Ogni estate, con il ritorno delle alte temperature, scatta in Italia l’allerta per i virus trasmessi dalle zanzare. Tra questi, il West Nile Virus è tornato a far parlare di sé nel 2025, con un numero crescente di contagi e casi gravi. Le regioni più colpite sono il Lazio, dove si segnalano sette casi confermati (di cui sei forme neuro-invasive), e la Campania, con otto ricoveri per sintomi compatibili. In totale, secondo i dati aggiornati, sono 20 i casi umani confermati in Italia, con 13 forme neuro-invasive, 5 febbrili e due decessi accertati: uno nella provincia di Latina e uno in Campania.
Il ritorno del West Nile Virus: la situazione in Italia nel 2025
Nel 2025, il West Nile Virus (WNV) ha fatto nuovamente la sua comparsa in Italia, confermandosi una presenza stagionale endemica. Secondo gli ultimi dati aggiornati al 23 luglio 2025, i casi umani confermati sono 20:
-
13 forme neuro-invasive (registrate in Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna e Campania)
-
5 forme febbrili (segnalate in Veneto e Lazio)
In Campania sono stati segnalati 8 casi compatibili con infezione da West Nile, mentre nel Lazio i casi confermati sono 7, inclusi i due pazienti ricoverati nella provincia di Latina.
Le autorità sanitarie seguono con attenzione anche un caso sospetto: un giovane di 31 anni ricoverato all’Istituto Spallanzani di Roma con sintomi compatibili con una forma neuro-invasiva, in attesa di conferma virologica.
Il Ministero della Salute ha inoltre confermato due decessi correlati al West Nile:
-
una donna di 82 anni residente a Fondi (LT)
-
un uomo di 75 anni della provincia di Caserta (Campania).
I due casi di Latina
I pazienti, due uomini rispettivamente di 63 anni (residente a Cisterna di Latina) e 72 anni (residente a Priverno), sono stati ricoverati presso l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina con sintomi compatibili con l'infezione neuro-invasiva. Fortunatamente, entrambi si trovano ora in fase di miglioramento.
Le autorità sanitarie locali hanno attivato un piano di emergenza che prevede:
-
disinfestazione dell’area circostante i domicili dei pazienti (raggio di 200 metri);
-
trattamenti larvicidi e adulticidi;
-
sorveglianza clinica e veterinaria rafforzata;
-
monitoraggio di eventuali nuovi casi sospetti.
Leggi anche
Che cos’è il West Nile Virus?
Il West Nile Virus è un arbovirus della famiglia Flaviviridae, strettamente correlato al virus della Dengue, della Zika e della Febbre Gialla. In Europa è trasmesso quasi esclusivamente dalla zanzara comune del genere Culex, che punge prevalentemente di notte.
Il virus circola tra gli uccelli selvatici, veri serbatoi naturali dell’infezione. Le zanzare si infettano pungendo uccelli portatori e possono poi trasmettere il virus a uomini e cavalli, che sono definiti “ospiti terminali” perché non contagiosi per altri.
Come si trasmette il virus del West Nile?
Il meccanismo principale di trasmissione all’uomo è la puntura di zanzare infette. Tuttavia, seppur molto raramente, sono stati documentati altri canali di trasmissione:
-
trasfusioni di sangue infetto;
-
trapianti d’organo;
-
trasmissione verticale (dalla madre al feto, durante il parto o con l’allattamento).
Per questo motivo, nei mesi estivi viene attivato uno screening obbligatorio dei donatori di sangue nelle zone in cui è confermata la circolazione virale.
I sintomi dell’infezione da West Nile: quando preoccuparsi
L’infezione da West Nile è spesso asintomatica. Secondo i dati dell’ISS e dell’ECDC:
-
L’80% delle persone infette non presenta alcun sintomo.
-
Nel 20% dei casi possono verificarsi sintomi lievi, simili a una sindrome influenzale:
-
febbre;
-
mal di testa;
-
dolori articolari e muscolari;
-
eruzioni cutanee;
-
nausea o malessere generale.
-
-
Nel meno dell’1% dei casi, soprattutto in anziani e persone immunocompromesse, si sviluppa la forma neuro-invasiva, che può presentarsi come:
-
encefalite (infiammazione del cervello);
-
meningite (infiammazione delle membrane cerebrali);
-
mielite (coinvolgimento del midollo spinale);
-
Queste forme possono comportare paralisi temporanee, disturbi neurologici permanenti e, in casi gravi, la morte.
Come si previene il contagio? La strategia contro il West Nile Virus
Ad oggi non esiste un vaccino per l’uomo, né una terapia antivirale specifica contro il West Nile Virus. Per questo, la prevenzione resta l’unico strumento realmente efficace e si basa su tre pilastri principali:
Protezione personale
È fondamentale evitare il contatto con le
-
Applicare repellenti cutanei contenenti principi attivi efficaci
-
Indossare abiti chiari e coprenti
-
Installare zanzariere su finestre e letti
-
Limitare le attività all’aperto nelle ore serali, se non si è adeguatamente protetti
Controllo ambientale
Le zanzare si riproducono in ambienti umidi e in presenza di acqua stagnante. È quindi essenziale:
-
Eliminare i ristagni d’acqua da sottovasi, tombini, secchi e grondaie
-
Effettuare trattamenti larvicidi nei punti critici
-
Segnalare eventuali focolai al Comune o all’ASL
Sorveglianza integrata One Health
Il sistema di sorveglianza italiano adotta un approccio integrato, che prevede:
-
Analisi su zanzare catturate sul territorio
-
Test su uccelli selvatici e cavalli come indicatori precoci
-
Notifica tempestiva dei casi umani
-
Screening dei donatori di sangue e organi
Le misure attivate dalle autorità sanitarie
Il Ministero della Salute ha attivato il Gruppo Operativo Arbovirosi (GOA) e diffuso una circolare operativa (luglio 2025) che prevede:
-
Rafforzamento della sorveglianza entomologica e veterinaria
-
Campagne informative nelle aree a rischio
-
Supporto diretto ai cittadini tramite il numero verde 1500
-
Disinfestazioni straordinarie in zone critiche
-
Presidi di controllo nei centri trasfusionali
In questo modo, si monitora l’evoluzione stagionale del virus e si attivano precocemente le misure di contenimento.
È importante ricordare che il West Nile Virus è trasmesso dalle zanzare e non si diffonde da persona a persona. La prevenzione individuale – tramite le comuni precauzioni contro le punture – resta la migliore arma per proteggersi.