Violenza di genere e sui minori: anche il dentista può fare da “sentinella”

Il dentista può fare la differenza nel riconoscimento della violenza di genere e sui minori. Scopri di più sul suo ruolo in questa delicata situazione.

Sommario

  1. Il progetto ANDI: odontoiatri sentinelle sul territorio
  2. Dal sospetto alla documentazione: il peso dell’osservazione clinica

La violenza di genere, così come gli abusi su minori e persone fragili, si manifesta spesso in modi silenziosi e difficili da intercettare. Lesioni fisiche, segni sul volto, fratture dentali, comportamenti ambigui o ritrosi: segnali che raramente vengono riconosciuti come spie di un disagio più profondo, specialmente in contesti sanitari non specificamente dedicati alla cura delle vittime.

Eppure, molti di questi indizi passano proprio dal cavo orale e dal volto, rendendo l’odontoiatra, quasi involontariamente, uno dei primi possibili osservatori di una situazione a rischio. Ma cosa può fare concretamente un dentista quando si trova di fronte a un sospetto?

Il progetto ANDI: odontoiatri sentinelle sul territorio

Per rispondere a questa esigenza, l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI) ha avviato nel 2015 il progetto “Odontoiatri ‘sentinelle’/Dentista ‘sentinella’ contro la violenza di genere”. L’iniziativa punta a formare una rete territoriale di professionisti capaci di riconoscere precocemente i segni di maltrattamento, agendo nel rispetto delle normative e dei limiti del proprio ruolo.

Il dentista non è chiamato a giudicare o denunciare, ma a osservare con rigore tecnico, documentare in modo puntuale e, se necessario, attivare una rete di segnalazione secondo protocolli condivisi. Una responsabilità nuova, che valorizza la centralità del rapporto fiduciario con il paziente e amplia il ruolo dell’odontoiatria nella tutela della salute globale della persona.

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Dal sospetto alla documentazione: il peso dell’osservazione clinica

Fratture, ecchimosi, morsi o lesioni interne alla bocca sono manifestazioni che, se correttamente interpretate, possono rivelare un contesto di violenza. Tuttavia, la diagnosi differenziale richiede attenzione, cautela e formazione adeguata: il dentista deve essere in grado di raccogliere dati oggettivi, tramite fotografie, radiografie, impronte e descrizioni cliniche dettagliate.

Anche la certificazione ha un ruolo cruciale: ciò che il paziente riferisce va riportato con accuratezza, così come eventuali valutazioni prognostiche. Il tutto, sempre nel rispetto della privacy e del segreto professionale, che impongono una gestione estremamente attenta di ogni segnale sospetto.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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