spesa pubblica.

Le decisioni entreranno in vigore dal 1° gennaio dell’anno successivo, ma l’Aifa potrà prevedere periodi di transizione per garantire la continuità terapeutica dei pazienti già in cura. Questa misura, che non comporta nuovi oneri per lo Stato, favorisce anche le farmacie, che potranno contare su un quadro normativo più stabile e aggiornato, migliorando la gestione dei magazzini e l’informazione ai cittadini riguardo alla disponibilità dei farmaci.

Dematerializzazione della ricetta per celiaci

Con l’articolo 76, la manovra punta alla semplificazione digitale e al miglioramento dell’accessibilità per i cittadini con celiachia. Dal 2026, il contributo economico del Ssn per l’acquisto di prodotti senza glutine sarà interamente dematerializzato: ogni paziente riceverà un codice digitale personale, valido in tutta Italia, che potrà essere utilizzato in farmacie, parafarmacie, negozi specializzati e supermercati della grande distribuzione organizzata.

Questo sistema, finanziato con 2 milioni di euro per il 2026 e 1 milione di euro annui dal 2027, mira a semplificare la burocrazia, ridurre gli sprechi e rendere più uniforme l’accesso ai benefici su tutto il territorio nazionale. Le Regioni dovranno stipulare convenzioni con i punti vendita che aderiranno al sistema, i cui elenchi saranno aggiornati ogni sei mesi sui siti istituzionali del Ministero della Salute e del Sistema Tessera Sanitaria.

Leggi anche

Nuovi tetti di spesa e regole sui prezzi

L’articolo 77 interviene sulle regole di spesa farmaceutica, introducendo una rimodulazione dei tetti di spesa del Ssn: dal 2026, lo stanziamento per gli acquisti diretti di farmaci (ospedali e Asl) aumenterà dello 0,20%, mentre quello per la spesa convenzionata, cioè i farmaci distribuiti tramite le farmacie territoriali, crescerà dello 0,05%.

Contestualmente, viene eliminata una parte del meccanismo del “payback”, che obbligava le aziende farmaceutiche a restituire somme alle Regioni in caso di sforamento dei tetti. Tale abolizione, del valore di circa 166 milioni di euro annui, sarà compensata da altre risorse statali, alleggerendo così il sistema e rendendo più prevedibile la pianificazione economica del settore.

La norma chiarisce inoltre la ripartizione dei ricavi tra aziende produttrici, grossisti e farmacisti, garantendo che il prezzo finale al pubblico e la quota minima spettante alle farmacie restino invariati. Per i farmaci con prezzo superiore a 100 euro vengono mantenute le stesse percentuali di remunerazione, per evitare margini sproporzionati sui medicinali più costosi.

Un altro intervento rilevante riguarda i farmaci biotecnologici: allo scadere dei brevetti, l’Aifa potrà rinegoziare i prezzi o imporre riduzioni minime del 20%, anche in assenza di equivalenti biosimilari. Infine, per contrastare la crescente carenza di medicinali, vengono rafforzati gli obblighi di comunicazione preventiva per i produttori e introdotte sanzioni fino a 36.000 euro per chi interrompe la distribuzione senza preavviso. Una misura che, per le farmacie, significa maggiore sicurezza nelle forniture e una gestione più affidabile dei medicinali essenziali.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

Argomenti correlati

Elenco Professionisti Sanitari

Entra in contatto con i professionisti della rete in modo facile e immediato.

News e approfondimenti che potrebbero interessarti

Vedi i contenuti

La soluzione digitale per i Professionisti Sanitari

Consulcesi Club

Contatti

Via G.Motta 6, Balerna CH
PEC: consulcesisa@legalmail.it

Social media